Quando dare un vasetto intero di omogeneizzato frutta

Lo svezzamento, divezzamento o alimentazione complementare indica l’introduzione di altri alimenti in aggiunta al latte (materno o artificiale) nella dieta del bambino. E’ un passaggio molto importante ed impegnativo. Il bambino  nei primi due anni di vita, soprattutto attraverso  l’alimentazione, pone le basi delle sue condizioni di salute future. Per la maggior parte dei genitori lo svezzamento è fonte di preoccupazione e interrogativi. Dovrebbe diventare una fase di crescita per tutta la famiglia. L’occasione per porre le basi o rafforzare una relazione sana fra il lattante e il cibo. Oltre che un ottimo stimolo per rivedere le abitudini alimentari di tutti.

Qui cercheremo di offrire dei suggerimenti di massima sullo svezzamento. Che non vogliono però essere delle regole assolute. Ma consigli per aiutare i genitori a operare delle scelte graduali e opportune. Esistono infatti molte tradizioni, locali ed etniche, che appartengono a ogni gruppo famigliare. E, soprattutto, risulta insostituibile la profonda conoscenza che il pediatra di fiducia ha di vostro figlio e delle vostre abitudini. Egli infatti, meglio di qualsiasi libro, sa indicarvi i tempi e le modalità di svezzamento e di introduzione dei diversi alimenti. Perché ha in mano la situazione clinica del bambino da quando è nato. Seguite perciò prima di tutto le sue indicazioni.

  • Quando cominciare lo svezzamento
  • Serve tanta calma e gradualità
  • La prima pappa
  • Le verdure
  • Carne e cereali
  • Olio e frutta
  • Un alimento alla volta
  • Conservazione del brodo di verdure
  • Conservazione del vasetto di omogeneizzato aperto
  • La seconda pappa
  • Il latte
  • I pasti dopo l’introduzione della seconda pappa
  • Come continuare
  • Settimo mese
  • Ottavo mese
  • Nono mese
  • Più tardi possibile
  • Prodotti per la prima infanzia: la sicurezza al primo posto
  • Omogeneizzati e liofilizzati
  • Autosvezzamento o alimentazione complementare a richiesta
  • Tabella sull’introduzione degli alimenti

Quando cominciare lo svezzamento

Lo svezzamento non dovrebbe mai iniziare prima del 4° mese. La finestra ideale per introdurre alimenti diversi dal latte è compresa dal 4° al 6° mese di vita. Se si allatta al seno il momento ideale è il 6° mese. Il latte materno è sufficiente da solo a soddisfare i bisogni del lattante fino ai 6 mesi di vita. Dal 5°- 6° il latte da solo non basta più a soddisfare tutte le esigenze nutritive del bambino. Che sta per raddoppiare il proprio peso. Il piccolo ora ha bisogno di un maggiore apporto di calorie e di ferro.

Inoltre le capacità psicomotorie per lo svezzamento si sviluppano, in generale, verso i 6 mesi. Il lattante riesce a stare stabilmente seduto controllando la testa senza bisogno di sostegno. Allunga la mano verso il cibo e lo porta alla bocca. Controlla sufficientemente bene la deglutizione per portare il cibo verso il retrofaringe e ingoiarlo. L’apparato digerente è più maturo e in grado di assimilare altri cibi oltre al latte.

Serve tanta calma e gradualità

Per mesi vostro figlio si è nutrito di latte. Si è abituato a quel sapore, a quella fluidità e non è per nulla disturbato da questa monotonia alimentare. D’improvviso però, senza che lui ne capisca la ragione, tutto cambia radicalmente. Il gusto del latte viene sostituito con quello sapido della pappa. La consistenza liquida si trasforma in densità cremosa. Il piacere di succhiare viene cancellato dall’impatto con uno strumento freddo, duro, scomodo: il cucchiaino. C’è da aspettarsi quindi che ai primi assaggi il vostro bambino dimostri per lo meno stupore e disagio. Ci sono bambini intraprendenti che si adattano facilmente allo svezzamento. Altri più abitudinari che faticano ad abituarsi ai cambiamenti. Inoltre ogni bambino ha i propri tempi ed è vitale rispettarli, sebbene in modo propositivo. Munitevi quindi di tanta calma e pazienza.

Iniziate magari ad introdurre la frutta omogeneizzata (mela o pera) con il cucchiaino qualche giorno prima. Tanto per fargli prendere confidenza con questo nuovo strumento. Quando gli proponete la pappa salata, quella con il brodo vegetale, potete iniziare con dei piccoli assaggi e vedere come si comporta. Se vedete che non gradisce potete rimandare di qualche giorno e poi riprovare. Non insistete se rifiuta la pappa con decisione, meglio ritardare di qualche giorno lo svezzamento piuttosto che avviare un conflitto mamma – bambino – cibo.

Se rifiuta il cucchiaino con decisione, non insistete. Provate a lasciarglielo tra le labbra perché provi a succhiare una piccola quantità di pappa. Potrebbe in questo modo abituarsi più lentamente al passaggio dalla suzione alla deglutizione. La prima pappata può anche essere molto liquida e proposta con il biberon. La cosa importante è proporre, senza insistere. Non avere mai fretta con lo svezzamento. Adattarsi ai tempi del piccolo. Per esempio indurre il bambino a finire il cibo che è nel piatto può generare avversioni permanenti per quel dato cibo. Cercate sempre di mangiare insieme al bambino, se questo è ovviamente possibile.

La prima pappa

La prima pappa è un vero e proprio piatto unico. Un insieme di alimenti che si completano tra loro assicurando al lattante tutti i nutrienti di cui ha bisogno. Se il piccolo mangia 5 volte al giorno la prima pappa va a sostituire il terzo pasto. Se mangia già 4 volte al giorno va a sostituire il secondo pasto. 

Gli ingredienti della prima pappa sono:

  • 150 – 200 cc di brodo di verdure (patata, carota)
  • 15 – 20 g (circa tre – quattro cucchiai da tavola) di crema di riso o mais e tapioca quanto basta a preparare una crema morbida
  • un cucchiaino da caffè di olio extravergine di oliva 
  • 5 gr (mezza confezione) di liofilizzato o 40 gr (mezza confezione) di omogeneizzato di carni bianche (tacchino, agnello) che deve essere introdotto dopo 2-3 giorni

Fate bollire all’inizio solo patata e carota in un litro d’acqua a fuoco lento per circa 60 minuti. Se usate la pentola a pressione sono sufficienti metà dell’acqua e circa 30 minuti di cottura. Filtrate il brodo e calcolatene 150 – 200 ml. Quindi passate le verdure cotte con un passaverdura con il disco a fori piccoli. Aggiungete 3 cucchiai di verdura così passata alla porzione di brodo. In alternativa al passaverdura potete utilizzare circa 150 – 200 ml di brodo con all’interno le verdure. Tritare direttamente queste ultime con il frullino ad immersione. Avendo cura di tenerlo sempre ben immerso nel brodo per evitare la formazione di schiuma. Nella prima pappa si può aggiungere: patate, carote, zucchine e fagiolini. Una pratica alternativa sono gli omogeneizzati di verdure o preparati per brodo disidrati.

Nel brodo caldo stemperate 3-4 cucchiai di crema di cereali. Completate con 1 cucchiaino di olio d’oliva extravergine. Dopo due o tre giorni integrate mezzo vasetto di liofilizzato o di omogeneizzato di carni bianche (tacchino, agnello). Dopo una settimana in cui il piccolo mangia senza problemi la prima pappa potete aggiungere, al brodo vegetale, zucchine e fagiolini come verdura. Ruotare la carne di tacchino, agnello e coniglio. Il brodo vegetale apporta anche acqua. Che risulta un elemento indispensabile non solo per trasportare le sostanze nutritive ma anche per aiutare l’apparato digerente ad assimilarle. In questo caso, poi, è ricca di sali minerali e vitamine, disperse durante la cottura dalle verdure.

Le verdure

I bambini sono geneticamente predisposti a preferire alimenti dal sapore dolce o salato. Anche alimenti con elevata densità energetica come quelli a maggior contenuto di grassi. Al contempo sono spesso portati a diffidare del sapore amaro presente in diverse verdure. Le verdure insieme alla frutta dovranno però costituire un elemento fondamentale della loro alimentazione. Diciamo dell’alimentazione di tutta la famiglia. Queste preferenze innate del gusto non sono immutabili. Possono essere modificate dalle esperienze sensoriali precoci. Un fattore ambientale molto importante nel favorire l’accettazione di un nuovo alimento da parte del bambino è il fatto che il suo sapore gli diventi familiare. Accade con una certa frequenza che all’ inizio i lattanti rifiutino nuovi alimenti, specie se hanno un sapore amaro. Non bisogna scoraggiarsi, senza insistere dobbiamo cercare di riproporli con costanza. Più volte durante lo svezzamento.

Con le verdure possiamo mettere in atto una strategia di questo tipo. Da una parte ci sono le verdure che inseriamo nella prima pappa. Il cui gusto però si mischia con quello degli altri alimenti.
Accanto alle verdure che inseriamo nel brodo vegetale, con molta calma possiamo farle assaggiare al bambino anche frullate a parte. Una alla volta con molta pazienza. Magari mangiandole anche noi. Per renderle più familiari al piccolo. Alternandole, senza mai insistere. Per non ottenere un effetto negativo. Questi assaggi di verdura possono comprendere: coste, spinaci, bietole, finocchio, lattuga, cavoli, rucola, ravanelli, sedano, broccoli. Meglio se queste verdure provengono da coltivazione biologica.

Le verdure della pappa, specialmente nella stagione meno favorevole al loro reperimento, possono essere omogeneizzate. Sono pratiche e offrono la sicurezza (garantita da disposizioni di legge) di essere esenti da pesticidi e di avere bassi contenuti di nitrati.

Carne e cereali

La carne è l’elemento centrale dello svezzamento. Il suo valore nutrizionale è dovuto alle proteine ad alto valore biologico e al con tenuto di ferro. Si introduce sotto forma di omogeneizzati o liofilizzati di coniglio, agnello, tacchino. Omogeneizzati o liofilizzati di carne sono digeribili e sicuri. Perché la carne proviene da allevamenti controllati che garantiscono l’assenza di ormoni , antibiotici. Sono pronti per l’uso e possono essere aggiunti direttamente alla pappa calda, alla pasta, al brodo vegetale. Oppure l’omogeneizzato può essere somministrato direttamente dal vasetto con il cucchiaino durante lo svezzamento.

I cereali sono il secondo alimento che va ad aggiungersi alla pappa. Arricchiscono la pappa di amido cioè di zuccheri complessi. Quindi di energia di lunga durata che permette al bambino di affrontare intervalli sempre più lunghi tra i pasti. Vanno utilizzati all’inizio le creme che sono precotte . Non richiedono cottura, basta versarli a pioggia nel brodo caldo e mescolare.
Si può introdurre da subito il glutine, durante lo svezzamento. Iniziare con cereali senza glutine non previene la comparsa della malattia celiaca.

Olio e frutta

È da preferire l’olio extravergine d’oliva ottenuto dalla prima spremitura meccanica delle olive senza l’uso di solventi chimici. È digeribile e genuino. Ricco di acido oleico, di vitamine e di sostanze antiossidanti. Si utilizza a crudo.

La frutta è ricca di vitamine, sali minerali, fibre e zuccheri. Si incomincia con mele e pere per passare alle banane e alle prugne. Gli omogeneizzati di frutta sono prodotti con frutta selezionata. Non contengono pesticidi, sono igienicamente sicuri. Presenti su vasta gamma in tutte le stagioni e quindi più adatti per avviare e consolidare lo svezzamento.

Un alimento alla volta

Una cosa molto importante è proporre un nuovo alimento per volta durante lo svezzamento. Aspettare qualche giorno prima di introdurne un altro.

Questo per due ragioni:

  • innanzitutto abitua il bambino ad apprezzare e gustare i sapori dei vari cibi
  • inoltre può aiutare voi a evidenziare eventuali reazioni di intolleranza

I nuovi alimenti vanno sempre proposti e mai imposti. Pochi cucchiaini controvoglia non servono a fargli imparare ad avere un buon rapporto con il cibo, anzi. Variate con gradualità gli alimenti per educare il vostro bambino a gusti diversi. Per fornirgli tutti i contenuti nutritivi dei vari cibi. Verificate la temperatura della pappa prima di proporla al vostro bambino perché non sia troppo calda. Se la assaggiate voi utilizzate però un cucchiaino diverso da quello destinato al bambino. Fategli indossare una grande bavaglio e preparatevi ad affrontare qualche improvviso e violento sputo di pappa. All’inizio lo svezzamento può rivelarsi “un affare sporco”. Non riscaldate una pappa avanzata e già cotta in precedenza.

Conservazione del brodo di verdure

Conservare per molto tempo il brodo in frigorifero non solo è un errore ma anche un rischio. Le verdure, durante la cottura, disperdono nel brodo, oltre a vitamine e sali minerali, anche nitrati. Sostanze che esposte all’aria si trasformano in nitriti, che possono creare problemi all’organismo. Ecco allora che più passano i giorni più aumenta il rischio di avere la presenza di nitriti nel brodo vegetale. Per questo motivo, si raccomanda di consumare in giornata il brodo o, al massimo, di conservarlo in frigorifero per non più di ventiquattro ore.

Se non si utilizza tutto il brodo o se, per motivi organizzativi, se ne prepara di più, è possibile congelarlo in piccole porzioni. In questo caso è importante che lo si faccia subito. Senza lasciarlo raffreddare a temperatura ambiente e senza tenerlo in frigorifero ventiquattro ore. Per raffreddare rapidamente il brodo immergere la pentola ben chiusa in acqua fredda con cubetti di ghiaccio. Poi fare le porzioni monouso da 150/200 grammi e congelarle subito. Quando serve, è sufficiente scongelare il brodo sul fuoco o al microonde. Non farlo scongelare a temperatura ambiente. Poi proseguire lo svezzamento  aggiungendo gli altri ingredienti.

Conservazione del vasetto di omogeneizzato aperto

Gli omogeneizzati non contengono conservanti. Quindi, una volta aperti, devono essere conservati in frigorifero per non più di 24 ore. È opportuno però avere l’accortezza di non prelevare il prodotto direttamente dal vasetto con il cucchiaino per metterlo in bocca al bambino. Così facendo, infatti, il contenuto del vasetto si inquina con la saliva e la sua conservazione può non dare più garanzie di igiene e sicurezza. Prendere quindi la quantità che serve con un cucchiaio pulito e metterla in un piattino. Richiudere il vasetto di omogeneizzato ermeticamente e rimetterlo in frigorifero. Dal piatto si può tranquillamente prendere l’omogeneizzato con lo stesso cucchiaino che si usa per darlo al bambino. Se ne avanza un po’ è da gettare.

La seconda pappa

Trascorso un periodo variabile di tre – quattro settimane dall’introduzione della prima pappa, arriva il momento di introdurre la seconda pappa. Che va a sostituire la poppata della sera.
Di solito quando accade si è già passati a 4 pasti e quindi la seconda pappa prende il posto dell’ultimo pasto della giornata. Anche in questo caso, però, non esistono regole fisse valide per tutti. Molto infatti dipende dall’epoca in cui avete iniziato lo svezzamento, dal tempo che avete impiegato per far accettare al piccolo la prima pappa e dalla tolleranza di vostro figlio. Può capitare anche che sia il bambino stesso a esigere prima un pasto serale più completo. Ve ne accorgerete perché si sveglia di notte, piangente ed affamato. Cosa che non faceva più da tempo, per riaddormentarsi solo dopo che gli avete dato ancora un poco di latte.

L’impatto con la seconda pappa è di solito molto meno problematico. Ormai abituato ai sapori sapidi e alle consistenze cremose, il bambino accetta le novità alimentari con maggiore facilità. Questo non vuol dire però che si possono dimenticare le raccomandazioni iniziali: infatti gradualità, rispetto dei tempi e dei rifiuti valgono anche adesso e vanno sempre mantenute.

Gli ingredienti della seconda pappa:

  • 150 – 200 cc di brodo di verdure
  • 15 – 20 g (circa tre – quattro cucchiai da tavola) di crema di riso o mais e tapioca quanto basta a preparare una crema morbida
  • 30-40 g di formaggio
  • un cucchiaino da caffè di olio extravergine di oliva

L’introduzione della seconda pappa consente di apportare variazioni di gusto e consistenza all’assortimento di sapori che il bambino già apprezza. Di fargli conoscere un cibo del tutto nuovo: il formaggio. È infatti questo alimento, che sostituisce la carne del pasto di mezzogiorno, a caratterizzare la seconda pappa. Il formaggio deve essere formaggino omogeneizzato o un formaggio fresco quali ad esempio: fiocchi di latte, ricotta, crescenza e robiola.

Tra le carni, a mezzogiorno, potete aggiungere vitello, manzo, pollo. Nella pappa possiamo aggiungere: zucca, coste, spinaci. Gli assaggini quotidiani di verdura al di fuori della pappa devono continuare con costanza ma senza insistenza.

Tra i cereali potete aggiungere le creme multi cereali e fargli provare il semolino. Questo non richiedono cottura, perché precotto. Basta versarli a pioggia nel brodo caldo e mescolare.
In concomitanza con l’introduzione della seconda pappa si può anche proporre la frutta fresca. Scegliete frutta di stagione, matura, indenne da pesticidi, biologica se possibile. Lavatela accuratamente, poi frullatela o grattugiatela senza aggiunta di zucchero o limone.

Il latte

Con l’inserimento delle pappe la quantità di latte ovviamente diminuisce. Rimane però ancora un alimento importante nella dieta del vostro bambino. Se allattate al seno non dovete preoccuparvi. La composizione del latte materno è in grado, tra una pappa e l’altra, di assicurare al piccolo tutto ciò di cui ha bisogno. L’ideale è quindi continuare ad allattare almeno per il primo anno.

Se allattate con il biberon è possibile cambiare latte passando al latte di proseguimento (o di tipo 2) al sesto mese. Questo tiene conto sia delle nuove necessità nutrizionali dell’organismo del bambino e della sua maggiore maturità digestiva.

Rispetto al latte vaccino il latte di proseguimento è studiato per dare un apporto più equilibrato nei vari nutrienti. Molto squilibrati nel latte di mucca. Che, ad esempio, contiene un eccesso di proteine ed è invece carente di ferro, acidi grassi essenziali e vitamine. Il latte di mucca va introdotto non prima dell’anno di vita. Il latte, per il suo valore nutrizionale, deve essere sempre presente nell’alimentazione del bambino che ne dovrebbe consumare circa mezzo litro al giorno per passare a 300 millilitri dopo l’anno.

I pasti dopo l’introduzione della seconda pappa

Siamo arrivati ad introdurre la seconda pappa intorno al sesto – settimo mese. A questo punto i pasti dovrebbero essere così distribuiti nel corso della giornata:

  • 7-8 latte materno o di proseguimento eventualmente con biscotti (non più di due o tre)
  • 12 prima pappa (brodo vegetale, omogeneizzato di carni bianche, crema di cereali, olio extravergine di oliva)
  • 16 latte materno o di proseguimento con biscotti
  •  20 seconda pappa (brodo vegetale, formaggio omogeneizzato o formaggio fresco, crema di cereali, olio extravergine di oliva)

Abbiamo introdotto anche la frutta che possiamo dare, a seconda delle esigenze, in uno o in più dei quattro pasti sopra ricordati. Alcuni bambini manterranno, soprattutto se allattai al seno, un altro pasto di latte. Di solito alla sera. Che nel corso dei mesi successivi dovrebbe andare perso.

Come continuare

Quello che all’inizio dello svezzamento vi sembrava un traguardo irraggiungibile si è poi realizzato. Vostro figlio ha preso confidenza con il cucchiaino, si è abituato ai nuovi cibi. Ha accettato sapori e consistenze diverse, ha regolato il suo appetito su altri orari. Adesso al momento della pappa vi dimostra tutto il suo entusiasmo. Ormai è cresciuto ed è pronto per allargare i suoi orizzonti alimentari.

Il cammino per arrivare alla tavola dei grandi è però ancora lungo ed è necessaria molta pazienza e precauzione. Come nei mesi precedenti, infatti, anche adesso dovete tener conto delle capacità di adattamento del vostro piccolo. Del suo appetito e del suo desiderio o meno di novità. È importante, inoltre, rispettare le tappe evolutive. Così diverse da bambino a bambino e valutare eventuali intolleranze ai nuovi cibi. Ecco perché è indispensabile procedere per gradi, controllando le possibili reazioni prima di inserire un nuovo cibo. Scegliere sempre alimenti garantiti per qualità e digeribilità. Il consiglio è sempre quello di non somministrare più di un alimento nuovo per volta Non somministrare alimenti nuovi quando il bambino non sta bene o in concomitanza di una vaccinazione.

Settimo mese

Se il vostro bambino mangia volentieri si può provare a suddividere il pasto in diverse portate. Per esempio, prima i cereali e poi la purea di verdura con la carne o il pesce e infine la frutta. Se però il piccolo a tavola è un pò pigro, continuate a concentrare i vari cibi in un piatto unico. Ritardando questa scomposizione.

Il vostro bambino è ormai padrone di molti cibi, ama sgranocchiare e mordere, forte dei suoi primi dentini. È un piacere quindi per lui trovare nel piatto cibi che hanno una consistenza più solida. Che lo spingono a masticare. Tra i cereali si può provare ad aggiungere la pastina, partendo dai formati più piccoli. Se non accetta subito la pastina, nessun problema. Si riprova dopo un po’ di tempo.

E’ il momento di introdurre lo yogurt. È una fonte importante di calcio oltre che di proteine. I fermenti probiotici (“fermenti lattici”) lo rendono un alimento particolarmente digeribile. Svolgono inoltre un’azione favorevole sulla flora batterica contribuendo al benessere dell’intestino.

Tra i formaggi possiamo aggiungere mozzarella, fiordilatte e caprino. Alle verdure del brodo vegetale aggiungiamo bietole, finocchio e lattuga. Tra le carni si può offrire al piccolo il prosciutto cotto senza conservanti e additivi, sgrassato e passato, circa 30-40 gr.

E’ il momento di introdurre un altra categoria di alimenti molto importante. I legumi come: lenticchie, piselli. Vanno usate decorticate, più digeribili e veloci da preparare. Si cuociono infatti in una decina di minuti e non necessitano di ammolli. Si aggiungono al brodo vegetale. Alla sera i legumi vanno alternati ai formaggi. I legumi non vanno aggiunti alla cerne ne ai formaggi. Sono un alternativa a questi alimenti.

Ottavo mese

E’ il momento di inserire nel brodo vegetale: pomodoro, cipolla e barbabietola tra le verdure. I cereali possono essere arricchiti con il riso in chicchi. Ai formaggi aggiungiamo: bel paese, caciotta, fontina dolce. Ai legumi fagioli borlotti bianchi e ceci. Nella versione secca. Dovete tenere i legumi a bagno per 10-12 ore, prima di risciacquarli e cucinarli.

Per la seconda pappa è arrivato il momento di far assaggiare il pesce. Iniziando dalla trota, poi sogliola, platessa, spigola, dentice, orata, nasello. Quindi per la pappa serale fate ruotare formaggi, legumi e pesce. Il pesce va cotto al vapore, la dose: 50-70 gr.

Il pesce è un alimento di elevato valore nutrizionale. Apporta proteine, sali minerali (tra cui ferro), vitamine ma soprattutto particolari acidi grassi (chiamati “omega 3”). Questi sono fondamentali per lo sviluppo del sistema nervoso centrale e della retina dell’occhio. Non solo. I grassi del pesce svolgono un’azione regolatrice su diversi meccanismi. Con il risultato di mantenere bassi i livelli di grassi e colesterolo nel sangue. In sostanza, i grassi del pesce alla lunga proteggono le arterie e allontanano il rischio di malattie cardiovascolari come l’ipertensione e l’arteriosclerosi. Un compito preventivo che sarà tanto più efficace quanto più è precoce. Un motivo questo per abituare vostro figlio (ma anche voi) a mangiare pesce fin da piccolo.

Nono mese

Possiamo far assaggiare la carne di macelleria. Acquistate solo carne di provenienza nota e garantita da marchi di qualità. Scartate le parti grasse perché nutrizionalmente non adatte a un bambino. Sono le parti dove possono accumularsi le sostanze tossiche. Non somministrate fegato e altre interiora. La carne andrebbe cotta a vapore per conservare meglio il suo valore nutrizionale e poi. Può anche essere bollita nel brodo vegetale. Quando utilizzate carne di macelleria preferite il muscolo di manzo. Si tratta di un animale adulto, non più nutrito con ormoni o altri farmaci. La tenerezza del vitello o del filetto non è necessaria perché la carne è da tritare. Si può far assaggiare anche il brodo di carne.

Possiamo introdurre tra il pesce: merluzzo, salmone, sgombro. Tra le verdure inseriamo nella pappa: sedano, cavoli, broccoli, cavolo, verza, asparagi, melanzane e carciofi.
Gli assaggini quotidiani di verdura al di fuori della pappa devono continuare con costanza ma senza insistenza. Come frutta: albicocche, pesche, agrumi (spremute di agrumi) e ananas. Al nono mese si può introdurre nella dieta anche il tuorlo d’uovo cotto.

Solo dopo il dodicesimo mese

Ci sono alimenti che vanno introdotti solo dopo l’anno di vita.

Sale. Gli alimenti che compongono la pappa sono già naturalmente salati. Aggiungere altro sale, oltre a creare un carico eccessivo sui reni del bambino, può abituare il palato a un gusto troppo salato. Che potrebbe condizionare le future scelte alimentari. L’abitudine a mangiare troppo salato può favorire, in età adulta specie nelle persone predisposte, lo sviluppo di ipertensione arteriosa. Quindi anche dopo il primo anno non esageriamo. Anche i vari dadi per insaporire i cibi vanno inserti dopo l’anno.

Zucchero. Aggiungetelo ai cibi e alle bevande del bambino con parsimonia e solo se strettamente necessario. L’uso dello zucchero può infatti abituare il bambino a ricercare sempre il gusto dolce. Che può favorire lo sviluppo di numerose malattie ed essere un fattore determinante di sovrappeso ed obesità.

Miele. È sconsigliato fino al compimento dell’anno. Innanzitutto è un dolcificante, quindi presenta le stesse controindicazioni dello zucchero. Ma soprattutto può contenere le spore del bacillo botulinico. Queste nell’intestino del bambino possono liberare una tossina responsabile di una grave intossicazione.

Latte vaccino. Il latte fresco intero deve essere inizialmente diluito: 1⁄2 acqua e 1⁄2 latte per una settimana, poi nel corso della settimana successiva giorno per giorno si diminuisce l’acqua e si aumenta il latte fino a somministrare solo latte.

Come carne: maiale, prosciutto crudo, bresaola. Formaggi stagionati e uovo intero cotto.

L’uovo è un piccolo grande cibo. Il tuorlo è ricco di grassi, proteine, minerali (ferro, fosforo, calcio) e vitamine (A, D e complesso B). L’albume è invece privo di grassi, ma contiene proteine nobili. Proprio l’albume, però, se somministrato precocemente può essere causa di manifestazioni allergiche. Ecco perché il bambino dovrà conoscere l’uovo in tempi diversi, prima il tuorlo e soltanto dopo l’anno l’albume. L’uovo (cotto) sostituisce nella pappa la carne, il pesce, il formaggio o i legumi.

Per quanto riguarda la frutta dopo l’anno possiamo inserire: kiwi, fragole, frutta secca (mandorle, noci, nocciole), frutti rossi, uva, cachi, fichi, melone, castagne. Per la frutta esotica non c’è fretta.

Più tardi possibile

Ci sono infine cibi che è meglio inserire più tardi possibile.

Carni e pesci crudi: possono contenere germi, quindi possono provocare infezioni intestinali. I bambini sono più a rischio degli adulti perché non hanno ancora un sistema di difesa naturale del tutto efficiente a proteggerli.

Frutti di mare (cozze, vongole): possono essere fortemente inquinati. Soprattutto se provenienti da zone vicine a porti e scarichi. Possono provocare intossicazioni, come la salmonella.

Burro e soprattutto fritture e il burro a caldo.

Prodotti per la prima infanzia: la sicurezza al primo posto

Norme produttive Sugli scaffali della farmacia, dei supermercati o dei negozi specializzati per l’infanzia si trovano molti prodotti destinati all’alimentazione del bambino durante lo svezzamento. Questi alimenti, proprio perché destinati a un consumatore particolare (i lattanti e i bambini nella prima infanzia) devono sottostare a precise norme produttive, di confezionamento e di etichettatura, fissate dal Decreto Legislativo n.111 del 27/1/92 e da una serie di Decreti Ministeriali. Rientrano in questa categoria di prodotti: il latte artificiale, gli alimenti a base di cereali (creme, semolini, pastine, biscotti), i liofilizzati e gli omogeneizzati.

Il Ministero della Salute inoltre verifica il rispetto delle normative di legge e che gli stabilimenti e i processi produttivi posseggano tutti i requisiti di igiene e sicurezza. Le aziende che commercializzano i prodotti per l’infanzia sono direttamente ritenute garanti e responsabili dell’intera filiera produttiva. Ogni azienda perciò controlla e verifica che ogni fase del processo produttivo rispetti tutte le norme di legge, al fine di garantire la qualità del prodotto finale.

Omogeneizzati e liofilizzati

Sono alimenti (carne, pesce, verdura e frutta) sottoposti a un processo tecnologico di frantumazione finissima che li rende di facile ingestione e digestione. Gli omogeneizzati sono cotti a vapore, confezionati in recipienti di vetro sottovuoto e sterilizzati. Non contengono né conservanti, né additivi. Per norma di legge devono essere assenti pesticidi e ormoni, nitrati e micotossine. Le micotossine sono muffe, particolarmente pericolose per la salute, che inquinano gli alimenti.

Gli omogeneizzati sono pronti per l’uso. Per preparare il brodo si aggiunge un omogeneizzato di verdure all’acqua calda. Quelli di carne e di pesce possono essere aggiunti al brodo già caldo oppure riscaldati e somministrati con il cucchiaino direttamente dal vasetto. Si possono riscaldare a microonde avendo cura di togliere il coperchio prima di mettere il vasetto nel forno. Controllare sempre la temperatura prima di somministrarli. Perché spesso il microonde scalda il contenuto e non il contenitore. Perciò il vasetto può risultare freddo, mentre l’omogeneizzato è bollente e a rischio di ustione. Nell’acquisto verificate la data di scadenza impressa sul. Nell’aprire il vasetto assicuratevi di sentire un “click” che garantisce un corretto sottovuoto e quindi una buona conservazione. Una volta aperto, se non viene consumato interamente, il vasetto di omogeneizzato deve essere tenuto in frigorifero per non più di 24 ore.

Fate attenzione, però, a non aver preso il prodotto direttamente dal vasetto con il cucchiaino che mettete in bocca al bambino. Poiché l’omogeneizzato si inquina con la saliva e la sua conservazione può non dare più sufficienti garanzie di igiene e sicurezza. I liofilizzati sono un’alternativa agli omogeneizzati: di solito sono indicati nelle prime fasi delle svezzamento. Vengono prodotti con la medesima tecnologia degli omogeneizzati. Hanno analoghe caratteristiche nutrizionali, ma si conservano grazie all’essiccamento finale del prodotto.

Autosvezzamento o alimentazione complementare a richiesta

Consiste nell’offrire dal sesto mese di vita gli stessi alimenti che mangiano mamma e pappa. E’ una opzione che vale per bambini nati sani, a termine con peso giusto. Ovviamente il bambino deve mangiare quando mangiano i genitori. L’ideale sarebbe che i genitori possano mangiare quando mangia il piccolo.

L’autosvezzamento prevede che la famiglia faccia una dieta sana ed equilibrata. Il bambino può mangiare tutto quello che mangiano i suoi genitori. A patto che questo “tutto” sia a misura di bambino che significa: cotture al forno, ad acqua, a vapore, niente sale, cibi frullati, niente zucchero, niente dado, niente salse, né intingoli, né pietanze elaborate di alcun tipo, niente salumi, né carni grasse. Pesce, carni, legumi, formaggi a rotazione tra loro, verdura a ogni pasto, frutta a merenda e come spuntino. Pasta o riso alternativamente ma per i piccolini va comunque sempre meglio la crema multicereali o di riso, per la consistenza morbida.

Non sarebbe male se tutta la famiglia mangiasse così. Infatti idealmente l’arrivo di un bambino in casa dovrebbe rappresentare l’occasione per i genitori di iniziare una dieta davvero corretta. Senza sgarri, come quella descritta. In realtà però è difficile che davvero lo svezzamento possa cominciare con i primi e le pietanze che mangiano i genitori. Anche per via del fatto che all’inizio e fino a quando la dentizione non si completail bambino deve mangiare tutto frullato o, al massimo, ridotto in microscopici pezzi. A questo si aggiunge che è più comodo per la mamma avere uno schema da seguire, almeno inizialmente.

Quando si dà l'omogeneizzato intero?

Buongiorno. Le consiglio di aumentare sempre in maniera graduale, anche monitorando con la pediatra la crescita del bimbo. In particolare è giusto che le porzioni siano un po' più abbondanti, ma indicativamente il vasetto va dato intero verso l'anno di vita, per evitare un eccessivo introito.

Quanti omogeneizzati di frutta al giorno?

I primi assaggini di frutta al neonato dovrebbero essere di circa 20 g per poi aumentare fino a 80 g al giorno entro il primo anno di vita. Non aver paura di esagerare: secondo gli esperti, la frutta si può proporre fino a 5 volte al giorno!

Quanto omogeneizzato di frutta a 6 mesi?

Frutta fresca frullata oppure omogeneizzato di frutta. Iniziare con pera, mela, banana, prugna: 40 gr (tra 4-6 mesi) o 80 gr (dai 6 mesi in poi); possibile aggiungere anche 1-2 cucchiaini di succo d'arancia.

Quanti cucchiaini di frutta a 5 mesi?

Piano nutrizionale a partire dal 4° mese compiuto e 5° mese In aggiunta puoi dargli un paio di cucchiaini di purea di frutta. Pranzo: Il tuo bambino riceve la prima pappa completa a base di verdure, carne, cereali (riso, mais, tapioca) e olio.