Con la convivenza si perde la pensione di reversibilità

Pensioni

Pensione reversibilità ai conviventi: cosa dice la Legge

Il convivente ha diritto alla pensione di riversibilità in caso di morte del compagno? Ecco cosa dice la Legge in merito in Italia.

La pensione di reversibilità è un contributo di tipo economico che per legge spetta ai familiari superstiti di un assicurato o di un pensionato iscritto a una delle varie gestioni dell’INPS.

In questa guida tratteremo il tema della pensione di reversibilità per le coppie di fatto, ovvero quelle persone che vivono insieme e hanno reciproci doveri morali e materiali, ma non sono sposate.

Pnesione di reversibilità per le coppie di fatto – Indice


Come funziona la pensione di reversibilità

In base a quanto stabilito nell’articolo n. 1, comma 41, della legge dell’8 agosto 1995, la pensione di reversibilità spetta al coniuge o ai figli del defunto. I figli devono essere minorenni o non autosufficienti dal punto di vista economico, quindi a carico del genitore.

In assenza di figli o coniuge, la reversibilità va di diritto:

  • ai genitori che abbiano superato il 65° anno di età, che non siano titolari di pensione e siano a carico del deceduto;
  • ai fratelli celibi o alle sorelle nubili, che al momento del decesso non siano titolari di pensione o siano inabili al lavoro.

Il coniuge superstite:

  • non perde la propria pensione di reversibilità nel caso in cui decida di andare a convivere con un’altra persona;
  • ma non ne ha più il diritto se dovesse decidere di sposarsi nuovamente.

Qual è invece la condizione prevista dalla Legge per il convivente superstite? Vediamo di seguito se ha diritto a ricevere la pensione di reversibilità.

Pensione di reversibilità: il convivente può riceverla?

In seguito alla Legge n.76 del 2016, conosciuta come legge Cirinnà, due persone che convivono hanno la possibilità di sottoscrivere un contratto di convivenza, che non corrisponde né a un matrimonio né a un’unione civile.

Essendo un contratto, deve essere sottoscritto con atto pubblico,
oppure tramite scrittura privata autenticata da un notaio: tra i diritti ai
quali si accede, è contemplato anche quello alla pensione di reversibilità?

Purtroppo no: sia nel caso di una convivenza non registrata sia in quello delle convivenze registrate con regolare contratto, nell’ipotesi in cui il proprio partner dovesse morire, non si avrebbe diritto alla pensione di reversibilità.

La Giurisprudenza in materia

Se si dovesse interpretare la Legge alla lettera si potrebbe dire che i conviventi non possono avere in alcun modo accesso alla pensione di reversibilità, in quanto nell’elenco dei titolari della pensione ai superstiti si parla proprio di moglie e marito. Tuttavia, nell’ultimo periodo si è diffuso un filone giurisprudenziale che ha iniziato a contemplare delle condizioni di riconoscibilità della reversibilità anche ai conviventi.

Ci sono stati alcuni casi, in Italia, che hanno costituito delle pietre miliari a proposito della pensione di reversibilità in caso di convivenza. Una delle più importanti è stata pronunciata dal Tribunale di Foggia, su un caso di una coppia di conviventi nel quale la compagna chiedeva la reversibilità in seguito al decesso del compagno.

È stato decretato, per la prima volta in assoluto, che in casi come questo è possibile fare in modo che il proprio partner riceva la pensione di reversibilità facendo testamento e nominando l’altro come proprio erede. Questa regola potrebbe essere applicata sia alle coppie eterosessuali sia alle coppie omosessuali non sposate.

In precedenza, l’unico modo in cui le coppie non sposate potevano tentare di ottenere la pensione di reversibilità consisteva nel rivolgersi alla Corte di giustizia europea. Si è trattato dunque di un passo avanti, che dovrebbe avere ripercussioni notevoli anche sui casi futuri.

Il diritto alla pensione di reversibilità non si estende alle coppie di fatto

Le convivenze avvenute e terminate prima della regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso, grazie alla legge del 2016, non beneficiano del diritto alla pensione di reversibilità

Per maturare il diritto alla reversibilità è necessaria la formale dichiarazione di volontà di entrambe le parti e non è sufficiente la convivenza di fatto, pur se stabile e protratta per lungo tempo

La convivenza di fatto non basta per poter beneficiare del diritto a ricevere la pensione di reversibilità in caso di premorienza del proprio partner.

Pertanto, il partner superstite non potrà essere destinatario di alcun trattamento pensionistico, riconducibile al compagno o compagna in vita.

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Sembra essere questo l'orientamento, poco incline a mutamenti, della giurisprudenza. Orientamento che risulta ancor più rigido se la premorienza di un coniuge è intervenuta prima della Legge Cirinnà legge n. 76/2016. In quanto, si violerebbe il principio di irretroattività della norma.

La mera convivenza, anche se lunga e protratta nel tempo, non è sufficiente a far scattare alcuna prestazione previdenziale e, come ha ritenuto la Corte di Cassazione, nella recente ordinanza n. 8241 del 2022, non ha carattere discriminatorio la normativa italiana nella parte in cui non prevede il diritto alla pensione di reversibilità in favore del partner superstite dello stesso sesso in presenza di una relazione affettiva stabile ed equivalente a quella del coniuge.

Ad avviso delle più recenti pronunce dei giudici di legittimità, per poter godere della pensione di reversibilità è necessaria la dichiarazione di volontà di entrambe le parti e non è sufficiente la convivenza di fatto.

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Le coppie di fatto, pertanto, in particolare se la convivenza è avvenuta e conclusa prima dell'entrata in vigore della Legge Cirinnà, non possono godere degli stessi diritti riconosciuti alle unioni civili che, invece, danno vita a diritti previdenziali e successori e fanno nascere in capo al coniuge superstite il diritto a ricevere la quota di reversibilità della pensione del defunto.

Alle parti che compongono la coppia stretta in unione civile, infatti, si applicheranno le disposizioni di leggi, di regolamenti, di atti amministrativi o di contratti collettivi che si riferiscono al matrimonio. Per questa ragione, ai superstiti delle coppie unite civilmente, a differenza di quanto previsto per le coppie di fatto, spetta il 60% della pensione del defunto, fatte salve eventuali riduzioni legate al possesso di redditi.

È il caso di ricordare, infine, che la pensione di reversibilità consiste in un trattamento pensionistico che si attiva in caso di decesso del pensionato a favore del coniuge superstite o dell'unito civilmente o, a certe condizioni, al coniuge divorziato se titolare dell'assegno civile e se non passato a nuove nozze. La reversibilità rientra nel novero dei diritti e doveri di assistenza e solidarietà delle relazioni affettive di coppia, tutelata dall'articolo 2 della Costituzione.

Con la convivenza si perde la pensione di reversibilità

Redattore e coordinatore dell'area Fiscal & Legal di We Wealth. In precedenza ha lavorato nell'ambito del diritto tributario e della fiscalità internazionale presso primari studi legali

Chi convive ha diritto alla pensione di reversibilità?

In entrambi i casi, la legge prevede che non si perde il diritto alla reversibilità: chi va a convivere non perde la pensione, ma nemmeno ha diritto alla pensione ai superstiti in caso di decesso del convivente di fatto.

Quando si perde il diritto alla pensione di reversibilità?

Chi non può avere la reversibilità e quando si perde Ci sono anche dei casi in cui si perde il diritto alla pensione di reversibilità. Questo succede quando il coniuge convola a nuove nozze oppure i beneficiari fruiscano di altra pensione oppure superino le soglie d'età, ad esempio.

Cosa spetta al convivente in caso di morte?

Chi convive, anche se da molto tempo, non ha alcun diritto sulla successione del convivente, ma può essere nominato erede (per l'intero patrimonio o parte di esso), o ricevere un lascito, nell'ambito di un testamento, facendo attenzione a non violare i diritti degli eventuali legittimari.

Quando si diventa una coppia di fatto?

Secondo la legge, si intendono per conviventi di fatto, due persone maggiorenni unite in modo stabile da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, non vincolate da rapporti di parentela, affinità o adozione, da matrimonio o da un'unione civile.

Che novità ci sono sulle pensioni di reversibilità?

Con la sentenza n. 162 del 30 giugno 2022 la Corte Costituzionale ha dichiarato che la pensione di reversibilità non può essere decurtata, in caso di cumulo con ulteriori redditi del beneficiario, di un importo che superi l'ammontare complessivo dei redditi aggiuntivi.