Non è mai troppo tardi morgan freeman

Non è mai troppo tardi morgan freeman
L’eterna giovinezza è uno dei miti fondativi dell’american dream. Non è mai troppo tardi esplora questo tema, raccontando la storia di due uomini al termine della propria vita, che decidono di unire le solitudini delle loro vite in un’ultima rocambolesca avventura: la bucket list, la lista del capolinea. Il risultato fa pensare che c’è molta più voglia di vivere con dignità e consapevolezza che restare vivi per sempre senza davvero aver vissuto.

Carter (Morgan Freeman), meccanico per 35 anni, una famiglia affettuosa e una folle ossessione per Geopard, si ritrova in un letto d’ospedale a confrontarsi con il dissolvimento dell’amore per la compagna di una vita e la consapevolezza di avere davanti a sé ancora poco tempo da vivere. Memore di un esercizio impartito da un suo professore al primo anno di filosofia, compila la lista del capolinea, un elenco di cose da fare prima di morire.
Accanto al letto di Carter, giace bestemmiando il miliardario Edward Cole (Jack Nicholson), proprietario d’ospedali, solo, vecchio e affetto da un tumore che, anche nel suo caso, gli ridurrà il futuro a soli sei mesi di vita. Cole scopre per caso la lista di Carter e decide che i desideri del suo coinquilino d’ospedale vanno un po’ movimentati. Cole ha i soldi, Carter le idee: il tandem è perfetto. I due improbabili compagni di stanza s’imbarcano nella realizzazione della bucket list, dissolvendo le differenze in un’avventura che renderà la loro malattia sopportabile e i loro ultimi mesi davvero degni di essere vissuti. Andando contro gli ordini del medico e il semplice buon senso, i due amici inizieranno il viaggio della loro vita: dal Taj Mahal al Serengeti, passando per tatuaggi, limousine, macchine da corsa e paracadutismo.

Superare il limite, rimanere ancora abbastanza vivi dentro per non pensare alla morte, ridere fino alle lacrime: sono questi gli ingredienti del racconto scritto da Justin Zachman e reso non sempre perfettamente sul grande schermo da Rob Reiner, regista di Harry ti presento Sally. Ciò che incanta lo spettatore non è solo il ritratto delle bellezze sparse per il mondo. C’è qualcosa di suggestivo anche nel parallelo fra la parabola di vita dei due protagonisti del film e quella reale dei due attori che li interpretano. Morgan Freeman e Jack Nicholson non sono più due giovani rampanti. I loro corpi mostrano senza imbarazzo i segni degli anni: maestosi per Freeman, distruttivi per Nicholson. Eppure i due affrontano una serie di sforzi fisici che metterebbero a dura prova chiunque, dal paracadutismo alle folli corse in automobile. “È stato molto avventuroso e a me piace essere avventuroso”, ha dichiarato l’interprete di Shining. L’aura di serenità che i volti di Nicholson e Freeman sprigionano è il segno che ci sono molti modi di accettare la vecchiaia nel nuovo continente: uno di questi è la consapevolezza di aver vissuto alla grande, maestosamente, consci della straordinarietà della vita che è tale anche perché unità di tempo definita. L’immortalità ha qualcosa di noioso anche per gli esseri umani: si vedano Cocoon e l’Uomo bicentenario. Così questi grandi vecchi del cinema americano si sono lanciati nell’avventuroso ultimo miglio di Carter e Cole, regalando forti emozioni.
Ottima l’interpretazione di Sean Hayes, il divertente Jack McFarland di "Will&Grace", che veste i panni di Thomas, il sarcastico ed efficiente assistente di Edward Cole.

Oltre il grande tema della morte e della vita eterna, Non è mai troppo tardi esplora i punti di un grosso dilemma umano: quello della gioia. “Scopri la gioia nella tua vita” è l’invito che Carter rivolge a Cole, per aiutarlo a perseguire il proprio cammino di consapevolezza e in parte di redenzione da una vita egoista, piena di beni materiali e povera di affetti. Attraverso le bellezze del mondo si ritorna all’essenza: il Taj Mahal è il simbolo che porta i due a parlare dell’amore, la cima della piramide di Khufu fa riflettere sul momento della morte e sul valore della vita vissuta. Il tutto condito con l’ironia di Reiner, la vera cifra stilistica del regista, tra gli altri, della docufiction This is spinal tap.
Commuovere con la morte è facile. Non è mai troppo tardi sfrutta bene questo meccanismo. Ma ciò che dobbiamo riconoscere ad una pellicola che racconta anche la decadenza (almeno fisica) di due esseri umani in carne ed ossa, è che i protagonisti di questo film riescono anche a commuovere con la vita.

Recensione di Andrea Chirichelli
martedì 15 gennaio 2008

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Edward Cole è un ricchissimo ed eccentrico proprietario di cliniche che, a seguito di sue stesse direttive, si trova ricoverato in una propria struttura assieme al decisamente più umile e tranquillo Carter Chambers. Entrambi con pochi mesi davanti, a causa di una grave malattia, decidono di togliersi, nel breve tempo che resta loro, tutti gli sfizi che non hanno mai potuto levarsi nella propria vita: il viaggio che li vedrà protagonisti però, servirà a ben altro...
Ridere della morte? Difficile, ma non impossibile. Succede, troppo raramente a dirla tutta, anche in Non è mai troppo tardi, film "evento" che mette assieme per la prima volta due grandi vecchi del cinema americano. Il rischio peggiore in film di questo tipo è che il melodramma soverchi lo humour, unico antidoto alla depressione a cui potrebbe indurre il tema trattato e, fortunatamente, il consumato mestiere dei due divi evita derive troppo deprimenti. Lo script è però drammaticamente prevedibile, con Nicholson che fa l'arrabbiato e il matto (come al solito), mentre a Freeman (migliore del compare che si "diverte" un po' troppo) è cucito addosso un personaggio decisamente più flemmatico e riflessivo. La storia ha alti e bassi e vorrebbe mirare dritto al cuore, anche se mancano momenti realmente commoventi e l'intero progetto sa troppo di pensato a tavolino per sfruttare le caratteristiche dei due attori.
Qualche perplessità la lascia anche il modo con il quale è raccontata l'imminenza della morte, laddove altri film mostrano contemporaneamente l'amarezza e l'ineluttabilità del momento, Non è mai troppo tardi la prende come mero spunto per permettere ai due protagonisti di farsi una scampagnata in giro per il mondo senza nemmeno troppi patemi.
Rainer ha fatto decisamente di meglio, quanto alla coppia di divi, beh, meglio ricordarli per altre pellicole... Un stella in più del dovuto alla storia cinematografica di entrambi. 

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO

martedì 3 agosto 2010
taniamarina

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Reiner ha un taglio inconfondibile. Questa volta racconta la morte in modo scanzonato, e con malinconica serenità e lucidità affronta il problema di chi sa di dover terminare, facendolo con la sapienza cinematografica che lo contraddistingue. Insomma due tipologie di pensiero: il materialismo e lo spiritualismo che dialogano tra loro negli ultimi mesi di vita, creando [...] Vai alla recensione »

mercoledì 30 dicembre 2009
Dario J. A.

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Si nasce e ognuno poi, prende la sua strada. Ma non è detto che la sorte non ci faccia mai incontrare, per quanto le vite intraprese siano distanti, le idee divergenti, passioni e propositi inconciliabili. Conoscere la propria data di scadenza rende fragili e quanto mai bisognosi di vivere e condividere. In questo caso la solidarietà di uno sconosciuto è quanto basta per non cedere di fronte la morte, [...] Vai alla recensione »

martedì 27 giugno 2017
Pier Ronchetti

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Nicholson è un magnate della sanità, proprietario di cliniche e ospedali, Freeman un meccanico di colore. Due vite all’opposto, con qualcosa in comune: dividono una camera d’ospedale. Entrambi sono malati di cancro a uno stadio terminale. Quanto l’uno è burbero, l’altro è saggio e sensibile. Diventano presto amici, al di là delle difficoltà [...] Vai alla recensione »

sabato 16 maggio 2015
Beppe Baiocchi

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C’è una cosa che fa paura a tutti, ed è la morte. Ma non è tanto la morte in se, diceva un filosofo che è stupido avere paura della morte, perché morte e vita non si incontreranno mai, quando c’è vita non c’è morte e quando la morte arriva, bhè non ci si ricorderà più della vita.

giovedì 10 febbraio 2011
ultimoboyscout

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Non brillano per recitazione stavolta le stelle di Nicholson e Freeman, ma i personaggi sembrano cucitigli addosso e il non prendere sul serio la morte trasforma una commedia altresì drammatica in una brillante e godibilissima. Potremmo discutere su tante cose, da una regia non del tutto convincente a un modo di vedere la morte fin troppo semplicistico: ma chi lo dice quale sia il [...] Vai alla recensione »

sabato 20 marzo 2010
LukeAvery

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Uno dei pochi film che ho dato il massimo... Film che spinge a godersi la vita anche quando sai per certo che stai per lasciare questo mondo. A tratti divertente, ironico ma che lascia riflettere molto sulle nostre vite, interpretazione impeccabile da parte dei due attori principali.  Assolutamente da vedere! Valutazione del film : 10 / 10 L.

sabato 20 marzo 2010
LukeAvery



Uno dei pochi film che ho dato il massimo... Film che spinge a godersi la vita anche quando sai per certo che stai per lasciare questo mondo. A tratti divertente, ironico ma che lascia riflettere molto sulle nostre vite, interpretazione impeccabile da parte dei due attori principali.  Assolutamente da vedere! Valutazione del film : 10 / 10 L.

venerdì 27 novembre 2009
joker91

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grandi attori,un ottimo film con un messaggio forte, nicholson freeman grandiosi insieme,2 geni del cinema. un buon film

sabato 13 luglio 2013
asrdrubale03

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una storia bellissima e tristissima allo stesso tempo interpretata da due grandissimi attori che la rendono ancor più bella

sabato 10 novembre 2012
united

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giovedì 19 gennaio 2012
toty bottalla

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Interpreti straordinari per il racconto di una storia credibile e meravigliosa, ho sempre sostenuto che il sentimento più importante fra gli uomini è quello dell'amicizia, qui viene esaltato ai massimi livelli da due grandissimi attori, a sostegno della loro indiscutibile bravura, ricorderei le straordinarie interpretazioni dietro le quinte di: MICHELE GAMMINO e RENATO MORI, i loro doppiatori.

lunedì 17 gennaio 2011
Chamber 237

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...se sapessi la data della tua morte? Jack Nicholson e Morgan Freeman vogliono gustarsi tutto nella vita, ora che il cancro li sta portando verso la fine. Due attori decisamente eccezionali ed un regista che sa il fatto suo per un film come non se ne si vedevano da tempo, capaci di far ridere e piangere nel momento giusto.

giovedì 3 settembre 2020
james donk

Due grandi attori in stato di grazia, argomenti scabrosi e difficili, come quelli della morte e del cancro, trattati con leggerezza, ma non con superficialita': In definitiva un film che ci fa ridere e piangere, cosa chiedere di piu'?

giovedì 22 marzo 2012
Dario85

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film semplice, ma non per questo banale. grandissimi i 2 protagonisti. un film che fa riflettere.merita di essere visto

martedì 29 marzo 2011
ADRIANA

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In questo film Nicholson e' vecchio. Lontano anni luce dai suoi occhi sornioni e malefici dei suoi film di gioventu'. Per questo, mi piace ancora di piu'. Le sue rughe sono autentiche, come i suoi chili di troppo. Il film non lascia spazio alla retorica sentimentale di tanti film americani che si perdono nel finale, quasi sempre strappalacrime.

domenica 29 marzo 2009
Georgia

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I due attori sono come sempre straordinari! Bella la trama, esprime emozioni viste da diversi punti di vista e dà una forte carica. Bellissime le riprese. L'unica cosa che non mi è piaciuta è l'aver lasciato la moglie in disparte senza nemmeno tanta gentilezza.

Approfitta sempre di un bagno, non sprecare mai un'erezione e non fidarti mai di una scorreggia.

Una frase di Edward Cole (Jack Nicholson)
dal film Non è mai troppo tardi - a cura di Carlo

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RECENSIONI DELLA CRITICA

Lietta Tornabuoni
La Stampa

Rob Reiner, 63 anni, il regista americano di Stand by Me, Harry ti presento Sally, Il presidente - Una storia d'amore, dirige due attori bravi in un film come sempre brillante e sentimentale, riflessione sulla morte. Due uomini non più giovani e del tutto differenti s'incontrano nella stanza d'ospedale dove entrambi, malati di cancro, aspettano con dolore e senza speranze di morire.

Alberto Castellano
Il Mattino

Spesso i registi quando hanno a disposizione dei fuoriclasse non devono fare altro che metterli nelle condizioni migliori per esprimersi. Nel caso di «Non è mai troppo tardi», per esempio, Rob Reiner, autore capace di passare da commedie come «Harry ti presento Sally» a «Stand by Me» e «Misery non deve morire» (da Stephen King), si è messo al servizio di due mostri sacri come Jack Nicholson e Morgan [...] Vai alla recensione »

Silvia Bizio
La Repubblica

Malato terminale in «Non e mai troppo tardi», da oggi nei cinema, l'attore guida la carica del film di Hollywood che rompono un altro tabù. Facendo della vecchiaia e della malattia senza speranza un buon soggetto. Se c'è uria cosa erta, a Hollywood, è questa: il pubblico di tutti i blockbuster è giovane, fra i 18 e i 30 anni. Ma in questa stagione cinematografica, in clima di Oscar e premi vari, sono [...] Vai alla recensione »

Paolo Boschi
Scanner

“Io so che quando è morto i suoi occhi erano chiusi, il suo cuore era aperto”. Una frase così, posta nell'incipit dell'ultima fatica di Rob Reiner dietro la macchina da presa – lo stesso meccanismo utilizzato da Sam Mendes in American Beauty, non può che prepararci al viatico annunciato di un'impeccabile commedia drammatica: assisteremo alla morte del protagonista di Non è mai troppo tardi, ça va sans [...] Vai alla recensione »

Giovanni Valerio
Ticino7

Edward è un ricco proprietario di cliniche, Carter un meccanico d'auto. Si ritrovano insieme in una stanza d'ospedale, entrambi gravemente malati. Hanno pochi mesi da vivere e li vogliono trascorrere alla grande. Per questo compilano la "lista del capolinea", con tutto quello che avrebbero sempre voluto fare prima di andarsene da questo mondo. La commedia agrodolce Non è mai troppo tardi gioca sui [...] Vai alla recensione »

David M. Halbfinger
The New Yw York Times

Rob Reiner decided he wanted to direct “The Bucket List” after reading just 10 pages into the screenplay, when a character is asked what he’s doing in a hospital bed and matter-of-factly answers, “Oh, fighting for my life — you?” The hard part for Mr. Reiner was persuading Warner Brothers to let him do it. The filmmaker of 1980s hits like “When Harry Met Sally .

Stephen Holden
The New York Times

“The Bucket List” operates on the hope that two beloved stars rubbing their signature screen personas together can spark warm, fuzzy box office magic. I wouldn’t count on it. Stars or no, it is an open question whether audiences will flock to a preposterous, putatively heartwarming buddy comedy about two men diagnosed with terminal cancer living it up in their final months.

Federico Raponi
Liberazione

L 'annuncio della prossimità della dipartita cambia gli uomini e le loro priorità. E la voce fuori campo ci avvisa già all'inizio di Non è mai troppo tardi che avremo a che fare con un morto, tanto per preparare i fazzoletti. Edward (Jack Nicholson) è un solitario, ricco e spietato privatizzatore della sanità pubblica convinto che un ospedale, per diventare una proficua azienda, debba tagliare su personale [...] Vai alla recensione »

Lietta Tornabuoni
La Stampa

Due uomini malati di cancro si conoscono all'ospedale dove occupano la stessa stanza. Come sempre nei film americani, sono molto diversi uno dall'altro: bianco e nero, miliardario e meccanico, impulsivo e riflessivo, senza e con famiglia, ignorante e nozionista, Jack Nicholson e Morgan Freeman. Nicholson litiga con i medici e le infermiere («Non sono ancora morto», «Ne uccidono più i visitatori delle [...] Vai alla recensione »

Andrea Fornasiero
Film TV

Agli americani devono piacere davvero tanto i film che riflettono sulla malattia e sulla morte, stando almeno alla quantità di pellicole che anno dopo anno si concentrano su questi temi. Ed eccolo l’ennesimo capitolo della serie, film che a partire dal titolo tenta di dimostrare che “non è mai troppo tardi” per vivere appieno una vita. Jack Nicholson e Morgan Freeman sono due malati terminali che si [...] Vai alla recensione »

Francesco Alò
Il Messaggero

Rob Reiner: 61 anni. Jack Nicholson e Morgan Freeman: 71. Tre vecchie volpi responsabili di Non è mai troppo tardi, dove Reiner (Harry ti presento Sally, Misery non deve morire) è il regista e Nicholson e Freeman sono i mattatori di un dramma maschile sulla malattia dai risvolti giocosi. Nicholson è un miliardario burbero e solo, Freeman un meccanico patito di quiz tv con famiglia.

Antonello Catacchio
Il Manifesto

La formula non è originale. Due personaggi diversi tra loro costretti a interagire dalle circostanze. Edward Cole, bianco, miliardario, gaudente puttaniere, molti matrimoni alle spalle, capriccioso, scontroso, caustico e egoista, si ritrova a fianco Carter Chambers, nero, meccanico, sposato da decenni con la stessa donna e che ha sacrificato il suo talento e la sua curiosità intellettuale per mantenere [...] Vai alla recensione »

Massimiliano Zampini
Ventiquattrominuti

Due vecchi diversi in tutto: uno, Jack Nicholson, miliardario e gaglioffo; l'altro, Morgan Freeman, lavoro e famiglia. A unirli, un letto di ospedale per un tumore in fase terminale. Non è mai troppo tardi, però, per ciò che si è sempre sognato. Allora, basta aspettare la morte in clinica e via per il mondo a realizzare insieme i desideri di una vita.

Maurizio Cabona
Il Giornale

Robe Reiner ha affiancato due divi di pelle diversa e età simile come Morgan Freeman e Jack Nicholson per far agonizzare insieme i loro personaggi in Non è mai troppo tardi (in originale The Bucket List, la lista di ciò che va fatto prima di morire). È una storia che dovrebbe far ridere e meditare, perché racconta di persone condannate dalla malattia.

Giulia D'Agnolo Vallan
Il Manifesto

Jack Nicholson, nei panni dell'ultimo di una lunga galleria di riprovevoli, solitari, dispotici personaggi, è il padrone di una catena di ospedali gestiti all'insegna del risparmio. Quando viene ricoverato d'urgenza e ha occasione di sperimentare i limiti dei suoi bonus (da cui sono escluse le stanze singole), il suo vicino di letto (Morgan Freeman) è un meccanico che da giovane ha dovuto accantonare [...] Vai alla recensione »

Roberto Nepoti
La Repubblica

L'idea, se d'idea si può parlare, è questa: prendere un soggetto da "cancer movie", il filone più deprimente del mondo, e rigirarlo in parabola ottimistica. A corredo, giocare sull'opposizione dei character, affidandoli a due veterani del cinema. Dunque, Edward Cole (Nicholson) e Carter Chambers (Freeman) sono opposti in tutto: colore della pelle, mezzi economici, carattere.

Dario Zonta
L'Unità

A proposito di film sulla terza età, c'è anche l'hollywoodiano Non è mai troppo tardi di Rob Reiner (autore di Harry ti presento Sally, tanto per capirsi). Il cast è già tutto il film, la storia è un modo per creare situazioni in cui gli attori diano il meglio, cercando di emozionare e far ridere. E così, per la prima volta, l'attore di colore Morgan Freeman e Jack Nicholson si trovano a duettare insieme, [...] Vai alla recensione »

RUBRICHE

lunedì 14 gennaio 2008
Andrea Chirichelli

Anno nuovo, film nuovi! Un terzetto di new entry si impossessa del podio della classifica italiana. La supersfida tra Will Smith e Oronzo Canà, vede trionfare il primo che, con 6 milioni di euro ottiene il primo posto e la certezza di essere nella top [...]