Farmaci per disintossicare il fegato dall alcol

Farmaci per disintossicare il fegato dall alcol

Sempre più spesso si sente parlare della necessità di disintossicare il fegato, un organo fondamentale per il benessere del nostro organismo. Ma in che senso dobbiamo disintossicarlo?

Tra le varie funzioni del fegato, che sono veramente tante e sono tutte importanti per la salute, ce n’è una che è fondamentale per la salute dell’intero organismo, che interviene nel metabolismo e nelle dinamiche di dimagrimento in maniera importante.

Il fegato infatti ha la capacità di detossificare il nostro organismo dalle sostanze tossiche o potenzialmente tossiche. Qualsiasi sostanza introduciamo dal mondo esterno verso l’interno (ingerendola attraverso gli alimenti, respirandola, con cui entriamo in contatto a livello cutaneo e che riesce in qualche modo ad entrare nel nostro circolo sanguigno, che inseriamo attraverso un’iniezione) prima o dopo, presto o tardi, passa dal fegato.

Fegato che ha quindi la funzione di trattare queste sostanze, distruggerle, metabolizzarle, eliminarle, processarle, al fine di evitare che accumulino causando la comparsa di patologie più o meno gravi.

Queste sostanze possono essere tossiche, potenzialmente tossiche, alcune sono dose-dipendenti, altre possono scatenare reazioni interne diverse da soggetto a soggetto. Possono arrivare attraverso i farmaci, dallo stress psicofisico, un pochino dall’alcol, un po’ degli alimenti che oggi sono modificati geneticamente e da tutti gli inquinanti esogeni.

Ecco perché è fondamentale proteggere il fegato, affinché risulti sempre in salute e riesca a svolgere al massimo dell’efficienza tutte le funzioni per cui è preposto.

Epatoprotettori: cardo mariano, carciofo e integratori

Anni di ricerca e studi hanno portato alla scoperta dell’esistenza di alcune piante in grado di avere proprietà epatoprotettiva, cioè, come la parola stessa suggerisce, di protezione epatica, quindi del fegato.

Una delle più studiate è il cardo mariano, una pianta erbacea selvatica che fa parte delle famiglie delle asteracee. La sua azione principale è quella di proteggere il fegato, grazie alla presenza della silimarina, un principio che consente a questa pianta di rigenerare i tessuti del fegato e stimolare la produzione di nuove cellule.

Infatti viene spesso utilizzata come coadiuvante durante la disintossicazione da droghe e alcol, ma anche in seguito a cirrosi ed epatite. Un’altra delle caratteristiche fondamentale del Cardo Mariano è quella di stimolare, grazie alla presenza di alcuni complessi di bioflavonoidi, la produzione di latte nelle neomamme.

Anche il carciofo è una pianta che svolge azione epatoprotettrice: ricco di flavonoidi che hanno proprietà antiossidante con effetto protettivo sul fegato, disintossica dai radicali liberi che si accumulano a livello epatico. Il carciofo contiene anche la Cinarina, antiossidante che è in grado di inibire i mediatori dell’infiammazione.

Oltre a integrare queste due piante nella propria alimentazione (il cardo mariano può essere assunto come estratto secco titolato in silimarina o in estratto idroalcolico), per contribuire a proteggere il fegato è possibile ricorrere all’utilizzo di alcuni integratori specifici, che puoi facilmente acquistare sullo shop online di Farmaè.

Fitoliv 60 Compresse: integratore a base di sylibum marianum, phyllanthus niruri, picrorhiza kurroa, eclipta alba e curcuma curcuma, utile in casi di insufficienza epatica, digestione lenta, congestione epato-biliare stipsi, flatulenza ed epatite.

Gluta-tios Forte: Integratore alimentare, massima efficacia disintossicante ed epatoprotettrice con l’innovativa tecnologia di rilascio Enterosoma-L.

NutriCol: integratore a base di Tarassaco, Cardo Mariano, Aloe, Rabarbaro, Cascara e altri estratti. Una miscela composta da Bifidobatteri, i naturali componenti della flora batterica intestinale, da microalga Klamath ed erbe ad azione epatico-intestinale che, in combinazione con gli enzimi digestivi, possono sostenere efficacemente le funzioni oro-gastro-enteriche.

L’epatopatia alcol-correlata è un danno al fegato causato da un eccessivo consumo di alcol per un tempo prolungato.

  • Di solito, il rischio e la gravità del danno epatico dipendono dalla quantità di alcol ingerito (quanto alcol, quanto spesso e per quanto tempo).

  • I sintomi variano da uno stato asintomatico iniziale a febbre, ittero, affaticamento e fegato di consistenza molle, dolente e ingrossato, quindi a problemi più gravi come l’emorragia del tratto digerente e il deterioramento delle funzioni cerebrali.

  • Per scoprire se il bere è un problema, il medico può fornire al soggetto un questionario e chiedere ai suoi familiari quanto beve.

  • Se il bevitore presenta sintomi di epatopatia, il medico prescrive esami del sangue per valutare il fegato e talvolta una biopsia epatica.

  • Il miglior trattamento è smettere di bere alcol, ma può essere difficile farlo e richiede aiuto, spesso in programmi di riabilitazione.

La maggior parte dell’alcol, dopo essere stato assorbito dal tratto digerente, viene trasformato (metabolizzato) nel fegato. Durante la sua metabolizzazione si formano sostanze in grado di danneggiare il fegato. Più alcol si beve, più si danneggia il fegato. Anche se danneggiato, il fegato all’inizio può continuare a funzionare per un certo periodo, perché è in grado di rigenerarsi da danni lievi. Inoltre, è in grado di funzionare normalmente anche con l’80% di danni, ma se il soggetto persevera nel bere, il danno epatico progredisce e alla fine può portare al decesso. Smettere di bere aiuta a guarire parte dei danni e probabilmente a vivere più a lungo.

  • Infiammazione (epatite alcolica): il fegato va incontro a un’infiammazione in circa il 10-35% dei soggetti.

e può causare le seguenti gravi complicanze:

Le probabilità che si sviluppi un’epatopatia alcol-correlata aumentano se il paziente

  • assume grandi quantità di alcol

  • assume alcol da molto tempo (generalmente, da più di 8 anni)

  • è di sesso femminile

  • possiede un corredo genetico che lo rende suscettibile all’epatopatia alcol-correlata

  • è obeso

È possibile farsi un’idea più precisa del rischio di epatopatia alcol-correlata se si conoscono le quantità di alcol assunto. Per stabilire quanto alcol si sta assumendo, è necessario conoscere il contenuto in alcol delle bevande alcoliche. Tipi diversi di bevande contengono percentuali alcoliche differenti.

  • Birra: generalmente tra il 2 e il 7%

  • Vino: generalmente tra il 10 e il 15%

  • Liquori: generalmente tra il 40 e il 45%

Tuttavia, nelle porzioni tipiche di queste bevande il contenuto in alcol è molto simile, anche se le quantità di liquido sono molto diverse:

  • Lattina di birra (circa 360 ml): circa 5-25 ml di alcol.

  • Bicchiere di vino (circa 150 ml): circa 20-30 ml di alcol.

  • Bicchierino di superalcolico (o un tipico cocktail misto) (circa 45 ml): circa 15 ml di alcol.

Nei superalcolici, la concentrazione alcolica è spesso definita in gradi proof. Il proof corrisponde a circa il doppio della percentuale alcolica. Ad esempio, un superalcolico 80-proof contiene il 40% di alcol.

Di solito, il rischio di epatopatia alcol-correlata aumenta all’aumentare del consumo di alcol e della sua durata, anche se l’epatopatia non si sviluppa in ogni forte bevitore che assume alcolici per molti anni. Ciò significa che sono coinvolti altri fattori.

Le donne sono più vulnerabili al danno epatico da alcol, anche dopo aver corretto i valori in funzione delle minori dimensioni corporee. Le donne sono a rischio di danno epatico se assumono all’incirca la metà dell’alcol rispetto agli uomini, vale a dire se assumono da 20 a 45 ml di alcol al giorno. Il rischio può essere maggiore nelle donne perché il loro apparato digerente può avere una minore capacità di metabolizzare l’alcol, aumentando la quantità di alcol che raggiunge il fegato.

Si ritiene che l’epatopatia alcol-correlata abbia una base genetica perché ha spesso una componente familiare. I familiari possono condividere geni in grado di ridurre la capacità di metabolizzare l’alcol.

L’obesità rende le persone più vulnerabili al danno epatico da alcol.

Oltre il 25% dei forti bevitori è anche affetto da epatite C e la combinazione di alcolismo ed epatite C aumenta enormemente il rischio di cirrosi.

I forti bevitori, in genere, diventano sintomatici fra i trenta e i cinquant’anni e tendono a sviluppare disturbi gravi circa 10 anni dopo la comparsa dei primi sintomi.

Al progredire dell’epatopatia alcol-correlata ad epatite alcolica, i sintomi possono variare da lievi a potenzialmente fatali. Il soggetto può presentare febbre, ittero e un fegato ingrossato, di consistenza molle e dolente, e può sentirsi affaticato.

Il forte bevitore di sesso maschile può sviluppare caratteristiche femminili, come cute più liscia, ingrossamento delle mammelle e diminuzione dei peli corporei. I testicoli possono ridursi di volume.

Il soggetto può andare incontro a denutrizione perché l’assunzione di quantità eccessive di alcol, che contiene calorie ma ha uno scarso valore nutrizionale, diminuisce l’appetito. Inoltre, il danno causato dall’alcol può interferire con l’assorbimento e l’elaborazione dei nutrienti. Il soggetto può presentare carenze di folati, tiamina, altre vitamine o minerali. Le carenze di alcuni minerali possono causare debolezza e tremiti. Inoltre, le carenze nutritive probabilmente causano o contribuiscono al danneggiamento dei nervi periferici.

Può esservi anemia perché si verificano emorragie del tratto digerente o perché il soggetto sviluppa la carenza di un nutriente necessario per la produzione di globuli rossi (alcune vitamine o il ferro).

  • Una valutazione medica dei sintomi

  • Anamnesi di forte consumo di alcol

Il medico sospetta l’epatopatia alcol-correlata nei soggetti che presentano sintomi di epatopatia e assumono grandi quantità di alcol.

Anche se l’esame e le analisi suggeriscono un’epatopatia alcol-correlata, il medico controlla periodicamente la presenza di altre forme di epatopatia potenzialmente trattabili, specialmente l’epatite virale. Potrebbero coesistere altre cause alla base dei problemi epatici e, se presenti, vanno trattate.

La prognosi dipende da quanta fibrosi e infiammazione sono presenti.

Alcuni riscontri bioptici e i risultati degli esami del sangue possono aiutare il medico a predire meglio la prognosi del soggetto. A supporto della predizione della prognosi, il medico può anche ricorrere a formule e modelli (che combinano i risultati di diversi test).

  • smettere di bere (astinenza) e assistenza nel farlo

  • Trattamento dei sintomi e delle complicanze

  • trattamenti per il danno epatico

Poiché l’astinenza è difficile, si usano diverse strategie per aiutare a motivare il soggetto e indurlo a cambiare il proprio comportamento. Le strategie comprendono la terapia comportamentale e la psicoterapia (terapia comunicativa), spesso parte di un programma di riabilitazione ufficiale, nonché gruppi di auto-aiuto o supporto (come gli alcolisti anonimi) e sedute di consulenza con il medico di base. Si può inoltre ricorrere a terapie che esplorino e aiutino il soggetto a chiarire il motivo per cui desidera astenersi dall’alcol (terapia di aumento della motivazione).

Il medico tratta i problemi causati dall’epatopatia alcol-correlata e dai sintomi da astinenza che compaiono dopo che il soggetto smette di bere.

Inizialmente si prova con l’astinenza. Diversi farmaci, tra cui alcuni gli antiossidanti (come la S-adenosil-L-metionina, la fosfatidilcolina e la metadoxina) e gli antinfiammatori possono essere utili, sebbene siano richiesti ulteriori studi a conferma. Sono stati provati molti integratori nutrizionali che sono antiossidanti, come il cardo mariano e le vitamine A ed E, ma non sono efficaci.

I corticosteroidi possono aiutare ad alleviare una grave infiammazione epatica e il loro uso è sicuro se il soggetto non presenta infezione, emorragia del tratto digerente, insufficienza renale o pancreatite.

Le seguenti sono alcune risorse in lingua inglese che possono essere utili. Si prega di notare che IL MANUALE non è responsabile del contenuto di tali risorse.

  • Alcolisti anonimi: una rete internazionale di persone con problemi di alcolismo che si affidano a un programma in 12 fasi per sostenersi a vicenda e superare la compulsione a bere.

  • American Liver Foundation: propone programmi formativi di comunità che offrono una panoramica su tutti gli aspetti delle malattie e del benessere del fegato. Inoltre propone gruppi di supporto e offre informazioni su come trovare un medico e sulle possibilità di partecipare a sperimentazioni cliniche.

  • Hazelden Betty Ford Foundation: propone programmi residenziali e ambulatoriali di recupero dall’uso di sostanze e dalla loro dipendenza.

Quanto tempo ci vuole per depurare il fegato dall alcol?

Tempi di guarigione e trattamenti A differenza di quanto visto per la steatosi epatica alcolica, che normalmente si risolve in 10-14 giorni dall'inizio dell'astensione dall'alcool, l'epatite alcolica richiede moltissime settimane o mesi per guarire.

Come aiutare il fegato a smaltire l'alcol?

Cosa fare per ripulire il fegato? La migliore arma per la salute del fegato è prendersene cura con una dieta equilibrata povera di alcolici, l'assunzione di circa 2 litri d'acqua al giorno, attività fisica regolare, astensione dal fumo e mantenimento di un peso corporeo ideale.

Quale farmaco per disintossicare il fegato?

Prodotti nutraceutici ad azione disintossicante del fegato: BETAINA (es. Cystadane): prodotto naturale estratto dalla barbabietola da zucchero (Beta vulgaris). Assumere 6 grammi di sostanza al giorno, preferibilmente frazionati in due dosi da 3 grammi.

Cosa prendere per non bere alcol?

Campral o acamprosato; si impiega per ridurre il disagio che si prova quando si smette di bere. Non è un farmaco per indurre astinenza, ma per il mantenimento dell'astinenza. Agisce quasi come un anti-ansia. Antaxone o naltrexone: il farmaco ha altri nomi commerciali, l'Antaxone è il più diffuso.