Non prende il biberon 7 mesi

Il latte artificiale può essere tranquillamente sostituito con lo yogurt, almeno per un pasto. In ogni caso, se il bambino dimostra di non gradirlo più non si deve insistere.

Una domanda di: Gigia
Salve mia figlia tra circa 10 giorni compirà 7 mesi e ho iniziato lo svezzamento a 5 mesi e mezzo. Ora mangia pastina con omogenizzati, verdura, sughetto leggero, formaggini a pranzo e cena ma ha decisamente diminuito la quantità di latte artificiale nelle altre poppate, da 180 che ne prendeva (mattina pomeriggio e sera) ora ne prende in media 100/120 forzatamente. Non sarà poco?

Non prende il biberon 7 mesi

Leo Venturelli

Cara mamma, se la sua piccola non ne vuole sapere di più latte, non insista, può farne benissimo a meno a questa età, a svezzamento già iniziato da un pezzo. Provi a sostituire un pasto di latte con yogurt + frutta oppure + cereali, e dal punto di vista nutrizionale non ci saranno carenze. Forzarla a bere il latte potrebbe invece indurla a respingerlo con maggiore determinazione e, addirittura, potrebbe far nascere in lei un’avversione destinata a protrarsi nel tempo. Con cordialità.

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Nonostante gli sforzi dei produttori, nessun biberon riesce a riprodurre nemmeno lontanamente il seno. Il motivo è semplice: per fare uscire il latte dal seno, il bambino fa un movimento “a onda” con la lingua, in pratica spreme il seno, altrimenti il latte non esce o ne esce poco. Il bambino che poppa al seno assume una particolare posizione della bocca, delle labbra, della mandibola, per far sì che questo movimento di spremitura sia efficace.
Sara Cosano, consulente alla pari in allattamento al seno, spiega quali sono le differenze tra i modi di suzione e quali alternative proporre se è necessario somministrare un’aggiunta di latte artificiale o di latte materno spremuto.

Due diversi modi di succhiare

Nei biberon (in tutti i biberon!) il latte scende da solo. Infatti, se mettete a testa in giù un biberon, il latte sgocciola.
Per far uscire il latte è necessario aspirare, non spremere, e la lingua viene usata per bloccare la fuoriuscita di latte dal biberon. Un po’ come quando si beve dalla borraccia (si aspira) e con la lingua tappiamo il forellino di uscita per fermare il flusso del liquido.
Questa differenza sostanziale tra seno e biberon fa sì che le tecniche di suzione tra questi due metodi siano completamente diverse e, di conseguenza, un bambino che impara un metodo difficilmente passa volentieri all’altro, ragione per cui tanto si raccomanda di non usare il biberon per i bambini allattati al seno, in particolar modo all’inizio.
Inoltre, non è vero che alimentarsi con il biberon sia più facile per il bambino: siccome il latte scende di continuo, se non vuole strozzarsi o se vuole fare una pausa è costretto a fare determinati movimenti con la bocca e con la lingua per bloccare il flusso del latte. Ciò comporta una certa fatica: si è osservato che i neonati, e in particolare i prematuri, alimentati con il biberon vanno incontro più facilmente a problemi respiratori e cardiaci.
Per quanto ora esistano delle tettarelle che hanno una forma e una consistenza abbastanza simili al capezzolo (con una base molto larga rispetto all’estremità), o anche se certi produttori vi citano studi secondo i quali le loro tettarelle sono fatte proprio come il capezzolo della mamma, è proprio il principio su cui si basa il funzionamento del biberon a far sì che, così come attualmente prodotti, non abbiano nulla a che vedere con il seno. Potrebbero anche creare una tettarella facendo un calco di un vero capezzolo e usare un materiale identico alla pelle umana, ma non risolverebbero il problema.
Quindi diffidate di tutte quelle pubblicità di fantomatici biberon che in qualche modo “facilitano l’allattamento al seno” oppure “non interferiscono con l’allattamento al seno”. Sono solo fumo negli occhi.
Di conseguenza, a meno che abbiate deciso di non allattare o di interrompere completamente l’allattamento al seno, l’uso del biberon è decisamente sconsigliato. Certamente ci sono bambini che passano senza problemi dal seno al biberon, ma si tratta di una minoranza, inoltre non è possibile sapere a priori se un certo bambino avrà difficoltà o meno se gli viene proposto sia il seno sia il biberon.

Quali alternative possibili?

Quali sono, dunque, le alternative possibili per somministrare un’aggiunta di latte artificiale o del latte materno spremuto? Molto dipende dal motivo per il quale bisogna farlo.

La produzione di latte della mamma non è sufficiente, ma l’attacco del bambino è corretto

Questo è il motivo più comune per il quale viene data la famosa aggiunta.
Il più delle volte l’aggiunta di latte artificiale viene data senza che ce ne sia effettivamente bisogno e soprattutto senza analizzarne le cause.
L’aggiunta è necessaria se il bambino sta prendendo troppo poco peso o se addirittura ne sta perdendo e quando i primi interventi per migliorare la situazione (per esempio aumentare il numero delle poppate) non danno risultati sufficientemente rapidi.
Quando l’attacco al seno del bambino è corretto, si può fare così: somministrare latte in aggiunta e allo stesso tempo stimolare il seno, in modo da aumentare la produzione di latte. Si chiama “Dispositivo di Alimentazione Supplementare” (o D.A.S.). Si tratta di un tubicino molto sottile: da una parte lo si mette in un contenitore che contiene il latte (artificiale o della mamma), dall’altra lo si mette vicino al capezzolo. Il bambino, mentre succhia al seno della mamma, prende allo stesso tempo il latte dal seno e dal tubicino. In questo modo, pur prendendo un’aggiunta, il neonato è attaccato al seno della mamma e lo stimola a produrre più latte. Inoltre non deve imparare un modo diverso per alimentarsi, perché continua a succhiare al seno come ha sempre fatto.
Del D.A.S. esistono versioni già pronte, acquistabili in farmacia, o si può fabbricare anche in casa, acquistando sempre in farmacia un sondino naso gastrico e utilizzando un recipiente sterile per contenere il latte.
L’obiettivo dell’aggiunta data intelligentemente è quello di uscire dalla momentanea bassa produzione di latte per tornare all’allattamento esclusivo. Quando il bambino avrà ricominciato a prendere peso, si potrà cominciare a ridurre gradualmente la quantità di latte data in aggiunta (per esempio, ogni giorno – 30 ml a poppata).
Questo sistema è utilizzato anche dalle mamme che “riallattano”, cioè che avevano smesso di allattare e che vogliono riprendere, o addirittura dalle madri adottive, infatti la stimolazione del seno data dalla suzione del bambino è in grado di indurre la lattazione anche nelle donne che non hanno partorito.

La produzione di latte della mamma non è sufficiente e l’attacco del bambino non è corretto

In questo caso il D.A.S. non è utile, in quanto per usare il D.A.S. il bambino deve succhiare correttamente. Se il bambino non si attacca correttamente o per qualche ragione rifiuta il seno e serve quindi “rieducarlo” o se il bambino è prematuro o troppo debole per succhiare si può utilizzare l’alimentazione a dito.
Come con il D.A.S., serve un tubicino e un contenitore in cui tenere il latte. La persona che somministra il latte, preferibilmente uno dei genitori, dovrà lavarsi accuratamente le mani e tagliare le unghie molto corte. Il tubicino dovrà essere allineato a una delle dita della mano del genitore, dal lato del palmo e poi il dito va messo nella bocca del bambino che inizierà a succhiare. Anche se non sembra, questo sistema è molto più simile all’allattamento al seno di quanto non lo sia il biberon.

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Quando la mamma si deve assentare

Se la mamma si deve assentare per un periodo di tempo durante il quale il bambino molto probabilmente avrà fame, la cosa migliore è avere da parte del latte materno spremuto (a mano o con il tiralatte). Se questo non è possibile e il bambino è ancora allattato esclusivamente al seno (almeno sotto i 6 mesi di età), l’unica alternativa è ricorrere a del latte artificiale correttamente preparato.

Alimentazione a dito e a bicchierino

Per dare il latte al bambino è sufficiente un bicchierino molto piccolo o un cucchiaino (ovviamente sterilizzati). In commercio esistono anche dei contenitori fatti apposta, che sono appunto dei bicchierini o anche una specie di cucchiaio con un serbatoio per non doverlo riempire ogni volta. Basta tenere il bambino in braccio e appoggiargli il bicchierino sulle labbra, di modo che il latte gli sfiori la lingua. Il bambino inizierà a leccare il latte come un gattino con la sua ciotola.
La stessa cosa si può fare con un cucchiaino, è un po’ più laborioso perché il cucchiaino contiene meno latte del bicchierino.
Se il bambino ha già qualche mese, si può usare un bicchiere con il beccuccio, di quelli fatti apposta per bambini.
In molti paesi del mondo il biberon non esiste, e quando è necessario dare del latte a un neonato senza attaccarlo al seno si usano proprio dei piccoli recipienti. Per esempio in India si usa il paladai, un contenitore simile a una lampada a olio, molto efficace per somministrare il latte ai bambini piccoli.
L’alimentazione a dito e il bicchierino sono utili anche nei casi in cui la mamma non possa o non riesca ad attaccare al seno il bambino per alcuni giorni, per esempio nel caso di ragadi molto dolorose o se è necessaria una sospensione temporanea dell’allattamento per qualche ragione. In ogni caso sarà necessario usare un tiralatte o spremere il latte manualmente, sia per mantenere la produzione sia per evitare ingorghi mammari.

L’aggiunta: quando è alleata e non nemica dell’allattamento?

Come avete visto non solo è possibile somministrare il latte senza creare confusione nella suzione, ma allo stesso tempo è possibile stimolare il seno a produrre più latte. Ed è anche possibile tornare all’allattamento esclusivo, una volta individuate le cause della produzione di latte non adeguata.
Purtroppo, nella maggior parte dei casi, l’aggiunta viene data senza motivo, spesso su iniziativa degli stessi genitori a causa della sfiducia nelle capacità della mamma e nella qualità e quantità del suo latte. E anche quando viene prescritta dal pediatra, raramente viene data analizzando il motivo del “poco latte”: solo capendone le cause sarà possibile attuare, in accordo con i genitori, una strategia per tornare all’allattamento esclusivo. In questo caso, quando l’aggiunta di latte artificiale è veramente necessaria, non sarà una “nemica” dell’allattamento, ma un valido aiuto per uscire da una situazione passeggera.
Ipotizziamo che abbiate male a una gamba e vi rivolgiate al pronto soccorso per questo motivo. Cosa pensereste se il medico, senza minimamente indagare sulle cause del dolore, vi prescrivesse delle stampelle come unica “cura”, senza domandarsi se la gamba è rotta o se invece c’è uno strappo muscolare o una caviglia slogata? E magari vi dicesse “Eh, già, è un vero peccato, lei ha la sfortuna di non poter camminare”? Invece è perfettamente normale che il medico studi la vostra situazione per capire la causa del problema, e una volta scoperta la causa del dolore, il medico prescriverà in base alla situazione un’ingessatura, della fisioterapia, un farmaco o qualcos’altro. Magari serviranno anche le stampelle, ma solo per un certo periodo e con lo scopo di tornare a camminare con le proprie gambe.
Perché non pretendere lo stesso anche per l’allattamento, che è altrettanto importante per la salute di mamma e bambino?

Consigli utili

In calce all’articolo troverete dei riferimenti per approfondire il tema e se dovrete utilizzare questi strumenti è comunque consigliata la consulenza di una persona esperta in allattamento, specialmente le prime volte dato che queste alternative sono sconosciute ai più e quindi è probabile che all’inizio serva un po’ di pratica.
Del resto, anche provando a dare un biberon a un bambino abituato al seno, molto probabilmente incontrerete il rifiuto del bambino. Però scommetto che nessuno vi dirà: “Su, dai, non insistere con il biberon. Se non lo vuole, prova a dargli il bicchierino!”. Invece sono quasi certa che se proverete il bicchierino o il D.A.S., al primo intoppo ci sarà qualcuno che vi dirà: “Ma perché ti complichi la vita con queste cose? Usa il biberon!”.


di Sara Cosano
Peer counsellor in allattamento al seno, membro della sezione italiana di IBFAN (International Baby Food Action Network), componente del Comitato Regionale per la promozione dell’allattamento materno della Regione Veneto.


Per saperne di più

C. González, Un dono per tutta la vita, Il Leone Verde Edizioni
T. Catanzano, P. Negri, Allattare, un gesto d’amore, Bonomi Editore
Uso del D.A.S.
Video sul D.A.S.
Video sull’alimentazione a dito
Video sul bicchierino

Cosa fare se il bambino rifiuta il biberon?

Bisogna provare più volte: se il biberon viene rifiutato tre/quattro volte, aspetta qualche minuto e poi permettigli di poppare naturalmente, almeno fino all'allattamento successivo. La linea guida essenziale è la pazienza, e chi si prende cura del bambino dovrà munirsene in abbondanza.

Come dare il latte se non vuole il biberon?

Si chiama “Dispositivo di Alimentazione Supplementare” (o D.A.S.). Si tratta di un tubicino molto sottile: da una parte lo si mette in un contenitore che contiene il latte (artificiale o della mamma), dall'altra lo si mette vicino al capezzolo.

Perché non prende biberon?

Colpa del latte Quello che devi fare è capire se il bambino sta rifiutando il contenuto del biberon o lo strumento. Nel caso di latte materno, ovviamente, la risposta è evidente, nel caso invece del latte artificiale no. Molto spesso potrebbe proprio esserci un problema con la formula.

Cosa fare se il bambino non vuole il latte artificiale?

Ecco alcune possibili soluzioni..
Dare il latte con la tazzina. Un bambino allattato al seno non è interessato a prendere biberon, che probabilmente non ha mai conosciuto. ... .
Far dare il latte a persone diverse dalla mamma. ... .
Diluirlo nella pappa. ... .
Passare al latte vaccino..