Quanti sono gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile

  • Una nuova Agenda, un nuovo Mondo: lo sviluppo sostenibile
  • Storia dell’Agenda 2030
  • Agenda 2030 e Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile
    • Gli Obiettivi dell’Agenda 2030
  • Strumenti di Attuazione dell’Agenda 2030
    • Il Meccanismo di Facilitazione Tecnologica
  • Strumenti di monitoraggio e di verifica
    • Monitoraggio a livello regionale
    • Monitoraggio a livello nazionale
    • Monitoraggio a livello globale
  • Conclusioni
  • Referenze

Quest’Agenda è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità. Così si apre la Risoluzione adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 25 settembre 2015, un documento sottoscritto dai governi di 193 Paesi Membri dell’ONU e che ingloba al suo interno i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (in inglese Sustainable Development Goals, SDG), 169 target e più di 230 indicatori. L’Agenda 2030 è stata avviata ufficialmente ad inizio 2016, proponendosi di guidare il mondo per i successivi 15 anni: i Paesi firmatari, infatti, si sono impegnati a raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile entro l’anno 2030.

Concepiti a prosecuzione dei cosiddetti Obiettivi di Sviluppo del Millennio, i 17 nuovi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile si presentano come promotori di nuovi modelli di sviluppo, che sappiano integrare, allo stesso tempo, sia la crescita economica che la dignità sociale e la tutela delle risorse naturali.

Per realizzare i 17 traguardi dell’Agenda 2030 è altresì necessaria la nascita di un nuovo Partenariato Globale, allo scopo di creare sistemi di attuazione in grado di facilitare la cooperazione ed il confronto tra i Paesi Membri. Per raggiungere i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile è infatti necessario creare e supportare nuove alleanze e collaborazioni, che mettano in relazione i Governi dei Paesi Membri con i membri della società civile e del settore privato. I vari membri condivideranno e scambieranno tra loro non solo le conoscenze sulle buone pratiche di sviluppo sostenibile, ma anche le risorse finanziare affinché i tragurdi vengano raggiunti da tutti i Paesi del mondo.

Il perseguimento di ciascun obiettivo è inoltre monitorato e verificato grazie all’ausilio di ben 244 indicatori globali di sviluppo sostenibile. Le Agenzie e i vari gruppi di esperti sugli indicatori di sviluppo sostenibile fanno parte di un esteso e complesso sistema di monitoraggio, operante ed organizzato su ben tre livelli: globale, nazionale e regionale.

Una nuova Agenda, un nuovo Mondo: lo sviluppo sostenibile

Alla nascita dell’Agenda 2030 vi è la necessità di segnare una profonda rottura con il passato. Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile rappresentano infatti una delle sfide più grandi per l’intera umanità e allo stesso tempo si presentano come un volano di nuove opportunità proprio per il raggiungimento dello sviluppo sostenibile[1].

Per poter comprendere a pieno il significato dell’Agenda 2030 occorre definire meglio che cosa si intenda effettivamente con l’espressione sviluppo sostenibile. Sostenibilità e sviluppo sostenibile sono infatti due termini entrati a far parte del nostro linguaggio comune soprattutto nell’ultimo decennio.

Ma cosa si intende con l’aggettivo sostenibile? Molto semplicemente potremo definire sostenibile qualsiasi cosa che riesca a durare nel tempo. E proprio per questo, il termine è spesso affiancato al concetto di sviluppo. Ciò sta a indicare un modello di crescita in cui le risorse naturali sono impiegate in maniera razionale, ossia rispettando il loro naturale tempo di rigenerazione.

È molto interessante scoprire che esiste una definizione universalmente riconosciuta di sviluppo sostenibile, datata al 1987: si tratta di quella fornita dalla Commissione per l’Ambiente e lo Sviluppo delle Nazioni Unite. Più nota come Commissione Bruntland, essa fu istituita con l’obiettivo di elaborare un’agenda globale per il cambiamento. Il risultato della Commissione è un documento conosciuto con il titolo Our Common Future, in italiano Il nostro futuro comune. In esso, si legge che uno sviluppo può dirsi sostenibile se “soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri “[2].

Come vedremo meglio nel prossimo paragrafo, gli Obiettivi raccolti nell’Agenda 2030 sono in realtà il proseguimento dei famosi Obiettivi di Sviluppo del Millennio, i quali hanno fornito un’importante punto di partenza per lo sviluppo sostenibile in numerose aree del mondo.

Ma il progresso non è stato uguale per tutti. Nei Paesi meno sviluppati dell’Africa, ad esempio, gran parte degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio non sono stati raggiunti. In tali contesti, si fa ancora fatica a trovare il giusto compromesso tra limitatezza delle risorse e crescita economica.

L’Agenda 2030 vuole allora incrementare e raggiungere tali Obiettivi soprattutto per quanto riguarda i Paesi e le persone più vulnerabili. In sostanza, occorre garantire un’equità intra- e inter-generazionale: tutte le persone, di qualsiasi età e di ogni parte del mondo devono aver accesso alle medesime opportunità e godere dei medesimi diritti.

La nuova sostenibilità non sarà solo attenta all’ambiente, ma integrerà quest’ultima ad altre tematiche di varia natura, come la giustizia sociale e la fattibilità economica. In ultima analisi, lo sviluppo sostenibile si realizzerà solo e quando le capacità di carico e rigenerazione dell’ecosistema naturale non verranno superate, rispettando al tempo stesso il sistema economico e la dignità sociale.

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Storia dell’Agenda 2030

Conosciuti anche con il termine di Global Goals, gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG, Sustanable Development Goals) danno seguito e completano gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (in inglese, Millennium Development Goals, MDG).

Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile sono il risultato di numerosi anni di lavoro ed hanno visto il coinvolgimento dei vari Stati Membri dell’ONU, nonché del Dipartimento di Economia e Affari Sociali delle Nazioni Unite. Si tratta di obiettivi comuni, rivoluzionari e indivisibili che riguardano tutti i Paesi e tutti gli individui del mondo[3].

Un primo importante e significativo passo compiuto dalle Nazioni Unite sulla linea dell’Agenda 2030 fu l’Earth Summit di Rio de Janerio, tenutosi nel giugno 1992. In quell’occasione, furono più di 178 i Paesi ad adottare la cosiddetta Agenda 21. Si trattava di un piano di azione comprensivo che mirava a creare uno sforzo globale per lo Sviluppo Sostenibile che fosse volto al miglioramento della qualità della vita ed alla protezione dell’ambiente.

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Un altro importante passo in avanti fu fatto in occasione del Millennium Summit di New York, tenutosi nel settembre 2002. Il risultato finale di quel Summit fu l’elaborazione degli 8 Obiettivi di Sviluppo del Millennio. Oltre alla sconfitta della fame nel mondo, essi si prefiggevano importanti conquiste globali, come un livello di istruzione primaria per tutti e la riduzione della mortalità infantile.

Ma è con l’avvicinarsi dei termini di scadenza di tali Obiettivi che, nel giugno 2012, gli Stati Membri dell’ONU adottano il documento The future we want, in italiano Il futuro che vogliamo. Tale documento fu steso a conclusione dei lavori della Conferenza sullo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite di Rio (Rio+20) del 2012. Fu proprio con The future we want che gli Stati Membri si impegnarono a dare avvio ad un processo che portasse alla stesura di nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile.

Si arriva così al gennaio 2015, quando l’Assemblea Generale dell’ONU inizia i processi di negoziazione sullo sviluppo di un Agenda post-2015. I lavori terminarono ovviamente con la susseguente adozione dell’Agenda 2030 e dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.

A conclusione di questo breve excursus storico, vale la pena di sottolineare come l’anno 2015 sia stato in realtà un anno fondamentale anche per il rafforzamento dei legami di politica internazionale tra i vari Paesi Membri. Risale a questo anno, infatti, l’adozione di alcuni tra i più importanti accordi multilaterali nella storia delle Nazioni Unite, come lo storico Accordo di Parigi sul Cambiamento Climatico.

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Agenda 2030 e Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile

Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile sono il risultato di oltre due anni di consultazioni pubbliche e di contatti con i membri della società civile. Per la prima volta nella storia delle Nazioni Unite, infatti, i leader mondiali si impegnarono in un’azione comune attraverso un’agenda politica vasta e dal carattere universale.

Come si legge nella Risoluzione, ogni Stato è libero di esercitare liberamente sulla gestione delle proprie risorse naturali ed attività economiche. Ciò che si afferma, quindi, è la necessità di tener in considerazione quelle che sono le realtà di ogni singolo Paese[1]. Ogni Paese, infatti, si impegna ad affrontare difficoltà e sfide specifiche sulla base di quella che è la propria realtà socio economica. Viene ribadita, ancora una volta, un’attenzione particolare ai Paesi meno sviluppati e in via di sviluppo. In tali contesti, infatti, il perseguimento degli Obiettivo di Sviluppo Sostenibile risulta essere assai più difficile rispetto alle altre realtà.

Oltre a perseguire obiettivi come la sconfitta della povertà, la sicurezza alimentare ed il diritto alla salute, si stabiliscono anche una ulteriore serie di obiettivi sociali, economici ed ambientali. Lo sviluppo sostenibile, infatti, non si può conseguire se non con l’integrazione e il corretto bilanciamento tra questi tre elementi.

Rispetto ai precedenti Obiettivi di Sviluppo del Millennio, quindi, nei nuovi 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile la componente ambientale assume grande importanza e trova un più ampio spazio condiviso tra i vari punti dell’Agenda 2030.

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Con l’Obiettivo numero 15, ad esempio, si ribadisce l’esigenza di tutelare gli ecosistemi terrestri attraverso modelli di gestione sostenibili e volti alla tutela della biodiversità. Secondo l’Obiettivo numero 6 è altresì opportuno proteggere gli ecosistemi naturali che dipendono dall’acqua, come le montagne e le foreste. Tali ecosistemi, infatti, dovranno essere tutelati per quanto riguarda la riduzione dell’inquinamento idrico ed il rilascio di prodotti chimici nocivi e di scorie pericolose non trattate.

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Gli Obiettivi dell’Agenda 2030

  • Obiettivo 1. Porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo;
  • Obiettivo 2. Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile;
  • Obiettivo 3. Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età;
  • Obiettivo 4. Fornire un’educazione di qualità, equa ed incisiva, e opportunità di apprendimento per tutti;
  • Obiettivo 5. Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze;
  • Obiettivo 6. Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie;
  • Obiettivo 7. Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni;
  • Obiettivo 8. Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti;
  • Obiettivo 9. Costruire infrastrutture resilienti e promuovere l’innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile;
  • Obiettivo 10. Ridurre l’ineguaglianza all’interno di e fra le nazioni;
  • Obiettivo 11. Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili;
  • Obiettivo 12. Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo;
  • Obiettivo 13. Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico;
  • Obiettivo 14. Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile;
  • Obiettivo 15. Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre;
  • Obiettivo 16. Promuovere società pacifiche e inclusive per uno sviluppo sostenibile;
  • Obiettivo 17. Rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il Partenariato Mondiale per lo sviluppo sostenibile.

Per ulteriori approfondimenti sui singoli Obiettivi e sui relativi target si rimanda a questo link[4].

Strumenti di Attuazione dell’Agenda 2030

Al fine di realizzare i 17 traguardi dell’Agenda 2030 si è resa necessaria la nascita e la rivitalizzazione di un nuovo Partenariato Globale. Il suo compito è quello di facilitare la cooperazione ed il confronto tra i vari Paesi Membri. Il rinnovo del Partenariato unirà infatti i Governi con i membri della società civile, nonché con il settore privato ed il sistema della Nazioni Unite[1].

A tal proposito, un grande supporto all’implementazione dell’Agenda 2030 è stato fornito dall’Agenda d’Azione di Addis Abeba: si tratta di un documento molto importante sottoscritto al termine della Terza Conferenza Internazionale sul Finanziamento per lo Sviluppo tenutasi ad Addis Abeba nel luglio 2015. Il testo fornisce alcuni punti di partenza per la realizzazione di manovre finanziarie che risultino essere in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, tenendo conto anche delle priorità sociali ed ambientali delle varie realtà coinvolte[5].

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Il Meccanismo di Facilitazione Tecnologica

Il Programma di Azione di Addis Abeba ha stabilito quello che prende il nome di Meccanismo di Facilitazione Tecnologica: esso si basa sulla collaborazione multilaterale tra gli Stati Membri e tutti gli altri attori coinvolti nella realizzazione degli Obiettivi dell’Agenda 2030. Il Meccanismo di Facilitazione Tecnologica è composto da un gruppo di lavoro tra le agenzie delle Nazioni Unite sulla scienza, la tecnologia e l’innovazione, al quale si affiancano un forum congiunto e multilaterale ed una piattaforma online.

Il gruppo di lavoro ha il compito di coordinare e promuovere la cooperazione sulle questioni scientifiche e tecnologiche. È formato da 10 rappresentanti della società civile, del settore privato e della comunità scientifica. Essi sono nominati dal Segretario Generale delle Nazioni Unite e la loro carica ha durata biennale.

Il forum multilaterale sulla scienza, la tecnologia e l’innovazione viene invece convocato solo una volta all’anno, per due giorni. Tale evento rappresenta un luogo d’incontro per tutti gli attori coinvolti, ed è volto ad identificare ed esaminare tutte le lacune e le necessità tecnologiche esistenti.

Ogni riunione è convocata dal Presidente del Consiglio Economico e Sociale ed è co-presieduta da due Stati Membri. Alla fine dell’incontro viene redatto un Documento di Sintesi delle discussioni, allo scopo di approfondire o revisionare l’implementazione dell’Agenda 2030.

La piattaforma online, infine, ha il compito di consentire l’accesso universale all’informazione e alla conoscenza, grazie ad esempio alla divulgazione di pubblicazioni scientifiche ad accesso libero.

Strumenti di monitoraggio e di verifica

Il meccanismo di monitoraggio e di verifica per la riuscita dell’Agenda 2030 deve essere ben definito, efficace e trasparente. Il suo ruolo è quello di aiutare i Paesi coinvolti a massimizzare i propri sforzi, nonché a tener traccia nel tempo dei progressi fatti nell’attuazione dei 17 SDG.

In virtù della grande portata di questo compito, i sistemi di monitoraggio e di verifica operano essenzialmente a tre livelli distinti ma tra loro dipendenti: a livello globale, a livello regionale e a livello locale. Tali sistemi hanno un orientamento a lungo termine ed hanno il compito di individuare le sfide e le lacune, ma anche i risultati raggiunti dai vari Paesi[1].

Gli Obiettivi sono monitorati e verificati grazie all’ausilio di ben 244 indicatori globali di sviluppo sostenibile. Questi sono poi completati da indicatori più specifici di livello nazionale e regionale sviluppati dai governi dei singoli Stati Membri.

In particolare, le agenzie e il gruppo di esperti sugli indicatori di sviluppo sostenibile hanno sviluppato un indicatore quadro a livello globale. Esso è stato approvato dalla Commissione statistica nel Marzo 2016, nonché dal Comitato Economico e Sociale e dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Tenendo conto dell’enorme mole di dati e di verifiche richieste a ciascuna Nazione, particolare supporto viene fornito a tutti quei Paesi carenti di uffici statistici nazionali e di sistemi per la gestione e l’analisi dei dati. Le verifiche sono condotte regolarmente grazie al supporto della rete esistente dei vari gruppi di monitoraggio e dalle istituzioni preposte. Infine, grazie alle relazioni nazionali si potrà valutare sia lo stato di avanzamento per ogni singolo Paese, sia le eventuali lacune ed i punti deboli di ciascuna realtà.

Monitoraggio a livello regionale

Il monitoraggio a livello regionale o, a seconda dei casi, sub-regionale, è molto utile poiché consente un confronto tra pari, favorendo la condivisione e la discussione sulle buone pratiche di sviluppo.

Particolarmente importante è il ruolo svolto dalle commissioni e dalle organizzazioni regionali che, grazie alle loro attività di monitoraggio e verifica, contribuiscono ad implementare i processi e a supportare le decisioni intraprese a livello nazionale.

Monitoraggio a livello nazionale

L’Agenda 2030 incoraggia ciascuno Stato Membro a condurre verifiche complete, regolari e dettagliate sui progressi ed i traguardi raggiunti a livello nazionale.

In particolare, tali verifiche sono il risultato della collaborazione tra i membri della società civile, del settore privato, nonché delle popolazioni indigene. Tali verifiche sono condotte grazie all’ausilio dei Parlamenti nazionali, tenendo conto delle condizioni e delle linee guida politiche di ciascun Paese.

Monitoraggio a livello globale

Per quanto riguarda il sistema di monitoraggio a livello globale, il ruolo svolto dal Foro Politico di Alto Livello delle Nazioni Unite è di vitale importanza. Il Foro sostituisce la Commissione di Sviluppo Sostenibile (CSD) ed è stato istituito a valle della Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile (Rio +20).

Si riunisce con cadenza annuale insieme al Consiglio Economico e Sociale, ed ogni quattro anni a livello di Capi di Stato e di Governo sotto gli auspici dell’Assemblea Generale e di altri organi e forum competenti.

Il suo carattere universale prevede anche la partecipazione della società civile ed ha come compito principale quello di monitorare l’attuazione di Agenda 2030 nel mondo. Esso elabora e fornisce linee guida politiche di alto livello inerenti l’Agenda e la sua attuazione, identificandone i progressi e le sfide a livello globale.

Conclusioni

L’Agenda 2030 è un documento sottoscritto dai governi di 193 Paesi membri dell’ONU al termine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 25 settembre 2015. Si tratta un programma d’azione per le persone, il Pianeta e la prosperità che ingloba al suo interno 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, 169 target e più di 230 indicatori.

Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, concepiti come proseguo dei cosiddetti Obiettivi di Sviluppo del Millennio, si propongono di guidare il mondo e le persone verso la strada dello sviluppo sostenibile coniugando, allo stesso tempo, la sostenibilità ambientale con quella economica e sociale.

Al fine di raggiungere e monitorare nel tempo tali obiettivi, Agenda 2030 ha predisposto numerosi sistemi per la loro attuazione, nonché sistemi di monitoraggio e verifica su scala globale, nazionale e regionale.

Referenze

  1. United Nations Regional Information Centre – Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile;
  2. United Nations – Report of the World Commission on Environment and Development: Our Common Future;
  3. United Nations – The 17 goals of the 2030 Agenda;
  4. United Nations IT – Obiettivi per lo sviluppo sostenibile;
  5. United Nations – Addis Ababa Action Agenda of the Third International Conference on Financing for Development.

Immagine di copertina usata in accordo con le linee guida delle Nazioni Unite.

Quali sono gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell Agenda 2030?

L'obiettivo del 2030 dell' Agenda è quello di porre fine alla fame e tutte le forme di malnutrizione in tutto il mondo entro i prossimi 15 anni. In considerazione della rapida crescita della domanda globale di cibo, si stima che la produzione alimentare mondiale dovrà essere raddoppiata entro il 2050.

Cosa rappresentano i 17 obiettivi?

I 17 Goals fanno riferimento ad un insieme di questioni importanti per lo sviluppo che prendono in considerazione in maniera equilibrata le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile – economica, sociale ed ecologica – e mirano a porre fine alla povertà, a lottare contro l'ineguaglianza, ad affrontare i cambiamenti ...

Cosa sono i 169 sotto

I 17 obiettivi di sviluppo sostenibile OSS (Sustainable Development Goals SDGs) e i 169 sotto-obiettivi ad essi associati costituiscono il nucleo vitale dell'Agenda 2030. Tengono conto in maniera equilibrata delle tre dimensioni dello sviluppo sostenibile, ossia economica, sociale ed ecologica.

Quali sono gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile?

Gli obiettivi di sviluppo sostenibile mirano ad affrontare un'ampia gamma di questioni relative allo sviluppo economico e sociale, che includono la povertà, la fame, il diritto alla salute e all'istruzione, l'accesso all'acqua e all'energia, il lavoro, la crescita economica inclusiva e sostenibile, il cambiamento ...