Alla fine del mese di settembre, i pescatori e i marinai festeggiano i loro Santi patroni, Cosimo e Damiano, un tempo venerati in maniera fastosa in alcune borgate della citt� di Palermo.
La tradizione vuole che i Santi, essendo fratelli, forse gemelli e, ambedue medici, gli � stato attribuito il potere di guarire affezioni e malanni d�ogni tipo.
A Palermo si pregano perch� ci preservino dai dolori:
San Cosimu e Damianu,
siti medicu suvranu,
siti medici maggiuri,
libbiratimi d�ogni duluri.Secondo le fonti agiografiche vissero nella met� del III secolo, d�origine araba nascono ad Egea in Cilicia, esercitavano la loro professione senza ricevere alcun compenso e perci� erano definiti �Anargiri�.
Forti della loro fede cristiana furono perseguitati e suppliziati dal proconsole Lisia affinch� si sacrificassero agli dei di Roma.
Il fatto di proteggere i pescatori e i marinai � riferito ad una delle tante torture che subirono, prima di affrontare il martirio tramite la decapitazione che avvenne sotto l�imperatore Diocleziano, incatenati e gettati in mare, per intercessione Divina, uscirono salvi dalle acque, danzando allegramente tra lo stupore generale: da qui � nato un legame con le varie contrade marinare che si � mantenuto nel tempo.
Il loro culto dopo la morte si diffuse in occidente dando luogo ad una delle iconografie pi� complesse per i Santi non siciliani, ed esso va molto al di l� del secolo XVII, tanto da essere ritratti tra i mosaici del duomo di Monreale.
Designati patroni dei Medici, dei chirurghi e dei farmacisti, fu esteso in seguito ai barbieri, praticanti della medicina minore in tempi passati, a loro si votarono molte confraternite, ed a Palermo se ne fond� una della maestranza dei barbieri nel 1564 attualmente vigente alla Noce.
Venerati alla Kalsa, a S.Pietro e presso il borgo di S.Lucia, il giorno della loro festa i devoti si trasferivano (u�viaggiu) presso la chiesa di quest�ultimi che stranamente era ubicata in un quartiere del rione del Capo, dove sicuramente il mare era ben lontano.Era immensa la folla di devoti e dei curiosi che girovagando in chiesa e fuori pregando o custodendo, creavano afflusso: non mancavano gli inevitabili "turrunara" che vendevano un panetto di pasta melata dove sono rappresentati i Santi ad imitazione delle stampe che attirano la curiosit� dei fanciulli che gli veniva regalato per devozione.
Da li venivano gli abitanti delle tre borgate marinare il quale s'incaricavano di trasferire i Santi simulacri con il loro fercolo processionale nei loro quartieri per onorarli in una sontuosa festa e la confraternita aveva solo obbligo di assisterli.
La confraternita fondata nel 1306 nell'antica chiesa dei SS. Cosma e Damiano presso la costituente Casa Professa che dovette abbandonare nel 1604 per ubicarsi definitamene presso la chiesa di San Rocco al Capo, e rimase li fino al 1970, anno in cui per questione di staticit� si trasfer� nella chiesa parrocchiale di S. Ippolito nel medesimo quartiere, dove tuttora vengono custoditi gli antichi simulacri, il sodalizio si � sciolto definitivamente.
Dal diciassettesimo secolo, l'Arcivescovo di Palermo di quel tempo, affid� i Santi ad una nuova sede che cadde sull'antica borgata marinara di Sferracavallo amena comunit� di pescatori di Palermo, la scelta non fu casuale ma bens� voluta in quanto la nascente borgata era mancante di un santo patrono.
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Qual è la storia di San Cosimo e Damiano?
Dove sono sepolti San Cosma e Damiano?
Sepoltura dei santi Cosma e Damiano | |
Data | 1443 |
Tecnica | tempera su tavola |
Dimensioni | 37×45 cm |
Ubicazione | Museo nazionale di San Marco, Firenze |