Fannie flagg pomodori verdi fritti al caffè di whistle stop

Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop è il primo libro dell’autrice americana Fannie Flagg (pseudonimo di Patricia Neal), che l’ha consacrata come autrice di bestseller mondiale, tanto che, successivamente, dal libro è stato tratto l’omonimo film, per cui la Flagg ha curato anche la sceneggiatura. Il libro arriva in Italia nel 1992 (a un anno dall’uscita del film) grazie a Sonzogno e successivamente grazie alla Biblioteca Universitaria Rizzoli (Bur).


«Sì, sono seduta qui nella casa di riposo di Rose Terrace, ma nella mia mente sono al caffè di Whistle Stop davanti a un piatto di pomodori verdi fritti»


Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop – Trama

Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop è una storia dal sapore dolce amaro, con un’eco nostalgica dalla quale è difficile rimanere illesi. Racconta la storia di una bizzarra amicizia, quella tra Evelyn Couch – una donna grassottella di neanche cinquant’anni, alle prese con la menopausa, il nido rimasto vuoto, un marito noioso e una vita che non le piace – e Ninny Threadgoode, un’arzilla ottantenne, ospite di una casa di riposo, a cui Evelyn fa visita una volta a settimana. Ma non racconta unicamente questa storia. Il libro narra anche della numerosa e sopra le righe famiglia Threadgoode, dell’amore tra Idgie e la signorina Ruth; ma racconta soprattutto del caffè di Whistle Stop, Alabama, al di qua dei binari della ferrovia. La narrazione si muove avanti e indietro nel tempo. Abbiamo un presente, gli anni ’80 del ’900, in cui assistiamo alle chiacchierate tra Evelyn e Ninny, dove l’anziana signora racconta della sua giovinezza, del suo legame con i Threadgoode e di tutte le storie più rocambolesche del caffè di Whistle Stop e di tutti i personaggi che vi gravitavano attorno: Idgie e Ruth prima di tutto e poi, Sipsey, Big George, Onzell, Smokey Lonesome, Stump, i membri del Club di cetrioli sottaceto…

Poi abbiamo un tempo passato, che inizia nel 1929, l’anno in cui nasce il caffè e che ci catapulta da una parte nei bollettini giornalistici della signora Dot Weems (postina, giornalista, moglie, ma soprattutto voce pettegola e divertente di tutto ciò che accade nella piccola cittadina); e dall’altra ci immerge totalmente nella vita del caffè, facendoci conoscere da vicino quei fatti e quelle persone raccontate da Ninny Threadgoode a Evelyn, nei loro pomeriggi di chiacchiere e dolci. Ma la piccola e all’apparenza sonnolenta cittadina di Whistle Stop, non è poi così noiosa come si potrebbe pensare; anzi, è scossa dai tumulti degli anni, come: Bill Ferrovia, i treni che passano ogni giorno, i balli sfrenati giù al fiume e soprattutto l’omicidio di un uomo bianco.

Perché leggerlo

Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop tratta moltissime tematiche dell’Alabama di inizio secolo scorso. Innanzitutto, in tutto il romanzo si evince il contesto storico e sociale, che è quello della Grande Depressione, in cui i fatti accadono; principalmente la condizione dei neri, considerati esclusivamente come lavoratori al servizio dei bianchi; costretti a vivere in quartieri-ghetto. Ma se ciò è vero per l’Alabama tutta, non è vero per Idgie Threadgoode e per la signorina Ruth, proprietarie del caffè. Lì è Sipsey, con l’aiuto di Onzell, a cucinare cibi squisiti, tra cui i famosi pomodori verdi fritti; ed è Big George a preparare il barbecue più buono di tutta l’America. C’è la tematica, trattata in maniera romantica, dolce e naturale, dell’amore tra due donne, del divorzio, della crescita di un bambino senza un padre. Cose che oggi, per fortuna, sono del tutto normali (o si combatte affinché lo siano sempre di più), mentre per i primi anni del ’900 non lo erano affatto. Eppure, a Whistle Stop era già così: una moderna cittadina in cui i pochi abitanti si aiutavano a vicenda, non si giudicavano, erano solidali gli uni con gli altri, considerandosi tutti una grande famiglia.

Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop è un racconto che coniuga in sé umorismo puro, situazioni bizzarre, nostalgia per un passato felice che non può più tornare, rievocazione di un mondo, per certi versi più semplice, per altri più difficile, che però non c’è più e preziosa testimonianza sociale e politica. Leggendo il libro, non si può far a meno di immaginarsi in ogni dettaglio il caffè vicino alla ferrovia e i suoi avventori; non può non venire l’acquolina in bocca per i pomodori verdi fritti; non si può far a meno di vedere il salone di bellezza di Opal, l’ufficio postale, la casa di Ninny e quella dei Threadgoode, il fiume con il locale di Eva Bates e di immaginarsi in tutto e per tutto le protagoniste della storia. È un libro che, senza descrizioni particolareggiate, riesca a far trasparire qualunque dettaglio di luoghi, situazioni e persone.

Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop è un viaggio romantico e struggente in una cittadina isolata dell’Alabama a cui poter andare con il pensiero, tutte le volte che ne abbiamo bisogno. Io so di essere stata al caffè di Whistle Stop e vi consiglio di andarci anche voi.


Titolo: Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop

Autore: Fannie Flagg

Traduzione: Olivia Crosio

Editore: Bur Rizzoli

Anno: 2021 (prima edizione in lingua originale 1987; prima edizione italiana 1992)

Pagine: 368

Voto: 5/5