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Come risalire all�anno di immatricolazione auto dalla targa: sistemi e alternative esistenti. Cosa fare e regole da seguireQuanto � importante la targa di un'auto?La targa auto rappresenta uno degli elementi fondamentali da avere e conoscere per l'identificazione di una vettura e circolare senza targa o con targa sbiadita rappresenta una violazione della legge. Ed è importante per risalire ai dati del proprietario di un mezzo, considerando anche che alcune targhe riportano chiaramente l’anno di immatricolazione del veicolo stesso. La targa di un'auto rappresenta un fondamentale elemento identificativo della vettura stessa e permette di risalire a molte informazioni importanti relative la stessa vettura. Targa auto: la sua importanza e a cosa serveLa targa di una vettura permette di risalire anche all’anno di immatricolazione di un’auto, se nel caso di acquisto questo non fosse chiaro. E’anche possibile, però, che in caso di incidente in cui la nostra auto sia stata danneggiata e non fossimo riusciti a prendere informazioni sul conducente del veicolo che ha provocato il danno, la targa possa essere l’unico elemento che ci permette di risalire al proprietario dell’altra vettura. Scoprire anno di immatricolazione da targa: come farePer scoprire l’anno di immatricolazione auto dalla targa, basta semplicemente collegarsi a uno dei siti specializzati, come targheitaliane.com, o al sito dell’Agenzia delle Entrate, inserendo il numero di targa, e da cui è avere diversi dati e informazioni sull’auto che interessa come:
Ma per risalire all’anno di immatricolazione di un veicolo attraverso la targa è possibile anche solo leggere le prime due lettere che compongono la targa: ogni anno, infatti, queste lettere vengono erogate dalla Motorizzazione in ordine alfabetico (AA000AA, AA001AA, e così via) e i lotti vengono poi distribuiti alle singole province in multipli di 1.000. In alternativa, è possibile risalire all’anno di immatricolazione auto dalla targa semplicemente consultando il libretto di circolazione dell’auto in questione, se sia a disposizione, perché riporta due lettere e due numeri che indicano rispettivamente la provincia e l’anno di immatricolazione. Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Targa automobilistica della provincia autonoma di Bolzano (formato in vigore dal 1999)Le targhe d'immatricolazione dell'Italia hanno una storia risalente alla fine del XIX secolo. Vengono prodotte nella cartiera dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, il cui stabilimento ha sede a Foggia. Storia[modifica | modifica wikitesto]1897–1901[modifica | modifica wikitesto]Le prime targhe veicolari italiane furono previste con il Regio decreto 16 dicembre 1897, n. 540 che introduceva l'obbligo di dotare i
velocipedi di una targa comunale. 1901–1905[modifica | modifica wikitesto]L'esemplare di targa "GENOVA 83" conservato nel Museo dell'automobile di TorinoCon il Regio decreto 28 agosto 1901, n.
416 viene promulgato il primo "Regolamento per la circolazione delle vetture automobili sulle strade ordinarie", il cui articolo 91 dispone l'obbligatorietà di dotare tutte le vetture circolanti di un'apposita targa fissa, su concessione della locale prefettura. La targa, da realizzarsi a cura e
spese del proprietario, doveva essere in metallo e riportare, per esteso e in caratteri ben visibili, il nome della provincia e il numero di licenza rilasciata dalla prefettura. Di questo periodo esistono tuttora cinque esemplari: un "GENOVA 83" e un "TORINO 427", entrambi al Museo dell'automobile di Torino (di cui il primo venne applicato su una
FIAT 3 ½ HP, il secondo su nessun veicolo), un "PADOVA 2", conservato al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano e fissato sul triciclo
Bernardi[1] attualmente esposto presso il Museo di macchine Enrico Bernardi dell'Università degli Studi di Padova, un "ANCONA 8"[2] e un "BRESCIA 27", montato su una
Georges Richard two-seater di proprietà di un collezionista del bresciano, il quale la impiega ancor oggi in vari eventi d'auto d'epoca in tutto il mondo. Questa vettura e la Bernardi sono le uniche due ad aver mantenuto la loro targa originaria.
1905–1927[modifica | modifica wikitesto]Targa anteriore, con il numero indicante la provincia d'immatricolazione (2 = Ancona), apposta sul radiatore di un'Isotta Fraschini TM (1912-14)All'epoca ovviamente non si immaginava che le automobili avrebbero avuto un tale boom; per questo, nel 1905, si eliminò il nome completo della città per far posto a targhe composte da un numero, di solito rosso, che indicava la provincia di provenienza, accanto al quale erano scritti in nero un trattino ed il numero d'immatricolazione. Le targhe venivano prodotte in base al numero assegnato dalla prefettura, ma come nel periodo precedente il compito della loro realizzazione spettava al proprietario del veicolo con la possibilità di farle predisporre dal Touring Club Italiano; per questo motivo le targhe dell'epoca erano spesso molto diverse tra di loro[4].
1927–1948[modifica | modifica wikitesto]Targa posteriore su un'unica riga di una Fiat 501 S del 1928Formato di targa posteriore (con caratteri Garamond e bollo del fascio littorio) usato da giugno 1932 a marzo 1945Il logo del CONI nella targa anteriore di una Fiat 501 S del 1921Nel 1927 Mussolini, con una serie di leggi, riformò la legislazione provinciale e, tra i vari mutamenti, cambiò anche l'impostazione delle targhe: esse ora si configuravano con una
sigla di due lettere rappresentanti la provincia[6]: la prima corrispondeva alla prima lettera del capoluogo, la seconda a una delle lettere seguenti (ad eccezione di
Roma che conteneva il nome completo) e a seguire un numero progressivo da 1 a 999 999 (si passerà poi all'introduzione di lettere, superato il milione). Con le nuove targhe, inoltre, venne definitivamente abolito l'obbligo di ancorare la targa al telaio del veicolo tramite fil di ferro piombato dalla
Prefettura competente per provincia[7].
L'ultima autovettura con targa automobilistica italiana a
Zara fu immatricolata il 31 luglio 1943, con numerazione Targhe delle colonie italiane[modifica | modifica wikitesto]Targa d'immatricolazione posteriore di un autoveicolo del governatorato di Addis Abeba (settembre 1937–dicembre 1941)Nel 1927 l'Italia possedeva le colonie della
Libia, dell'Eritrea, della Somalia e del Dodecaneso, cui si aggiunsero
l'Etiopia nel 1937, l'Albania nel 1939 e la
Dalmazia nel 1941, comprendente la provincia di Spalato e quella di Cattaro.
Tali regioni, non facendo parte del territorio metropolitano dello Stato, erano soggette a normative e regolamenti particolari adottati in loco. In Eritrea i primi veicoli avevano targhe con caratteri amarici in bianco su nero. Con il Decreto dell'Alto Commissario dell'Africa Orientale del 27 agosto 1937, nr. 7298, pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Colonia Eritrea, comparvero le targhe Africa Orientale Italiana (A.O.I.), le quali cessarono alla fine del 1941. La targa d'immatricolazione posteriore, in stile 1932, ha caratteri bianchi non ornati su sfondo nero[9] e recavano in alto la sigla seguita dal bollo del fascio littorio e in basso la numerazione progressiva da 0001. Le lettere erano di altezza leggermente ridotta rispetto alle cifre; dopo il numero 9999 la prima cifra figurava in alto a destra. Lungo il lato sinistro era impresso il tricolore italiano, disposto verticalmente, e nei relativi tre spazi erano posizionate, dall'alto in basso, le lettere nere A (su verde), O (su bianco) e I (su rosso). Anche nella targa anteriore, pure in bianco su nero, la sigla precedeva il numero; il tricolore, disposto orizzontalmente, era riportato in piccolo sopra la targa stessa e centrato rispetto a quest'ultima. 1948–1951[modifica | modifica wikitesto]Targa posteriore di un'auto con formato emesso nella zona A del Territorio Libero di Trieste dalla fine del 1947 al 1954 in una foto d'epocaDal 1º gennaio 1948 a maggio 1951, dopo l'entrata in vigore della Costituzione, nelle targhe sia anteriori sia posteriori
comparve l'emblema della Repubblica Italiana, ossia una stella a cinque punte all'interno di una ghirlanda e con al centro le lettere "RI", sostituendo lo stemma dei mutilati, utilizzando però gli stessi colori e formato delle targhe precedenti (sfondo nero e caratteri bianchi, dimensioni di 320 × 220 mm). 1951–1976[modifica | modifica wikitesto]Targa posteriore in uso nella provincia di Livorno dal 1951 al 1976Targa anteriore (formato 1951–1976) di un veicolo immatricolato nella provincia di CagliariDal maggio 1951 al 14 marzo 1976 cambiarono i caratteri
utilizzati (diventarono più lineari) e le dimensioni delle targhe posteriori: 275 × 200 mm anziché 320 × 220 mm. Non erano previste targhe posteriori su un'unica riga. Fino al 1963 i caratteri delle targhe anteriori furono uguali a quelle delle targhe
posteriori.
1976–1985[modifica | modifica wikitesto]Targa d'immatricolazione anteriore e posteriore del periodo 1976–1985 (provincia di Roma)Dal 15 marzo 1976 al 5 maggio 1985 (l'effettiva data di introduzione varia, a seconda della provincia, tra dicembre 1975 e febbraio 1977), mentre la targa anteriore rimane invariata, viene modificata quella posteriore: lo sfondo resta nero con caratteri bianchi, mentre la sigla della provincia assume colore arancione. Questo cambiamento divide la targa in due parti: la prima con la sigla della provincia di appartenenza (arancione) e la seconda con il numero progressivo e la ripetizione in piccolo della provincia prima del numero, sopra lo stemma RI. La parte con la provincia viene fornita in due versioni in base al vano targa sul quale va montata: una più lunga e con la provincia centrata, l'altra più corta e la provincia posizionata a sinistra. Sulle automobili progettate per le targhe precedenti oppure americane, cioè quadrate, la sigla della provincia occupa lo spazio superiore, sopra la parte con la numerazione progressiva; il pezzo più corto con la sigla a sinistra è usato invece negli autoveicoli con il vano targa rettangolare, impressa sulla sinistra prima del numero. Questo nuovo tipo di targhe introdusse anche in Italia il formato rettangolare con numeri e lettere su un'unica riga (all'epoca l'Italia era l'unico Paese europeo a non prevederlo), risolvendo i problemi di posizionamento della targa sulle auto di produzione straniera; in breve tale formato verrà preferito al vecchio anche dai costruttori italiani, sia per i nuovi modelli (come la Fiat Ritmo) sia per i restyling di quelli già esistenti (come la Fiat 127 o l'Alfa Romeo Alfasud). Rappresentazione schematica:
1985–1994[modifica | modifica wikitesto]Targa automobilistica posteriore della provincia di Verona del tipo emesso tra il 1985 e il 27 febbraio 1994Targa anteriore (formato 1985–1994) della provincia di MilanoTra il 6 maggio 1985 e il 27 febbraio 1994 si ritorna al metallo, poiché la plastica era meno resistente alle intemperie e
facilmente deformabile, con caratteri neri su sfondo bianco riflettente (scritta PGS-B1 o PGS-A1); la targa anteriore, che dal 1934 era rimasta molto piccola (262 × 57 mm), viene decisamente ingrandita (340 × 115 mm), anche se non portata alle stesse dimensioni dei due pezzi della targa posteriore, come invece accadeva nella maggior parte degli stati europei, e la sigla della provincia, che nelle vecchie
targhe anteriori seguiva il numero, ora lo precede come in quelle posteriori.
1994–1999[modifica | modifica wikitesto]Un esempio del formato introdotto il 28 febbraio 1994Dal 28 febbraio 1994 al 12 gennaio 1999 l'aspetto esteriore rimane pressoché invariato (in metallo, caratteri neri su sfondo bianco), ma la targa posteriore torna a essere costituita da un unico pezzo e viene rivoluzionato il sistema di numerazione: scompare la sigla della provincia e la targa si compone di una combinazione di sette caratteri alfanumerici costituiti da lettere nelle prime due e nelle ultime due posizioni e cifre nelle tre posizioni centrali. L'ordine è seriale per le tre cifre e poi per le quattro lettere, cosicché da ottenere ad esempio la sequenza AA 998 AA, AA 999 AA, AA 000 AB. Si utilizzano complessivamente 22 lettere (quelle dell'alfabeto inglese ad esclusione di I, O, Q per evitare ambiguità con i numeri e U) che formerebbero un totale di 234 256 000 possibili disposizioni. In realtà sussiste il rischio che altre categorie di targhe
automobilistiche replichino alcune combinazioni alfanumeriche delle targhe ordinarie, per cui alcuni abbinamenti di lettere sono stati esclusi. Le combinazioni ambigue già esaurite sono quelle che cominciano con CC (possono replicare le targhe dei veicoli del Corpo Consolare), con CD (possono replicare le targhe dei veicoli di
Corpi Diplomatici) e le targhe che sarebbero iniziate con la combinazione EE e che avrebbero replicato le targhe d'immatricolazione dei veicoli degli Escursionisti Esteri. La serie EE non è stata utilizzata da automezzi civili per motivi
di ambiguità, soprattutto per non creare problemi con i sistemi di rilevamento automatici. Rappresentazione schematica di una targa standard: Le targhe vennero assegnate alle province a lotti, seguendo indicativamente la frequenza delle immatricolazioni. Il nuovo sistema di numerazione fu introdotto quindi gradualmente, via via che le singole province esaurivano le targhe obsolete: le prime immatricolazioni avvennero nelle province di Ancona, Asti e Bergamo il 2 marzo del 1994 e recavano le combinazioni AA 000 DA, AB 000 MD e AA 000 DK; il lotto inaugurale con la combinazione AA 000 AA fu invece assegnato alla provincia di Terni. Fino al 1999 fu concesso alle province istituite nel 1992 (Biella, Verbano-Cusio-Ossola, Lecco, Lodi, Rimini, Prato, Crotone, Vibo Valentia) e ad altre province con cospicue rimanenze di targhe di vecchio tipo (come Viterbo, Isernia e Benevento) di continuare a distribuire targhe appartenenti al precedente sistema di numerazione: erano i proprietari dei veicoli da immatricolare che potevano scegliere il tipo di targa. In questo modo anche le nuove province poterono vantare la targa con la sigla automobilistica "provinciale" per alcune migliaia di veicoli, fino a un massimo di 12 000 per ogni nuova provincia. In virtù della distribuzione a lotti delle targhe, anche questo sistema di numerazione consente di risalire alla provincia di prima immatricolazione, sempre che non vi siano stati "prestiti" fra le province per sopperire a ritardi nelle consegne o a consumi anomali. Utilizzano comunque gli stessi lotti di targhe alcune province, come Firenze e Prato o Milano e Monza, in quanto condividono l'ufficio della Motorizzazione Civile (nel caso di Milano e Monza solo a livello amministrativo perché Monza ha fisicamente una sua sede distaccata della motorizzazione di Milano). A richiesta vengono fornite delle targhe posteriori (occasionalmente anche anteriori) in formato su due righe (dette in gergo "quadrotte"), destinate ai veicoli (fuoristrada, autocarri, auto d'epoca o di importazione) che non hanno il vano targa sufficientemente largo per ospitare targhe standard. Rappresentazione schematica di una targa quadrata: Il numero di autoveicoli immatricolati ha fatto sì che la prima lettera avanzasse di un'unità all'incirca ogni 5 anni. Dal 1994 ad oggi sono state emesse intorno a 65 milioni di combinazioni numeriche. Se dovesse mantenersi inalterata l'attuale media, la numerazione sarebbe sufficiente per vari decenni ancora, arrivando almeno fino al 2075. Dal 1999 a oggi[modifica | modifica wikitesto]Targa posteriore standard in uso dal 1999 con bande blu ai latiTarga anteriore sprovvista di sigla provinciale nella banda blu a destraFormato quadrato con serie iniziante per "Z"La mancanza della sigla della provincia non era gradita a molti italiani, tanto che fu commercializzata e adottata da molti automobilisti una banda di colore blu con l'indicazione della provincia in bianco, solitamente adesiva, da aggiungere lateralmente alla targa posteriore. Per soddisfare questa preferenza e per permettere l'identificazione immediata della provincia di prima immatricolazione, dal 13 gennaio 1999 avvenne un'ulteriore revisione che lasciò invariato il sistema di numerazione, cambiando invece l'estetica della targa. Le nuove targhe sono basate sul formato comune introdotto dal regolamento dell'Unione europea (CE) n. 2411/98 del Consiglio del 3 novembre 1998: hanno due fasce blu ai lati, su quella a sinistra sono presenti in colore giallo le dodici stelle, rappresentate in cerchio, dell'Unione europea e in colore bianco la lettera "I" dell'Italia; ciò ha eliminato l'obbligo di incollare l'ovale con la sigla nazionale, che spesso provocava confusione. Sulla banda a destra sono facoltativamente posizionate in alto, dentro un cerchio con contorno giallo, due cifre gialle che indicano l'anno della prima immatricolazione (es.: 05 = 2005), mentre in basso si può applicare, sempre su richiesta del proprietario del veicolo, la sigla della provincia o città metropolitana di residenza dell'intestatario, in colore bianco o grigio. Anno e sigla sono adesivi e vengono generalmente incollati al momento dell'immatricolazione oppure, se non applicati, consegnati al proprietario assieme al libretto di circolazione del veicolo. Per le province autonome a statuto speciale di Trento e Bolzano, e per la Valle d'Aosta sono presenti rispettivamente gli stemmi provinciali o regionali sopra la seconda lettera, che viene per questo riportata in dimensioni ridotte. Per effetto delle bande laterali, le nuove targhe sono di 3 cm più larghe delle precedenti, mentre i caratteri sono più marcati, inoltre non c'è più lo spazio tra le cifre e le due lettere a destra.
Le targhe con le due fasce blu ai lati sono state introdotte a partire da BB 000 HH, assegnato a Varese per quanto riguarda quelle su una sola riga, e da ZA 400 LV per quelle su due righe. Dal 2003 viene inoltre modificata la filigrana delle targhe, precedentemente P.G.S. A/B 1/2, cioè Provveditorato generale dello Stato (A e B sono due diversi tipi di patina: 1 o 2 se la patina è rispettivamente bianca o gialla), ora M.E.F. A/B/C 1/2, ovvero Ministero dell'economia e delle finanze. Nel 2011 è stata saltata l'intera serie avente come combinazione iniziale le lettere EE, per evitare di confondere le targhe con quelle degli Escursionisti Esteri; alla numerazione ED 999ZZ è quindi seguita EF 000AA. Rappresentazione schematica della targa standard attuale: Rappresentazione schematica della targa quadrata attuale: Vecchio sistema di numerazione[modifica | modifica wikitesto]Il primo esemplare di automobile immatricolato in Italia avente una targa costituita anche da lettere. Fu installata il 7 aprile 1965 su un'Alfa Romeo Giulia TI, destinata come auto di servizio al direttore del Corriere della Sera[10]. Sulla destra si può vedere Giuseppe Luraghi, all'epoca presidente dell'Alfa Romeo
Le targhe degli altri veicoli[modifica | modifica wikitesto]Autocarri, autobus e veicoli assimilabili utilizzano le stesse targhe destinate alle automobili. Altre categorie di veicoli (motocicli, ciclomotori, rimorchi, macchine agricole, macchine operatrici e filobus) hanno invece targhe specifiche. In passato anche le targhe per questi particolari veicoli, come quelle per le automobili, erano emesse su base provinciale; a partire dal 1994 è stato introdotto per ogni tipo di targa (tranne che per i filobus) un sistema di numerazione unico per tutta Italia, tuttavia, a causa del basso numero di veicoli speciali immatricolati, molte province hanno continuato per molti anni a distribuire targhe di vecchio tipo per smaltire le scorte. Motoveicoli[modifica | modifica wikitesto]Targa di un motociclo immatricolato nel 2000Formato introdotto nel giugno 1932, con numerazione sopra il bollo del fascio littorio e la sigla della provincia, in una Benelli 175 Sport d'epocaTarga di uno scooter con caratteri Garamond in uso da giugno 1932 al 1951Targa di uno scooter con caratteri in uso dal 1951 al 1985La targa dei motoveicoli di cilindrata superiore ai 50 cm³, secondo l'ultima revisione (1999), è di dimensioni maggiori di quelle emesse fino al 31 dicembre 1998 (177 × 177 mm anziché 165 × 165 mm), disposta su due linee, con caratteri neri su fondo bianco riflettente. Sui lati della prima riga, oltre a due lettere che avanzano progressivamente in ordine alfabetico, vi sono delle bande blu recanti a sinistra le dodici stelle dell'Unione Europea e la sigla internazionale I dell'Italia, a destra l'anno d'immatricolazione e la sigla della provincia (opzionali), mentre la seconda riga è occupata da cinque cifre. Rappresentazione schematica della targa di un motoveicolo della provincia di Milano dal 1905 al 1927: Targa per moto con formato usato dal 1927 a giugno 1932: Formato utilizzato da giugno 1932 al 1985: Grafica in uso dal 1985 al 1994: Design in uso dal 1994 al 1999: Rappresentazione schematica di una targa attuale: In passato anche le targhe motociclistiche hanno avuto una numerazione legata alle sigle provinciali[13]. In tutte le sue edizioni è stata mantenuta la distribuzione delle lettere e delle cifre su due righe. Nelle prime 9999 targhe di ogni provincia (salvo alcune eccezioni per quelle di più recente istituzione) compariva prima il numero e poi la sigla della provincia. Per i numeri successivi la targa era in grado di ospitare fino a sei cifre: le ultime quattro venivano posizionate sulla riga inferiore, la prima e la seconda quando presenti (con eventuali zeri di riempimento) erano impresse sulla prima riga, alla destra dei due caratteri della sigla della provincia. La disposizione era quindi analoga a quella utilizzata per gli autoveicoli. Dal 1927 fino a giugno del 1932 avevano caratteri bianchi su sfondo nero; in quell'anno le targhe precedentemente emesse vennero sostituite con altre di nuovo tipo con sfondo bianco e caratteri blu. In effetti, osservando le visure dei vari "nuovi numeri 1", si notano iscrizioni al P.R.A. a partire da ottobre 1933. Da ottobre 1933 i motoveicoli nuovi partirono con la nuova numerazione e vennero anche targate tutte le moto 175 che fino ad allora circolavano senza targa. Queste ultime dovettero affrettarsi a munirsi di targa perché altrimenti non avrebbero potuto più circolare, per questo motivo presero spesso i primi numeri, mentre ai proprietari delle moto ante '33 già targate in precedenza fu dato circa un anno di tempo per ritirare la nuova targa, per questo motivo presero poi numeri più alti. Fino al 1934 circolarono coppie di motocicli con la stessa numerazione, emesse con la vecchia serie (1927-1933) e la nuova (dal 1933). Alle nuove bianco/blu furono apportate solo piccole modifiche: negli anni quaranta venne introdotto lo stemma dell'Associazione Mutilati Invalidi, dal '49 l'emblema della Repubblica Italiana, negli anni cinquanta vennero revisionati i caratteri, negli anni sessanta si passò dal metallo alla plastica. Nel 1985, cioè con la corrispondente revisione dell'aspetto e della foggia delle targhe automobilistiche, le targhe per motocicli adottarono i caratteri neri e lo sfondo riflettente. Durante l'uso della numerazione legata alle sigle provinciali nessuna provincia ha immatricolato 1 000 000 o più motocicli, dunque non è stato necessario ricorrere a combinazioni alfanumeriche per gestire le immatricolazioni delle province più popolose. A partire da marzo del 1994 i due caratteri non rappresentano più la provincia ma una combinazione alfanumerica che varia in maniera analoga a quella delle targhe automobilistiche. Per evitare duplicazioni non vengono utilizzate le sequenze identiche a quelle delle sigle provinciali. Anche per i motocicli dal 1994 al 1999 non era più riportata la sigla di provincia e la disposizione dei caratteri era la seguente: sulla prima riga due lettere e una cifra, sulla seconda riga le restanti quattro cifre. Così come già accaduto per le targhe delle autovetture, anche per quelle dei motocicli la serie "EE" è stata saltata per non creare confusione con le targhe riservate agli Escursionisti Esteri. Pertanto alla numerazione ED 99999 è seguita EF 00000. Le targhe per motocicli si applicano anche ai veicoli ad essi assimilati, ovvero ai motocarri e mototrattori di cilindrata superiore a 50 cm³, nonché ai quadricicli. Ciclomotori[modifica | modifica wikitesto]La targa per ciclomotori utilizzata dal 1993 al 2006 ("targhino")La targa dei ciclomotori in uso dal 14 luglio 2006Fino al 30 settembre 1993 i ciclomotori erano privi di targa. I motocicli di cilindrata inferiore ai 50 cm³ e non omologati per il trasporto di un passeggero avevano una targa propria (o contrassegno di circolazione) legata al proprietario del veicolo e non al mezzo; ciò permetteva di poter utilizzarla su mezzi diversi. Queste targhe erano caratterizzate da forma esagonale (gli angoli superiori erano tagliati) e sfondo bianco, con una combinazione di cinque caratteri neri distribuiti su due righe, due sulla prima e tre sulla seconda. Erano state introdotte a partire dal 1º ottobre 1993 e l'immatricolazione da allora avrebbe riguardato sia i veicoli nuovi sia quelli antecedenti a tale data. La prima targa di questo sistema, le cui dimensioni erano di 97 × 115 mm, è stata 00/001; si procedeva nell'ordine secondo cui prima venivano i numeri dallo zero al nove e poi le lettere dalla A alla Z: ad esempio dopo la targa 45/678, è venuta la 45/679 e dopo ancora la 45/67A. Una volta arrivati alla 45/67Z, si è passati alla 45/680, fino a 9Z/ZZZ. Questo sistema, che ripartì da A0/001 ad aprile 2002, arrivò fino alla stampa della combinazione AF080, dopodiché si passò a un nuovo sistema. Il 14 luglio 2006 è stato introdotto un nuovo tipo di targhe. Le targhe attuali hanno forma quadrata (142 × 122 mm) e sfondo bianco, con una combinazione di sei caratteri neri (20 lettere e 8 numeri) disposti su due righe da tre caratteri ciascuna; i caratteri 0, 1, A, E, I, O, Q, U, non vengono utilizzati. La prima targa del nuovo sistema è stata quindi X22222 assegnata alla provincia di Palermo. Il criterio di numerazione è di 6 caratteri in base 28 (8 numeri e 20 lettere), che formano un totale di 481 890 304 possibili combinazioni, mentre il sistema precedente era di 5 caratteri in base 32 (10 numeri e 22 lettere). La lettera X in testa alla sequenza serve solo da discrimine alfanumerico tra targhini e nuove targhe. Entro il 13 febbraio 2012 tutte le targhe ciclomotori del primo tipo, ovvero i "targhini" a 5 caratteri, avrebbero dovuto essere rimpiazzate dalle nuove targhe a 6 caratteri. Le targhe per ciclomotori si applicano anche ai veicoli ad essi assimilati, ovvero a motocarri e mototrattori di cilindrata inferiore a 50 cm³, e ai quadricicli leggeri. Rimorchi[modifica | modifica wikitesto]Formato per rimorchi utilizzato dal 1932 al 1959Dal 1927 al 1932 i rimorchi e i semirimorchi avevano targhe simili a quelle automobilistiche,
erano però contraddistinte dalla scritta RIMORCHIO sopra i numeri e la provincia. Le targhe emesse a partire dal 1994 erano composte, come quelle dei motocicli, da due lettere e cinque cifre. Misuravano 340 × 109 mm e si presentavano bianche con caratteri neri, su un'unica linea, mentre sulla riga superiore c'era scritto in rosso "RIMORCHIO". Le coppie di lettere corrispondenti alla sigla di una provincia non venivano saltate, contrariamente alle targhe delle motociclette, causando a volte confusioni con le precedenti targhe d'immatricolazione a base provinciale. Targa ripetitrice con formato in uso dal 28 febbraio 1994 da applicare sui rimorchi sprovvisti di targa propria, ovvero immatricolati prima del 20 febbraio 2013Dal 1959 al 2013 i rimorchi dovevano sempre esporre, accanto alla targa propria, quella ripetitrice del veicolo trainante, contrassegnata da una R. La targa ripetitrice fino al 1994 seguiva la sigla della provincia e anteriormente al 1985 non si diversificava dalle targhe delle automobili (fondo nero e caratteri bianchi); era contraddistinta da una "R" sopra la sigla provinciale nei modelli 1976–1985, mentre nei modelli 1959–1976 la lettera si trovava sopra lo stemma della Repubblica. Nel 1985 diventarono gialle con caratteri neri composti da adesivi da applicare sul fondo seguendo la numerazione della motrice; la lettera "R" divenne di colore rosso. Formato per rimorchi, roulotte e carrelli appendice introdotto il 20 febbraio 2013Dal 20 febbraio 2013 i rimorchi (fatta eccezione per quelli agricoli) e i semirimorchi di nuova immatricolazione sono muniti soltanto di una targa simile a quella posteriore degli autoveicoli, senza più targa ripetitrice. Lo prevede il D.P.R. 28 settembre
2012, n. 198[15] che, fra l'altro, modifica gli artt. 258, 259 e 260 del regolamento di esecuzione e attuazione del codice della strada, il cui art. 100, comma 4,
prevedeva che tutti i rimorchi, quando erano agganciati ad una motrice, dovessero essere muniti posteriormente di una targa ripetitrice con i dati d'immatricolazione del veicolo trainante. Rappresentazione schematica della targa attuale: Schema di targa per rimorchio dal 1994 al 2013: Schema di targa per rimorchio dal 1985 al 1994: Schema di targa per rimorchio dal 1959 al 1985: Schema di targa per rimorchio dal 1932 al 1959: Macchine agricole[modifica | modifica wikitesto]Formato per macchine agricole utilizzato dal 1985Targa di un veicolo agricolo con grafica emessa dal 1951 al 1985Le macchine agricole sono
munite di una targa propria solo posteriore: la serie corrente, entrata in vigore nel 1994, ha una forma quadrata (165 × 165 mm) e uno sfondo giallo con caratteri di colore nero; la numerazione è del tipo Formato pre-1951[modifica | modifica wikitesto]Targa U.M.A. apposta su un trattore della provincia di BresciaDal 1927 al 1951 l'unica targa di cui erano provvisti tali veicoli era anteriore, triangolare, rossa con le scritte argento e su quattro linee. In alto, sotto lo stemma di una croce all'interno di un quadrato, erano posizionate le lettere U.M.A., che sormontavano le parole MOTORE sulla seconda riga e AGRICOLO sulla terza; sulla linea inferiore erano impressi la sigla provinciale e, dopo una spaziatura, un numero composto da un massimo di cinque cifre. Queste targhe, più piccole e molto più leggere di quelle ordinarie, non appartenevano al veicolo vero e proprio, ma, come dice il nome stesso, al motore, sebbene fossero fissate sulla carrozzeria come targhe normali. Venivano rilasciate agli agricoltori destinatari dell'assegnazione di carburante a prezzo agevolato, privo di accise (vd. Utenti motori agricoli). Il formato originario presentava in alto lo stemma della Confederazione Fascista degli Agricoltori (C.F.A.), rappresentato da un rombo contornato da una fune con al suo interno un gladio formato da una spiga (nella lama), da un fascio (nell'elsa) e da un pane (nella guardia). Le lettere U.M.A. sono le iniziali di "Utenti Motori Agricoli". Al termine della seconda guerra mondiale fu modificato lo stemma e, in un secondo momento, fu cambiato anche il colore, che divenne assai più cupo. Intorno agli anni '70 queste targhe subirono un ulteriore cambiamento, con la rimozione della sigla "U.M.A." e l'inserimento dell'emblema della Repubblica Italiana[16]. Macchine operatrici[modifica | modifica wikitesto]Targa di una macchina operatrice con formato in uso dal 1994Formato 1992–1994Nel Codice della strada italiano, le
macchine operatrici sono definite come macchine semoventi o trainate, a ruote o a cingoli, destinate ad operare su strada o nei cantieri, equipaggiate, eventualmente, con speciali attrezzature; vi rientrano i veicoli elettrici per la pulizia e la manutenzione delle strade. Esse dispongono di una targa posteriore quadrata (165 × 165 mm) a caratteri rossi su fondo giallo che dal
1994 segue la numerazione su doppia linea del tipo Filobus[modifica | modifica wikitesto]Targa posteriore di un filosnodato Solaris Trollino 18 in servizio a BolognaIl Decreto del Ministero dei trasporti del 3 dicembre
1984 introdusse l’obbligo di targatura posteriore ed anteriore per i filobus, ma solo nel 1987 vennero determinate le caratteristiche delle targhe apposite. Questi veicoli utilizzano una targa propria, rettangolare (320 × 115 mm), con fondo blu e testo
bianco retroriflettente su una sola riga. La numerazione è costituita dall'attuale sigla automobilistica della provincia, dal logo dell'azienda esercente e da un'indicazione del numero di matricola aziendale del mezzo; se la matricola è a tre cifre viene riportata integralmente, se le cifre sono quattro (come a Roma, a Genova e su alcuni mezzi di Bologna) la prima viene omessa, mentre se la matricola è a due cifre la prima cifra della targa è 0. Se nella stessa provincia ci sono più aziende con
veicoli filoviari aventi la stessa matricola, la loro targa differisce solo nel logo, mentre le cifre sono uguali in entrambe (al momento ciò succede solo a Napoli). Targhe dei Corpi militari[modifica | modifica wikitesto]Nel 1905 una Istruzione sul servizio automobilistico prescriveva per i veicoli appartenenti alle Forze Armate una targa metallica bianca riportante la sigla in rosso S.zio M.re (abbreviazione di "Servizio Militare") seguita da un numero di tre
cifre in nero. Nel 1909 tale disposizione venne però contraddetta dall'articolo 23 del R.D. 29 luglio 1909, che prevedeva anche per i veicoli militari l'immatricolazione con normale targa civile. L'anno successivo, il R.D. n. 612 del 31 agosto 1910 concedeva ai veicoli militari l'esenzione dalla tassa di circolazione, notificando però
l'obbligo di affiancare alla targa civile una targa riportante la scritta "SERVIZIO MILITARE". Il R.D. n. 811 del 2 luglio 1914 pose fine a questa situazione contraddittoria disponendo che le Forze Armate immatricolassero i propri veicoli. Successivamente l'articolo 26 del R.D. n. 1814 del 29 luglio 1927, attuativo del
Pubblico registro automobilistico, escluse dall'iscrizione al PRA i veicoli "in uso ai corpi armati dello Stato", inclusi quelli dei Vigili del fuoco, della
Croce Rossa Italiana e del Sovrano militare ordine di Malta. Aeronautica Militare[modifica | modifica wikitesto]Targa di un'Alfa Romeo Giulietta dell'Aeronautica Militare con formato emesso dal 1997Fino al 31 ottobre 1982 le targhe dell'Aeronautica Militare presentavano le lettere AM in rosso seguite da un numero variabile di cifre (da una a cinque) che veniva assegnato in gruppi ai vari tipi di veicoli, come si può capire dalla tabella sotto riportata. I rimorchi e i trattori avevano al termine della numerazione rispettivamente una "r" ed una "t" minuscola rossa.
A novembre del 1982 è cambiata la grafica della targa, con l'introduzione della stellina verde a destra della sigla "AM" e la disposizione su un'unica riga, ma non la numerazione. Capitanerie di Porto – Guardia Costiera[modifica | modifica wikitesto]Targa anteriore di un veicolo in dotazione alla Capitaneria di Porto - Guardia Costiera di VeneziaIl formato utilizzato dalle targhe delle
Capitanerie di porto non ha subìto modifiche sostanziali nel tempo. Le lettere CP occupavano la riga superiore e le cifre quella inferiore fino al 1982, anno in cui per i soli autoveicoli si è passati al tipo di
targa su un'unica linea.
I rimorchi sono stati introdotti solo negli anni novanta, per cui le loro targhe sono sempre state su una sola riga, con la "R" rossa. Corpo forestale dello Stato[modifica | modifica wikitesto]Targa posteriore applicata ad un'Alfa Romeo 159 del Corpo Forestale dello Stato con sigla "CFS" cessata nel 2017Fino alla data dell'assorbimento nell'Arma dei Carabinieri (1º gennaio 2017), il Corpo adottava targhe con sigla CFS in rosso seguita dalla combinazione alfanumerica del tipo 000 AA. Rappresentazione schematica: Corpo forestale nelle regioni a statuto speciale[modifica | modifica wikitesto]Dal 2000 nelle regioni a statuto speciale, dove il Corpo forestale dello Stato non è presente, per i Corpi regionali si adotta
generalmente una targa del tipo Rappresentazioni schematiche targhe posteriori con sigla CF delle province autonome e regioni a statuto speciale: Provincia autonoma di Bolzano - prima e seconda serie:
Provincia autonoma di Trento: Sardegna[19]: Sicilia: Valle d'Aosta: Friuli-Venezia Giulia - prima e seconda serie:
Croce Rossa Italiana[modifica | modifica wikitesto]Targa di un automezzo della Croce Rossa Italiana, del tipo in uso dal 2007Formato utilizzato dal 2002 al 2007Targa "CRI" del tipo emesso dal 1983 al 2002 per le sole ambulanzeI veicoli della Croce
Rossa Italiana, al contrario di quelli delle altre pubbliche assistenze, circolano con targa militare[20], come disposto dall'articolo 26 del
regio decreto del 29 luglio 1927 nº 1814[21], che esenta detti mezzi dall'iscrizione al
Pubblico registro automobilistico equiparandoli a quelli "dei Corpi armati dello Stato". Di fatto però tale targa fu applicata sin dal 21 agosto
1911[22], sebbene in contrasto con la norma allora in vigore[23], che prevedeva un unico tipo di targa per vetture militari e civili,
senza eccezioni. La situazione venne ufficializzata nel 1913. Motocicli[modifica | modifica wikitesto]Le targhe per i motocicli della Croce Rossa Italiana sono rettangolari, su due righe: sulla prima è scritta la sigla CRI in rosso seguita dal simbolo della Croce Rossa e sulla seconda è posizionato il numero d'immatricolazione di tre o quattro cifre. Tale formato è utilizzato anche per i rimorchi, le roulotte e i ciclomotori. Rappresentazione schematica: CRI Esercito Italiano[modifica | modifica wikitesto]Targa di un automezzo dell'Esercito ItalianoTarga di un veicolo storico dell'Esercito ItalianoLe targhe per i veicoli dell'Esercito Italiano,
caratterizzate dalla sigla EI in rosso e dal fondo bianco con una stella verde, sono state introdotte nel 1947. I rimorchi di questo Corpo hanno sempre mantenuto lo schema
I motocicli
adottano il sistema Arma dei Carabinieri[modifica | modifica wikitesto]Targa d'immatricolazione di una vettura dell'Arma dei CarabinieriFino al 2000 la serie di targhe con codice "EI" identificava anche i veicoli appartenenti all'Arma dei Carabinieri, che a seguito dello scorporo dall'Esercito Italiano è divenuta forza armata autonoma adottando per i propri veicoli le targhe con sigla CC rossa. Dal 2017 tale sigla viene assegnata anche ai mezzi in dotazione al Comando unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare, che sono presenti sia in livrea verde (ex veicoli del Corpo forestale dello Stato, ai quali è stata applicata la scritta Carabinieri) che in livrea blu scuro (veicoli nuovi, che presentano la classica livrea dei carabinieri ma riportano il numero di telefono 1515 sulle fiancate, al posto del canonico 112). Guardia di Finanza[modifica | modifica wikitesto]Targa posteriore di una Fiat Punto della Guardia di Finanza con coda alfanumerica utilizzata da marzo 1981A partire dal 1946 le targhe della Guardia di Finanza hanno avuto la sigla G.diF. in rosso sulla prima riga e un numero nero di quattro cifre sulla seconda. Marina Militare[modifica | modifica wikitesto]Formato emesso dal 1987 al 1997Targa "MM" del tipo in uso dal 1997Fino a tutto il 1986, nelle targhe dei veicoli della
Marina Militare il codice MM, di colore rosso, precedeva un blocco numerico di cinque cifre assegnato in base ad una ripartizione territoriale dei comandi militari marittimi. Roma aveva come cifra iniziale "1", La
Spezia "2", Taranto "3", Napoli "4", Ancona "5", Venezia "6", La
Maddalena "7", Brindisi "8" e Messina "9".
I comandi di Venezia e Brindisi non rilasciavano più targhe, ma utilizzavano quelle di Ancona e di Taranto. Rimorchi[modifica | modifica wikitesto]Prima del 1997 i rimorchi hanno utilizzato targhe in alcuni casi senza alcun segno distintivo, mentre in altri, comunque non molto frequenti, era impressa una piccola "R" rossa in varie posizioni. A partire dal 1997, con l'introduzione del nuovo formato, è stata realizzata anche una targa speciale per i rimorchi, con la dicitura "RIMORCHIO" in rosso e in alto, di dimensioni ridotte. Sovrano militare ordine di Malta[modifica | modifica wikitesto]Targa "SMOM" su un veicolo dell'ACISMOML'Italia è l'unico Paese al mondo a riservare la targa speciale SMOM (acronimo di Sovrano Militare Ordine di Malta), emesse dal Ministero
della difesa, ai veicoli dell'Associazione dei cavalieri italiani del sovrano militare ordine di Malta (ACISMOM)[24]. Le autovetture dei
vertici del Sovrano militare ordine di Malta circolano invece con targa diplomatica italiana, essendo lo SMOM un soggetto di diritto internazionale. Rappresentazione schematica targa SMOM per moto: Vigili del fuoco[modifica | modifica wikitesto]Targa utilizzata dai mezzi dei Vigili del fuocoPer i mezzi del Corpo nazionale dei vigili del fuoco viene emessa una targa propria a partire dal 1º agosto 1938; precedentemente a questa data si utilizzavano targhe civili. Da allora hanno subito leggere modifiche, ma sostanzialmente sono sempre state caratterizzate dalla sigla VF in rosso e dalla numerazione in nero. La targa attuale, introdotta nel 2002, è composta dalla sigla "VF" in rosso seguita dalla numerazione progressiva a cinque cifre con caratteri neri. Le due parti sono separate da uno spazio in cui compare un piccolo stemma della Repubblica Italiana. Rimorchi[modifica | modifica wikitesto]I rimorchi del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco hanno una targa simile a quella dei veicoli, ma con numerazione a quattro cifre e una lettera R (che sta per "rimorchio") di colore rosso, più piccola degli altri caratteri, tra la sigla "VF" e la numerazione progressiva. Targhe prova[modifica | modifica wikitesto]Le targhe prova dei vigili del fuoco sono simili alle targhe prova civili. Province autonome di Trento e Bolzano[modifica | modifica wikitesto]Targa dei Vigili del fuoco della provincia autonoma di TrentoTarga dei Vigili del fuoco della provincia autonoma di Bolzano (prima serie, formato cessato)Gli automezzi del Comando provinciale
dei Vigili del fuoco della provincia autonoma di Trento adottano una targa simile a quella nazionale, in cui la serie progressiva è alfanumerica, costituita da tre caratteri seguiti dalla sigla fissa "TN". La numerazione era inizialmente composta da una lettera e due cifre (da A00 a Z99); una volta arrivati a Z99, si è spostata la lettera in seconda posizione iniziando da
0A0. Oltre allo stemma della Repubblica, tra la sigla VF e la numerazione progressiva compare lo stemma della provincia autonoma di Trento. Rappresentazioni schematiche targhe posteriori VF della provincia autonoma di Bolzano Seconda serie: Serie attuale: In entrambe le province i rimorchi hanno un formato con la dicitura centrata "RIMORCHIO" in alto, in rosso e di dimensioni ridotte. Targhe ministeriali[modifica | modifica wikitesto]Polizia di Stato e Polizia penitenziaria[modifica | modifica wikitesto]Formato posteriore (su una linea e con il nuovo logo) in uso per i veicoli della Polizia di StatoEsempio di formato su due righe emesso dal 1983 a metà aprile 2018Targa anteriore di un'autovettura in dotazione alla Polizia PenitenziariaAi sensi dell'articolo 93 comma 11 del Decreto Legislativo 30 aprile 1992 n. 285, le targhe destinate ai veicoli della Polizia stradale vengono rilasciate dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti su richiesta del corpo che utilizza il veicolo da immatricolare. La Polizia di Stato e la Polizia penitenziaria usano targhe in cui sono riportate per esteso, in colore rosso e al di sopra della numerazione, rispettivamente le diciture "POLIZIA" e
"POLIZIA PENITENZIARIA"[25]. Una lettera da A a Z precede quattro cifre progressive nei mezzi della Polizia, mentre in quelli della Polizia Penitenziaria un numero a tre cifre precede due lettere da AA a ZZ. Rimorchi[modifica | modifica wikitesto]I rimorchi hanno la scritta "RIMORCHIO", a volte in nero, altre in rosso, per intero. In origine la targa era costituita da un totale di ben tre righe: "POLIZIA" sulla prima, il numero sulla seconda e la dicitura "RIMORCHIO" sulla terza. In seguito (non è noto l'anno del cambiamento) si è tornati a due sole righe, con "POLIZIA" e il numero sulla linea superiore e "RIMORCHIO" su quella inferiore. Viene utilizzato esclusivamente il gruppo di numeri da 20000 a 21999. Polizia locale[modifica | modifica wikitesto]Targa posteriore di una vettura della Polizia localeTarga anterioreLe targhe per i veicoli utilizzati dai corpi di Polizia
locale (provinciale e municipale) sono state adottate dal 26 giugno 2006 con regolamento del 27 aprile 2006 del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti[26]. Queste targhe hanno dimensioni e foggia analoghe a quelle civili, sebbene i caratteri alfanumerici abbiano
dimensioni più piccole delle targhe normali, inoltre portano la scritta per esteso "POLIZIA LOCALE" di colore blu, sopra la numerazione progressiva. Quest'ultima per le autovetture è del tipo Motocicli[modifica | modifica wikitesto]Targa di un motociclo della Polizia locale della provincia di GenovaLe targhe per i motocicli della
Polizia locale sono di forma quadrata, con numerazione progressiva del tipo Ciclomotori[modifica | modifica wikitesto]Le targhe per
i ciclomotori della Polizia locale hanno una numerazione del tipo Protezione Civile[modifica | modifica wikitesto]Le targhe "DPC", emesse a
partire dal 1995, sono riservate ai veicoli appartenenti alla Direzione del Dipartimento della protezione civile (facente capo alla
Presidenza del Consiglio dei ministri), con sede a Roma. I mezzi appartenenti alle varie componenti della Protezione civile in Italia hanno invece normale targa civile. Sono state previste per la prima volta dall'articolo 138 comma 11 del
Nuovo Codice della Strada; recano la sigla DPC in rosso e una numerazione del tipo Rappresentazione schematica: Targhe per rimorchi adibiti a ricovero di emergenza[modifica | modifica wikitesto]Esistono targhe speciali riservate alle roulotte del Dipartimento della Protezione Civile adibite a ricovero di emergenza per gli sfollati a
seguito di una catastrofe. La targa è rettangolare (300 × 210 mm) con scritte nere su fondo bianco e la dicitura, per esteso su tre righe: "PROTEZIONE / CIVILE / RICOVERO DI EMERGENZA". La numerazione occupa la quarta riga ed è del tipo Rappresentazione schematica: PROTEZIONE Protezione Civile provinciale[modifica | modifica wikitesto]Nel 2001 sono state introdotte targhe speciali per i veicoli degli enti di protezione civile delle province autonome di Bolzano e Trento nonché delle regioni autonome Valle d'Aosta e Friuli-Venezia Giulia. Protezione Civile di Bolzano[modifica | modifica wikitesto]Targa di un veicolo della Protezione Civile provinciale di BolzanoSono di formato analogo alle attuali targhe per gli autoveicoli privati, con le bande blu agli estremi. La numerazione reca le sigle fisse, in rosso, PC (Protezione Civile) e ZS (Zivilschutz, ovvero "Protezione Civile" in tedesco) separate dallo stemma della Repubblica Italiana, seguite da una sequenza costituita indifferentemente da cifre e lettere (i caratteri sono in ogni caso tre). La banda blu a destra riporta in basso la sigla provinciale Bz sormontata dallo stemma della provincia. Protezione Civile di Trento[modifica | modifica wikitesto]Targa di un'autovettura della Protezione Civile provinciale di TrentoSono assegnate ai veicoli dell'ente di protezione civile della provincia autonoma di Trento. Sono di formato analogo alle attuali targhe per gli autoveicoli privati, con le bande blu agli estremi. La numerazione reca le lettere fisse, in rosso, PC ("Protezione Civile") seguite da un blocco progressivo costituito da una lettera, due cifre e la sigla automobilistica TN fissa. La banda blu a destra riporta in alto le ultime due cifre dell'anno d'immatricolazione (come per le targhe civili) e in basso il logo triangolare della Protezione Civile della provincia autonoma di Trento. Tra le lettere "PC" e la numerazione si trovano due piccoli stemmi: quello della Repubblica Italiana e quello della provincia di Trento. L'approvazione di questo tipo di targa è avvenuta ai sensi dell'articolo 138 del Codice della Strada. Protezione civile della Valle d’Aosta[modifica | modifica wikitesto]La sigla "PC" rossa è seguita da una serie numerica o alfanumerica e dal logo internazionale della protezione civile, che consiste in un triangolo blu inscritto in un cerchio arancione; mancano le lettere, presenti invece nelle targhe emesse dallo stesso ente nelle province di Bolzano e Trento. Rappresentazione schematica di targa per veicoli della protezione civile della regione Valle d'Aosta: Protezione civile del Friuli-Venezia Giulia[modifica | modifica wikitesto]La sigla "PC" rossa è seguita da una serie numerica o alfanumerica e dal logo regionale della Protezione Civile FVG, che consiste in un triangolo blu inscritto in due quadrati: l'arancione dentro il blu. Nella banda blu a destra, al posto della sigla provinciale di rilascio della targa in ambito civile, è impresso su un rettangolo bianco il simbolo schematico della Regione Friuli-Venezia Giulia, costituito sul lato sinistro da un’aquila a volo spiegato, di profilo, reggente tra gli artigli una corona turrita, e sul lato destro dalla sigla “FVG”. Rappresentazione schematica di targa per veicoli della protezione civile della regione Friuli-Venezia Giulia: Forze Alleate in Italia (AFI)[modifica | modifica wikitesto]Targa AFI standard utilizzata nella base di Napoli fino al 2004Targa AFI per secondi veicoli in uso nella base di Napoli fino al 2004Le targhe AFI e AFI OFFICIAL (acronimo di Allied Forces Italy) erano utilizzate per i mezzi delle Forze NATO in Italia e per quelli privati del personale dei Paesi della NATO che vi presta servizio. Venivano inoltre assegnate anche ai
comandi di forze (e relativo personale) appartenenti a Stati della NATO ma schierate in Italia grazie ad accordi bilaterali. La gestione delle targhe "AFI" era affidata per tutto il territorio nazionale all'Allied Joint Force Command Naples di
Napoli tramite i diretti comandi delle forze dell'esercito e dell'aeronautica.
A partire dal 2003, in seguito alla
Seconda guerra del Golfo, i Comandi delle Forze USA in Italia avviarono un'ampia campagna perché il proprio personale immatricolasse i mezzi privati con targhe quasi identiche a quelle civili italiane (l'unica differenza era la mancanza
dell'emblema della Repubblica Italiana), al fine di rendere i mezzi del proprio personale meno riconoscibili e dunque meno soggetti agli atti vandalici che subivano con crescente frequenza o a possibili attentati terroristici. Accordi fra i comandi USA e le autorità italiane consentirono l'accelerazione della relativa procedura e l'esenzione fiscale
dall'A.P.I.E.T. (Addizionale Provinciale all'Imposta Erariale di Trascrizione) ma non dal rimborso del costo della targa; i comandi USA dell'esercito e dell'aeronautica sostennero queste spese[27] sin dall'inizio dell'iniziativa, mentre i comandi della Navy seguirono con qualche ritardo. Corpi diplomatici, consolari, delle Nazioni Unite[modifica | modifica wikitesto]Targa di un'autovettura del Corpo Diplomatico del Vaticano (lettere "XG" a destra della numerazione) con formato in uso dal 1995Targa di un veicolo privato del personale (specialisti) delle Nazioni UniteTarga di un veicolo del Corpo Diplomatico di Taiwan (lettere "GE" a destra) con grafica utilizzata dal 1985 al 1995Le targhe diplomatiche hanno sempre seguito un sistema di numerazione distinto da quelle ordinarie.
I codici composti da due lettere posizionati a destra della numerazione e il Paese associato sono riportati nella tabella seguente. Legenda: In grigio significa codice non più usato, in grassetto che è invece in uso. Le lettere Q e U non possono essere utilizzate nelle targhe dei corpi consolari, mentre le sigle utilizzate solamente nelle targhe dei corpi consolari sono in grassetto e corsivo[30][31].
Targhe provvisorie[modifica | modifica wikitesto]Targhe Escursionisti Esteri[modifica | modifica wikitesto]Targa anteriore Escursionisti Esteri (formato 1951–1985)Formato di targa "EE" in uso dal 1985Si tratta di targhe doganali a validità limitata, utilizzate per veicoli destinati all'esportazione o utilizzate per breve tempo sul territorio italiano da chi risiede all'estero; sono contraddistinte dalla sigla fissa EE (Escursionisti Esteri). Targhe prova[modifica | modifica wikitesto]Targa prova del tipo 1951–1975 apposta su una Ferrari 268 SPFormato con lettera "P" verde e sigla della provincia utilizzato dal 1985 al 28 febbraio 1994Esempio di targa prova del tipo in uso da marzo 1994 al 2004 per veicoli a due ruote, macchine agricole ed operatriciFormato standard prodotto dal 2004Dal 1928 fino al 1945 le targhe prova erano uguali a quelle del periodo 1951–1976, pur usando caratteri diversi e lo stemma del fascio littorio al posto di quello della Repubblica; dal 1945 al 1948 il fascio venne rimpiazzato dallo stemma dell'Associazione Invalidi e Mutilati di Guerra, mentre dal 1948 al 1951 comparve l'emblema della Repubblica Italiana. Dal 1951 al 1975 le targhe prova misuravano 275 × 200 mm; stile e caratteri non si differenziavano da quelli delle targhe normali con
fondo nero. Sulla riga superiore la dicitura PROVA era scritta in rosso, su quella inferiore si trovavano la sigla, lo stemma nazionale e non più di quattro cifre di colore bianco. Le targhe più vecchie avevano il numero sopra la sigla, le più recenti viceversa. Non è noto l'anno del cambiamento. Dal 1975 al 1985 le dimensioni erano 336 × 109 mm; il fondo era nero con la sigla a caratteri bianchi, seguita dalla dicitura PROVA in rosso ruotata di 90° in senso antiorario e da una numerazione di non più di quattro cifre, anch'esse bianche. Il materiale era plastica stampata in rilievo. Dal 1985 al 2004 le targhe prova per autoveicoli e rimorchi, sempre su un'unica linea, avevano il fondo bianco riflettente; erano composte da due
lettere nere (dalla sigla della provincia fino al 28 febbraio 1994) in ordine seriale partendo da "AA", anteposte alla lettera P verde e di dimensioni più piccole (28 × 38 mm) di quella attuale sotto l'emblema della Repubblica Italiana e ad un numero di quattro cifre, anch'esso nero. Le dimensioni complessive erano 340 × 115 mm. Dal 15 marzo 2004 è stata liberalizzata la stampa delle targhe di prova, che è consentita anche agli studi di consulenza automobilistica abilitati, con combinazioni alfanumeriche scelte dal possessore. La produzione e la circolazione delle targhe di prova avvengono a cura del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e, senza oneri per lo Stato, possono essere affidate a soggetti che
ne facciano richiesta, purché le targhe suddette siano coperte da assicurazione per la responsabilità civile verso terzi.
Secondo la Circolare del
Ministero dell'Interno, diramata il 30 maggio 2018 e con oggetto "utilizzo della targa prova su veicoli immatricolati", essa può essere impiegata solo su veicoli non ancora targati oppure in attesa di revisione della carta di circolazione; non può invece essere apposta su
automezzi già immatricolati ma privi di assicurazione e/o revisione[34]. Targhe di transito con sigla alfanumerica della provincia[modifica | modifica wikitesto]Targa di transito standard, con durata massima di 60 giorni, fissata su un veicolo della città metropolitana di Genova (sigla H1)Targa di transito in stile francese montata su uno dei camion delle spedizioni Overland; A6 = città metropolitana di TorinoSecondo l'art. 99 del Codice della strada, gli autoveicoli, i motoveicoli e i rimorchi che circolano per le operazioni di accertamento e di
controllo della idoneità tecnica, per recarsi ai transiti di confine per l'esportazione, per partecipare a riviste prescritte dall'autorità militare, a mostre o fiere autorizzate di veicoli nuovi e usati, devono essere muniti di foglio di via e di una targa provvisoria rilasciati da un ufficio competente del
Dipartimento per i trasporti terrestri. Il foglio deve indicare il percorso, la durata e le eventuali prescrizioni tecniche. La durata non può eccedere i sessanta giorni. Tuttavia, per particolari esigenze di sperimentazione di veicoli nuovi non ancora immatricolati, l'ufficio competente del
Dipartimento per i trasporti terrestri può rilasciare alla fabbrica costruttrice uno speciale foglio di via, senza limitazioni di percorso, della durata massima di centottanta giorni[35]. Targhe CITES[modifica | modifica wikitesto]Targa posteriore CITES (1947–primi anni '50)La sigla CITES significa Circolazione Temporanea (in Italia di) Enti Stranieri; erano targhe rilasciate come temporanee a enti stranieri che operavano sul territorio italiano per realizzare programmi di ricostruzione dopo la
Seconda Guerra Mondiale. Le targhe d'immatricolazione posteriori, le cui dimensioni erano di 320 × 220 mm, avevano caratteri neri e fondo arancione, la sigla CITES seguita dallo stemma dell'Associazione Mutilati e Invalidi di Guerra sulla riga superiore e una
numerazione progressiva, in caratteri Garamond, di non più di quattro cifre (a partire da "1") su quella inferiore. Veicoli storici ritargati[modifica | modifica wikitesto]Targa posteriore antichizzata (serie "ZA") apposta su una Lancia Flaminia dei primi anni SessantaTarga d'immatricolazione anteriore, con formato antichizzato e sistema attualmente in uso, di un'Alfa Romeo Giulietta SZ "Coda Tronca" del 1962A differenza di altri Paesi europei, in Italia è raro vedere vetture storiche dotate di targhe moderne, sia perché il loro valore inevitabilmente si riduce, sia perché la pratica per il rilascio è complessa e richiede tempi non brevi. Nel 2010, in attuazione della direttiva europea 2000/53/CE relativa ai veicoli fuori uso, è stato emanato il decreto con le nuove norme che regolano la circolazione delle auto storiche, tra le quali la possibilità di ritargarle anche se radiate o non abbiano più i documenti[36]. Già dal 2004 è consentita la reimmatricolazione agli automezzi d'epoca in dotazione all'Esercito Italiano privi di targa originale, che si contraddistinguono per le lettere VS (iniziali di "veicolo storico") di colore verde dopo la sigla "EI" rossa e prima della serie numerica (vd. supra). È possibile "riabilitare" una vettura d'epoca e reimmatricolarla nei seguenti casi:
Per circolare con un veicolo storico occorre
prima iscriverlo al registro Automotoclub Storico Italiano (ASI), sottoporlo ad una verifica sulla funzionalità ed autenticità delle parti meccaniche e del telaio, farsi rilasciare una dichiarazione e autocertificare la corretta conservazione della vettura. Con
questa documentazione si fa revisionare il veicolo inoltrandone la domanda al Centro Prova Autoveicoli (CPA) per le vetture costruite prima del 1º gennaio 1960, all'Ufficio della Motorizzazione Civile (UMC) per quelle costruite in data successiva. Note[modifica | modifica wikitesto]
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
Come si fa a riconoscere l'anno di un'auto dalla targa?Come ottenere l'anno di immatricolazione da targa? La soluzione più diretta per risalire alla data di immatricolazione di un veicolo partendo dal numero di targa consiste nel richiedere una visura PRA per targa.
Quando è iniziata la targa F?L'evoluzione delle targhe italiane. Che anno è la targa AZ?Dal 1994 le targhe azere sono generalmente composte dalla sigla automobilistica internazionale AZ di colore nero sotto la bandiera nazionale, due cifre che indicano la zona di immatricolazione, un trattino, due lettere (una sola nei motocicli), un secondo trattino ed altre tre cifre; le lineette non sono presenti nelle ...
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