Lui è arrabbiato e non risponde ai messaggi

Voi usate il silenzio per aggredire? Oppure vi infastidisce quando qualcuno lo fa con voi?

15 LUG 2019 · Ultima modifica: 21 OTT 2020 · Tempo di lettura: min.

Ci sono persone che usano sistematicamente il silenzio contro gli altri. Così ottengono un clima di tensione e di disagio che diventa una punizione. Contro il partner, contro i bambini, contro fratelli e sorelle…

Smettere di parlare con qualcuno è una forma di  aggressione.

Se una persona diventa pericolosa per te, smettere di parlarle può essere un modo per proteggerti. Se qualcuno ha fatto qualcosa di veramente grave per te, può essere un modo per dimostrarlo e può essere quindi legittimo.

In questa sede ci riferiamo a quel silenzio con cui alcune persone puniscono, sistematicamente, coloro che le circondano. Quel padre, quel marito, quella madre...ci riferiamo a quelle persone che, quando gli altri non "obbediscono", quando qualcosa non piace loro, allora attaccano con il silenzio.

Il silenzio imposto è molto doloroso. È un'aggressione che fa più male di un urlo, più di un colpo perfino. È la punizione preferita dei manipolatori.

Violenza psicologica del silenzio

Il silenzio può essere usato come una forma di violenza psicologica?

Quella persona che non risponde al tuo saluto, che va in giro per casa ignorandoti...quella persona ti sta attaccando. Sai perché lo fa? Perché non sei tornato nel momento in cui lui - lei voleva, o forse perché non sei stato d'accordo con la sua richiesta.

Se chiedi spiegazioni in merito al suo silenzio, ti dirà che è arrabbiato/a, niente di più, e che non ti parla per questa ragione. Non è vero, quella persona sa che trattandoti in questo modo otterrà ciò che vuole: sa che in questo modo riesce a manipolarti. La prossima volta ci penserai due volte prima di non cedere ai suoi desideri.

Se sei una delle persone che usa il silenzio come arma, riflettici: pensa al fatto che probabilmente stai facendo molto male a una persona a te vicina e la stai ferendo.

Se sei una di quelle persone che soffrono perché viene attaccata da qualcuno con il suo silenzio, ecco per te qualche consiglio:

  • Sii forte e non soccombere alla sua manipolazione, forse smetterà di farlo.
  • Rompi il tuo silenzio, parla con lui/lei, non aver paura. Smantella il suo teatro.
  • Digli chiaramente cosa pensi. Spiega che la sua posizione è fastidiosa e sproporzionata.
  • Se i suoi silenzi sono continui e influenzano la tua salute mentale, se puoi, lascia quella persona. Vai via

L'aggressività con il silenzio non può essere denunciata. Chi pratica questa "tecnica" è solitamente una persona che controlla bene i suoi impulsi. Non credergli quando ti dice che soffre di più lui/lei! E, anche se fosse così, ti sta punendo.

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Il silenzio fa male

Il silenzio fa male, crea insicurezza e può influire negativamente sull’autostima. Una persona che non risponde di proposito per manipolarvi lo sta facendo per sottolineare il fatto che non è importante quello che voi pensate e che il suo tempo non è degno di essere sprecato per cercare una risposta. Diventa un modo per evitare il confronto e la comunicazione e lasciare l’altro in attesa, dipendente da una risposta: una forma manipolatoria e subdola di abuso emotivo. Questo perché il silenzio fa male in una relazione, poiché mette nelle condizioni di non poter controbattere, di non poter capire per quali motivi si viene puniti e di non poter spiegare le proprie ragioni.

Questo atteggiamento porta, nella persona che sta soffrendo questa manipolazione, a non capire cosa stia succedendo in maniera oggettiva e iniziare pertanto a porsi mille dubbi, pensieri e paranoie che nella maggior parte dei casi non hanno fondamento, proprio perché si basano su congetture. Bisogna in ogni caso sapere distinguere anche quei casi in cui il silenzio viene usato per non aggravare la situazione o magari dalle persone istintive per cercare di non esplodere e prendersi qualche momento per pensare. (L’importante è che poi tornino per comunicare e spiegare, se così non fosse ci potremmo trovare davanti a un silenzio manipolatore).

Il silenzio imposto e voluto fa male ed è un abuso. Vediamo a che patologia può essere collegato.

Il silenzio del passivo-aggressivo

Può essere considerato ll silenzio un tipo di violenza psicologica? Il silenzio può essere un’arma manipolotaria che non risolve niente e lascia dei segni nel rapporto, proprio perché è vissuta da chi la mette in atto per dominare la situazione. Il silenzio è un’arma tipica usata dai passivo-aggressivo  che cercano di usare questo mezzo come forma di aggressione, appunto, per celare i conflitti e dominare il rapporto.

Ma proprio il fatto che questo metodo genera disequilibrio nel rapporto e chiude ogni tipo di comunicazione e risoluzione dei conflitti, porterà inevitabilmente il rapporto a una conclusione o al trasformarsi in una relazione tossica.

Possiamo pertanto definire il silenzio come un abuso in questi casi perché:

  • è un atteggiamento tossico, messo in atto da persone passivo aggressive che vogliono ferire l’altro
  • Dimostra una mancanza di rispetto e attenzione verso l’altra persona e il prevalere di un atteggiamento dominante ed egoista.
  • È un atteggiamento manipolatore per punire l’altro (e che pertanto viene usato anche in alcuni contesti dai narcisisti)
  • Contribuisce all’incertezza, all’ansia, all’instabilità psicologica e alla bassa autostima della persona che riceve l’abuso, proprio perché viene punita senza spiegazioni lasciandola in preda a dubbi e sensi di colpa.

Possiamo pertanto dire che in alcuni casi, il silenzio viene utilizzato come una forma di violenza psicologica per manipolare l’altro. Se vi trovate in una relazione in cui sentite che vi è mancanza di comunicazione e vi sentite manipolati rivolgetevi a un professionista perché possa aiutarvi a sbrogliare i vostri dubbi e il vostro malessere.

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I mille significati del silenzio

Come abbiamo accennato all’inizio dell’articolo, il silenzio non ha solo un significato negativo in una conversazione. È importante capire perché il nostro interlocutore stia utilizzando il silenzio, anche se ovviamente non è sempre facile.

Molto spesso il silenzio può essere usato per sedare un conflitto che ha raggiunto una fase di stallo e per cercare di calmare gli animi (prima di riprendere la conversazione), oppure per incapacità di esprimersi, ma quando il silenzio viene usato come punizione o manipolazione ha un significato ben preciso.

il silenzio è una risposta di chi non vuole rispondere

Il silenzio è una risposta di chi non vuol rispondere e di chi vuole piegare l’altro alle proprie ragioni. Questo silenzio ha diversi significati e diverse sfumature. Vediamone alcun da vicino:

  • Il silenzio può essere usato perché ci si sente una vittima dell’altro. Si ritiene che l’altro non ascolti e non capisca e pertanto lo si obbliga ad ascoltare e riflettere attraverso l’uso del silenzio imposto.
  • Un altro sentimento per cui si può utilizzare il silenzio e per cui ci si sente vittima è sentirsi offeso dall’altro. In questo caso si sceglie di non spiegare i motivi che ci hanno fatto offendere ma viene imposto il silenzio per far sì che l’altro si ravveda.
  • Ci si sente dalla parte della ragione e si utilizza il silenzio imposto come avvertimento per far sì che l’altro si scusi.
  • Si ritiene di non poter raggiungere un accordo con la persona e si usa il silenzio per portare l’altro a cedere sulle proprie ragioni.
  • Si utilizza il silenzio come arma per non affrontare una conversazione sensibile o che rende vulnerabili e per fare in modo che l’altro cambi argomento.

Il silenzio viene usato pertanto come metodo che sottende a un altro significato: in tutti i casi viene usato come manipolazione ma in alcuni casi anche come un atteggiamento vittimista e in altri ancora come un atteggiamento dominante, ma sempre attraverso una forma di deresponsabilizzazione.

Infatti la persona che subisce il silenzio non solo viene manipolata, ma si vede anche responsabilizzata completamente del male andamento della relazione. Infatti sarà lei a dover piegarsi e scegliere di andare incontro all’altro per chiudere la tortura del silenzio e accettare le sue condizioni pr poter far continuare la relazione.

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Silenzio psicologia: come affrontarlo?

Come affrontare il silenzio in psicologia? Se vi trovate in una relazione con un passivo-aggressivo e non sapete come comportarvi o vi sentite male, ovviamente il primo consiglio è chiedere aiuto e rivolgervi a un professionista. Contemporaneamente, ci sono alcuni atteggiamenti che potete provare a mettere in atto per cercare di rompere il muro di silenzio tossico dei passivo-aggressivi: 

  1. Non insistere. Insistere, chiedere spiegazioni, disperarsi, dargli torto non farà altro che gratificarlo e affermare la sua posizione. Provate a dargli tempo per non farlo sentire giudicato e per fargli anche capire che il gioco del silenzio non funziona come forma di comunicazione.
  2. Allontanatevi: sia per difendere la vostra autostima, sia per lasciargli il tempo di riflettere. Non cedere al ricatto del silenzio può essere utile per far riflettere l’altro sulla necessità di una comunicazione (perché sarà egli stesso il primo a sentirne la mancanza).
  3. Prova a riprendere la comunicazione una volta passato un po’ di tempo per provare a risolvere la situazione in una maniera più oggettiva, una volta che le emozioni si sono un po’ placate.

Come abbiamo accennato previamente, il primo consiglio in caso di malessere o di relazione tossica è sempre quello di chiedere aiuto. Anche per la persona che mette in atto questo tipo di comportamento è consigliabile di rivolgersi a un terapeuta, per capire quali sono le cause di tale atteggiamento, se ci si trova davanti a una patologia, o a, per esempio, un’incapacità di esprimere i propri sentimenti.

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Quando il silenzio è positivo

Il silenzio non è sempre qualcosa di negativo, può essere usato sia da noi che dal nostro interlocutore per calmare gli animi o per fomentare una pausa di riflessione. In generale però è sempre meglio ricorrere a forma di assertività che fomentino appunto la comunicazione e mettano l’altro a proprio agio, facendolo sentire libero di esprimersi. Vediamo comunque quali sono i casi in cui il silenzio ci può essere utile per comunicare qualcosa che a parole può essere difficile da esprimere:

  • Usare il silenzio quando siamo molto arrabbiati per non dire cose di cui ci potremmo pentire. Un po’ come contare fino a 10 prima di parlare.
  • Usare il silenzio quando vediamo che l’altro si sta arrabbiando troppo e la discussione sta andando troppo in là. Non alimentare la rabbia altrui e non rispondere può essere un modo per fare calmare le acque
  • Utilizzare il silenzio per creare una pausa nella conversazione in modo tale da poter riflettere sulle parole che si stanno dicendo.

In tutti questi casi il silenzio viene usata come forma provvisoria di comunicazione, una pausa per poter poi riprendere il filo della conversazione senza ripicche, accuse o rabbia. Ossia che il silenzio può essere utile come a volte per frenare una conversazione che sta andando oltre, o per lasciare il tempo all’altro di elaborare i propri pensieri, ma per poi riprendere la comunicazione in forma assertiva, una volta che si siano sciolte le tensioni.

il silenzio in amore e l’incapacità di esprimersi

Il silenzio infatti viene usato molto spesso da persone che non sono in grado di esprimere i propri sentimenti, per questioni di carattere, di educazione o di traumi passati.

Queste persone possono diventare in alcuni casi persone passivo-aggressive proprio perché non in grado di elaborare i propri sentimenti e si sentono vittime della relazione che stanno vivendo e pertanto cercano di punire attraverso il silenzio il proprio interlocutore. In altri casi invece l’incapacità di esprimere i propri sentimenti nasconde una necessità di non creare i conflitti e non preoccupare gli altri.

In entrambi i casi reprimere le proprie emozioni non è mai la soluzione corretta: significa alimentare quello che ci fa soffrire assumendo comportamenti tossici con gli altri o con noi stessi (a volte anche senza saperlo). È importante imparare a parlare in modo assertivo di quello che proviamo e allenare alcune abilità comunicative e di sicurezza interiore. Alcuni esercizi potrebbero essere:

  • trovare forme alternative e positive di espressione delle proprie emozioni: a volte le parole sono complicate. Ma si possono trovare dei mezzi alternativi come l’arte, la meditazione e l’esercizio fisico per entrare in contatto con ciò che si prova. Esteriorizzare le nostre emozioni renderà più facile anche parlarne o semplicemente condividerle con la persona con cui ci stiamo relazionando.
  • Chiedere aiuto. Come abbiamo già detto non bisogna mai vergognarsi di chiedere aiuto ad amici, famigliari o professionisti per risolvere i propri problemi. Normalmente chiedere aiuto è il primo passo per risolvere il problema, poiché implica un’accettazione dello stesso.
  • Migliorare la propria resilienza. La resilienza aiuta ad affrontare le problematiche della vita cercando di focalizzarsi sui punti di forza di quello che sta succedendo, non in maniera superficiale ma vivendo in maniera sana il dolore che stiamo vivendo, per poi lasciarlo andare.
  • Cercare di informare gli altri di ciò che ci far star male, per imporre dei limiti al nostro e al loro agire, per proteggere noi stessi ma anche per comunicare agli altri ciò che ci sta succedendo e magari trovare un appoggio. 

Le informazioni pubblicate da GuidaPsicologi.it non sostituiscono in nessun caso la relazione tra paziente e professionista. GuidaPsicologi.it non fa apologia di nessun trattamento specifico, prodotto commerciale o servizio.

Quando un uomo non risponde più ai messaggi?

Gli uomini sono tutto sommato molto più semplici di quanto tu possa pensare: una totale assenza di risposte ai tuoi continui SMS non vuol dire altro. Ovviamente ci sono le dovute eccezioni, ma nella maggior parte dei casi la motivazione è proprio lo scarso interesse nei tuoi confronti.

Come calmare un uomo arrabbiato?

RABBIA: 4 attenzioni per comunicare con una persona arrabbiata.
1 – Sottraiti al dialogo. ... .
2 – Rimani in silenzio. ... .
3 – Fai sentire la tua compresione. ... .
4 – Presta attenzione alla tua voce..

Cosa fare se non ti risponde?

Cosa fare quando non ti risponde.
Non stressarti. Non saltare alle conclusioni immediatamente. ... .
Chiamalo. Una semplice chiamata può essere la risposta a tutte le domande di panico che ti passano per la testa quando il tuo uomo non risponde. ... .
Controlla quale sia il problema. ... .
Dagli tempo. ... .
Ricorda che non è la fine del mondo..

Come capire se lui è arrabbiato con te?

Presta attenzione al modo in cui ti tratta. In pratica, non si traduce sempre in un aperto disaccordo. Se è una persona tranquilla, il fatto che ti eviti non vuol dire necessariamente che sia arrabbiato. Se è sempre schietto e diretto, un fare puntiglioso potrebbe dipendere solo dal suo sarcasmo.