Cosa succede se non si fa la pipi

Introduzione

La ritenzione urinaria è la condizione in cui vi sia incapacità nello svuotamento della vescica, o quando vi sia un’interruzione nella minzione.

A prescindere dalle tante cause che possono portare a ritenzione urinaria, la mancata minzione porta a un accumulo di urina in vescica che può arrivare a superare i 2 litri di volume urinario, in tali casi l’organo si distende ed aumenta le sue dimensioni sino a rendersi visibile a livello pubico sotto forma di una tumefazione tondeggiante: tale condizione è denominata globo vescicale.

Le cause possono essere di varia natura:

  • ostruttive,
  • infiammatorie–infettive,
  • farmacologiche,
  • neurologiche,
  • neoplastiche,
  • altre cause.

I sintomi principali della ritenzione urinaria sono:

  • dolore a livello dell’addome inferiore
  • comparsa di gonfiore al basso ventre (in caso si formi un globo vescicale)
  • alterazione della minzione (senso di incompleto svuotamento, bruciore e dolore alla minzione, nicturia)

e possono subentrare

  • infezioni delle vie urinarie,
  • gravi danni renale (se la situazione persiste).

La diagnosi è basata su anamnesi ed esame obiettivo, oltre che sull’evidente incapacità del paziente di urinare normalmente.

Gli esami strumentali come TC, ecografia, cistoscopia possono essere utili nel determinare la causa sottostante di ritenzione urinaria.

La ritenzione urinaria deve essere risolta quanto prima e prevede l’inserimento del catetere, così da permettere lo svuotamento vescicale; una volta cateterizzato il paziente diventa possibile studiare la ragione della ritenzione urinaria e trattarla così in modo mirato.

Cosa succede se non si fa la pipi

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Cause e classificazione

La ritenzione urinaria può presentarsi in forma:

  • Acuta: la ritenzione è improvvisa r accompagnata da forte dolore;
  • Cronica: la vescica ha il tempo di adeguarsi all’incompleto svuotamento di urina, per cui non si presenta dolore e si parla in tali casi di ristagno vescicale;
  • Incompleta: quando rimane un residuo di urina in vescica (corrisponde alla ritenzione urinaria cronica con ristagno vescicale);
  • Completa: insorge in maniera brusca, oppure può essere l’esito finale di una ritenzione urinaria incompleta.

Per definizione si parla di ritenzione urinaria quando il volume urinario in vescica raggiunge e supera i 400 ml.

Le possibili cause di ritenzione urinarie sono numerose:

  • Cause ostruttive:
    • Nell’uomo le cause ostruttive sono particolarmente frequenti a causa dell’iperplasia prostatica benigna. La prostata è un organo maschile localizzato subito al di sotto della vescica e che avvolge l’uretra alla sua origine in vescica (questo primo tratto dell’uretra prende il nome di “uretra prostatica”). A partire dai 50 anni, in circa un soggetto su due la prostata tende ad aumentare di dimensioni e questo provoca delle compressioni a livello dell’uretra con conseguente stenosi e difficoltà alla minzione e allo svuotamento vescicale.
    • Nella donna le cause ostruttive più frequenti sono il prolasso degli organi pelvici o la presenza di utero retroverso.
    • In entrambi i sessi vi può essere una stenosi uretrale di varia natura (infettiva, infiammatoria, congenita, neoplastica) che impedisce il corretto svuotamento vescicale e provoca quindi ritenzione urinaria.
    • Infine ricordiamo la possibilità di calcolosi vescicale (originati a livello renale o direttamente a livello vescicale).
  • Cause infiammatorie-infettive: Si tratta di un insieme di cause piuttosto frequente, ne fanno parte
    • le varie forme di prostatite (infiammazione della prostata) che spesso è di tipo batterico,
    • malattie infettive a trasmissione sessuale,
    • vulvo-vaginiti nella donna,
    • cistite (infiammazione della vescica).
  • Cause farmacologiche: Molti farmaci hanno tra i loro effetti collaterali la possibile comparsa di ritenzione urinaria; è sempre importante, soprattutto nei pazienti anziani, valutare attentamente la terapia farmacologica qualora si presenti il disturbo. I farmaci responsabili di ritenzione urinaria possono essere:
    • anestetici,
    • anticolinergici,
    • simpatico-mimetici,
    • oppiodi (come la morfina),
    • antidepressivi,
    • FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei).
  • Cause neurologiche: Si presentano qualora vi sia un danno o un’alterazione a livello del sistema nervoso centrale e periferico, soprattutto a carico di quelle strutture che governano la funzionalità vescicale e la minzione. Quando vi è una qualsiasi alterazione nel meccanismo nervoso di funzionamento della vescica si parla di “vescica neurogena” che si presenta con ritenzione od incontinenza urinaria. Le cause neurologiche più frequenti sono:
    • neuropatia diabetica,
    • tumori, emorragie o ischemie cerebrali,
    • lesioni del midollo spinale,
    • sclerosi multipla,
    • morbo di Parkinson,
    • danno ai nervi periferici.
  • Cause neoplastiche: I tumori rappresentano senz’altro la causa più grave di ritenzione urinaria, tra quelli coinvolti i più comuni sono i tumori
    • vescicali,
    • retroperitoneali,
    • ginecologici nella donna,
    • della prostata,
    • a carico dell’uretra o del pene,
    • del colon.
  • Altre cause: In questo gruppo eterogeneo troviamo:
    • gravidanza (l’utero ingrandito può comprimere la vescica portando a ritenzione urinaria),
    • complicanze post-operatorie, per lesioni iatrogene, stenosi cicatriziali,
    • anestesia epidurale,
    • traumi addominali con lesioni della vescica o della sua innervazione,
    • fecaloma rettale di grosse dimensioni.

Sintomi

La ritenzione urinaria si presenta con i seguenti sintomi:

  • Dolore al basso ventre, che tende a diventare ingravescente ed oppressivo (in caso di ritenzione acuta completa)
  • Tumefazione e comparsa di gonfiore a livello pubico (globo vescicale)
  • Minzione difficoltosa con flusso di urina debole e sensazione di incompleto svuotamento vescicale (tenesmo)
  • Minzione dolorosa (stranguria)
  • Minzione notturna (nicturia): necessità di alzarsi diverse volte la notte per urinare
  • Perdita incontrollata di urina (incontinenza urinaria)

Il paziente corre inoltre un aumentato rischio di sviluppare infezioni delle vie urinarie e idronefrosi (se la ritenzione si mantiene costante per lungo tempo, il ristagno di urina dilata tutte le strutture a monte come ureteri, bacinetto renale e rene, con grave rischio di insufficienza renale e danno permanente).

Anche per queste ragioni è di grande importanza che la diagnosi sia quanto più tempestiva possibile ed immediatamente seguita dalla terapia del paziente.

Diagnosi

La diagnosi è piuttosto agevole per il medico, che valuta semplicemente l’incapacità del soggetto di urinare un volume adeguato nelle 24 ore.

L’anamnesi è necessaria e fondamentale nel sospettare la causa sottostante alla condizione; l’esame obiettivo permette al medico di repertare i sintomi riferiti dal soggetto (minzione difficoltosa, nicturia, dolore), ed i segni clinici oggettivi (come la presenza di un globo vescicale).

Gli esami strumentali sono utili a diagnosi fatta per risalire alla causa della ritenzione urinaria. Spesso si richiede l’esecuzione di una TC o una serie di esami specialistici di pertinenza urologica (ecografia, cistografia, cistoscopia) per valutare attentamente la funzionalità vescicale (capacità di riempimento e di svuotamento).

Negli uomini è fondamentale l’esplorazione digito-rettale che può evidenziare, oltre alla presenza di un fecaloma, soprattutto la presenza di ipertrofia prostatica.

Cura

Il primo atto terapeutico cui va sottoposto un soggetto che presenti ritenzione urinaria è il cateterismo vescicale.

Il cateterismo consiste nell’inserire attraverso l’uretra un sottile tubicino (di gomma, silicone o altro materiale) che arriva sino in vescica. A livello vescicale questo tubicino presenta delle aperture che permettono all’urina di fuoriuscire all’esterno del catetere e di raccogliersi in una “busta di raccolta” graduata (che permetterà di determinare quanti ml di urina conteneva la vescica, e la diuresi nelle 24 ore).

Una volta effettuato il cateterismo vescicale sarà possibile determinare quale sia la causa responsabile della ritenzione urinaria e trattarla (ad esempio sospendendo dei farmaci ritenuti responsabili, o effettuando interventi chirurgici in caso di determinate patologie).

Alcune persone possono ridurre i sintomi della ritenzione urinaria semplicemente modificando il proprio stile di vita, modificando l’assunzione di bevande e le abitudini alimentari.
È inoltre possibile praticare tecniche di addestramento della vescica, eseguendo esercizi di Kegel o altre forme di fisioterapia.

Fonti e bibliografia

  • “Malattie dei reni e delle vie urinarie” – F.P. Schena, F.P. Selvaggi, L. Gesualdo, M. Battaglia. Ed. McGraw-Hill – quarta edizione

Cosa succede se non si urina?

Dolore al basso ventre, che tende a diventare ingravescente ed oppressivo (in caso di ritenzione acuta completa) Tumefazione e comparsa di gonfiore a livello pubico (globo vescicale)

Quanto tempo si può stare senza fare la pipì?

Se non si hanno problemi al sistema urinario, trattenere occasionalmente le urine non è pericoloso. Di solito la vescica si riempie circa 300 ml, e, a seconda del livello di idratazione, una persona dovrebbe svuotarla ogni tre/sei ore.

Cosa succede se non si urina per 12 ore?

Si manifesta con ipotensione, secchezza delle mucose e della cute, tachicardia, confusione mentale. Renali: in questo caso l'anuria può essere dovuta a una cattiva gestione delle cause pre-renali o post-renali conducendo a un danno renale come nella necrosi tubulare acuta.

Cosa fare se un paziente non urina?

Durante la minzione, è bene vuotare completamente la vescica, anche se richiede tempo. Se un paziente non urina affatto o trattiene una grande quantità di urina, un membro del personale dell'ospedale può infilare un tubo flessibile (catetere) nell'uretra fino alla vescica per fare uscire tutta l'urina.