Come capire se ho rotto il mignolo del piede

salute

11 marzo 2019 - 19:19

Piede, quando sospettare la frattura di un dito? I sintomi da non sottovalutare e che cosa fare nell’immediato

Il piede umano ha due ossa nell’alluce e tre nelle altre dita. Uno spigolo colpito inavvertitamente, un oggetto pesante sfuggito di mano: una falange fratturata � un infortunio domestico molto comune. Ecco come riconoscerlo e trattarlo con la consulenza di Angelo Chessa, responsabile della Chirurgia del piede all’Ospedale San Paolo di Milano

di Silvia Turin

Con un dito del piede rotto, potreste avere uno o pi� dei seguenti sintomi: forte dolore e sensibilit�, gonfiore, rossore o livido, difficolt� a camminare. Il dolore nell’area colpita � forte e diventa pi� intenso se si sposta il peso sul dito.

(Getty Images)

11 marzo 2019 | 19:19

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Frattura mignolo piede camminare – GUIDA COMPLETA dal trauma al ritorno alla normalità – i migliori consigli per ridurre il dolore – Studio TrattaMIX

Frattura mignolo piede camminare – Introduzione

Frattura mignolo piede camminare – Questo articolo tratta un tema molto frequente e ahimè molto doloroso, che quasi tutti hanno provato almeno una volta nella vita: il trauma al minolo, ovvero il mignolo del piede.
Si calcola che ogni giorno uno spigolo del letto sia colpevole di questi incidenti casalinghi che vedono come vittima sempre lui, il più piccolo, il mignolo. Sarà per la sua posizione esposta o per la sua natura fragile e delicata, sta di fatto che il mignolo si trova sempre nel punto sbagliato al momento sbagliato.
A parte gli scherzi, il trauma del quinto dito del piede nei casi più gravi può diventare molto serio: l’osso va incontro a frattura e si rende necessaria un’ingessatura o un intervento chirurgico per stabilizzare la lesione.

Alla fine di questa lettura avrete in mano degli strumenti molto utili e pratici per prendervi cura voi stessi del vostro mignolo sfortunato, dall’istante 0 in cui il trauma è appena avvenuto all’istante in cui tornerete a camminare.
I consigli che vi darò in questa guida sono quelli che normalmente fornisco in studio ai miei pazienti e comprendono le strategie più efficaci che io stesso ho potuto sperimentare sulla mia pelle dopo il famigerato trauma al mignolo.

PRIMA FASE – quando il trauma è appena avvenuto

Vi siete appena fatti male. Dopo le dovute imprecazioni, potete iniziare a preoccuparvi della condizione del vostro mignolo. Se il trauma è importante, il dito inizierà subito a gonfiarsi, a pulsare e presto si colorerà di 50 sfumature di viola con la comparsa dell’ematoma.
Premetto che se riconoscete subito dei segnali di allarme come pulsazioni importanti, formicolio, deviazione del dito in una posizione innaturale, vi conviene recarvi al pronto soccorso perché molto probabilmente non si tratta di una semplice botta ma di una frattura ossea. In questo caso sarà quindi il medico ortopedico a prendersi cura dei primi istanti dopo il trauma e, nei casi più gravi, lo farà con l’immobilizzazione o l’intervento chirurgico di stabilizzazione.
Nel caso in cui il trauma sia lieve o in pronto soccorso abbiano escluso un intervento invasivo per la natura non preoccupante della frattura, potete affidarvi ai consigli che seguono per realizzare un pronto intervento casalingo efficace e sicuro.

Consiglio numero 1 – TENERE IN ALTO IL PIEDE

Il primo consiglio è semplice da realizzare, anzi si tratta più di un prezioso accorgimento.
La cosa più sbagliata da fare subito dopo il trauma è tenere il piede vero il basso per lungo tempo.
Questo perché dopo il trauma si crea un versamento di sangue tra i tessuti (il cosiddetto ematoma) a causa della rottura dei capillari che circondano l’area colpita. A questo versamento si aggiunge quello dovuto alla lesione dei vasi situati all’interno dell’osso traumatizzato, e questo non fa altro che creare volume e comprimere le terminazioni nervose responsabili dell’invio di messaggi dolorosi al cervello. L’aumento di pressione che si crea nell’area traumatizzata è responsabile quindi sia delle fitte dolorose sia delle pulsazioni che avvertite subito dopo il trauma.

  • NO alla posizione in piedi o seduta con il piede verso il basso: il dolore sarà più pungente e acuto.
  • SI alla posizione seduta o distesa con piede sollevato con un cuscino: queste sono strategie che, per forza di gravità, riducono la pressione sanguigna a livello del dito e vi consentono di sentire meno dolore e pulsazioni.

Consiglio numero 2 – IMMERGERE IL PIEDE IN ACQUA FREDDA

I benefici del freddo in caso di trauma sono ampiamente conosciuti e il metodo più diffuso riguarda l’applicazione del ghiaccio.
Per mia esperienza è più utile immergere il piede traumatizzato in una bacinella con acqua fredda.
In questo modo l’intero piede potrà godere dei benefici della bassa temperatura in modo omogeneo e eviterà di andare incontro ad un congelamento brusco e repentino come nel caso del ghiaccio.

Ecco le domande che più frequentemente mi vengono poste dai pazienti per capire i dettagli del procedimento.

  • Per quanto tempo devo tenere il piede a bagno? Una ventina di minuti sono più che sufficienti per abbassare il dolore e per rinfrescare tutta l’area traumatizzata.
  • Quante volte al giorno devo immergere il piede in acqua fresca? Il mio consiglio è: tutte le volte che vuoi. Tieni presente che questo stratagemma è utile per abbassare il dolore, e la vasocostrizione del che produce è molto efficace anche per drenare l’area traumatizzata e per favorire un rapido decorso dell’infiammazione.
  • Per quanti giorni devo eseguire questa procedura? Solitamente viene consigliato di usare la terapia del freddo nei primi tre giorni dopo il trauma. Secondo la mia esperienza, non ci sono dei tempi standard da rispettare, proprio perché non essendoci effetti collaterali puoi godere dei suoi benefici fino a che senti di averne bisogno, quindi fino a che il dolore cala e la temperatura del dito diventa simile al lato sano.

Consiglio numero 3 – FATE RICORSO A FARMACI ANTI INFIAMMATORI SECONDO LE VOSTRE ABITUDINI

Tra i consigli che vi do per far fronte ai primi istanti dopo il trauma al mignolo non figurerà anche l’uso di farmaci: questo non perché io sia contrario al loro utilizzo, semplicemente perché non rientra nel mio mestiere dare indicazioni sulla posologia di medicinali. Quello che posso suggerire è di utilizzarli secondo le vostre abitudini e nelle modalità concordate con il vostro medico.

PERCHE’ È UTILE RIVOLGERSI AL FISIOTERAPISTA NELLA FASE ACUTA

Tutti i consigli che vi ho dato fino ad ora comprendono delle strategie che potete mettere in pratica a casa sin dai primi istanti che seguono il trauma al mignolo. Ovviamente questi sono accorgimenti importanti che, anche se ben eseguiti, non rappresentano le cure complete e precise che solo un professionista può darvi.
Rivolgersi al fisioterapista nella fase acuta è la soluzione migliore per facilitare e velocizzare tutto il percorso di cura: in studio è possibile godere degli enormi benefici delle tecniche manuali e degli effetti antidolorifici e cicatrizzanti della terapia strumentale come il laser (Laserterapia per eliminare il dolore) per ritornare in breve tempo alla vostra quotidianità.
Data la condizione acuta inziale, non pensiate che andare dal fisioterapista sia una scelta atroce per il vostro mignolo dolente. Non è come andare dal dentista, ANZI i trattamenti sono molto delicati e piacevoli e anziché procurare dolore lo eliminano efficacemente sin dalla prima seduta.

SECONDA FASE – quando giunge il momento di ritornare a camminare

Arrivati a questo punto avrete intenzione di ricominciare ad indossare le scarpe per muovere i primi passi dopo il trauma. Se il vostro mignolo non dà più i segni di dolore della fase iniziale, ora che ricomincerete a costringerlo dentro le scarpe molto probabilmente non tarderà a farsi sentire, in particolare se vi siete procurati una frattura.
Il rivestimento interno della scarpa infatti non farà altro che aumentare la pressione sul dito, scatenando un grande dolore sin dai primi passi.

In questo momento vi trovate in una fase di plateau: vi accorgerete che il fastidio al dito tende a calare più lentamente rispetto all’inizio ed è come se il percorso di recupero subisse una frenata.

I consigli che posso darvi per questa situazione sono due:

  1. Auto massaggio del piede – per recuperare la piena mobilità ed elasticità. I tessuti molli che circondano il mignolo, saranno sicuramente irrigiditi sia perché nella fase acuta del trauma avete tenuto fermo il piede, sia perché il dolore e l’infiammazione rendono tutti i muscoli iperattivi per creare uno scudo protettivo intorno all’area traumatizzata, quindi contratti ed accorciati. La loro mobilizzazione andrà quindi ad abbassare la soglia di irritabilità dei tessuti e a ripristinare la corretta mobilità articolare, rendendo tutto il piede più pronto ad affrontare il cammino ed ad adattarsi alla forma della scarpa.
  2. Allenamento della muscolatura vicina al mignolo – questi muscoli risulteranno indeboliti e con una capacità di contrazione rallentata, per gli stessi motivi descritti sopra, ovvero l’immobilità e la presenza di dolore caratteristici della fase precedente. Il rinforzo è anche molto utile per contrastare lo squilibrio muscolare che si crea quando si cammina male. Il mignolo infatti è un’importante zona d’appoggio e di spinta durante il cammino: quando va incontro ad un trauma, altri muscoli non adatti a quello scopo vengono chiamati a sostituire la sua funzione, portando a conseguente squilibrio muscolare e alterazione della postura.

Esaminiamo nel dettaglio queste due soluzioni.

Automassaggio della zona traumatizzata

L’AUTOMASSAGGIO si realizza in 3 punti del dorso del piede, come rappresentato in figura:

  • Alla base del 4° dito (mignolo) – Punto A
  • Alla base della zona situata tra 4° e 5° dito – Punto B
  • Alla base del 5° dito – Punto C

Appoggia il pollice sul dorso del piede. Su ognuno dei punti elencati sopra eseguite dei movimenti di frizione andando a spingere la pelle in direzione dell’unghia.

Ecco le FAQ a cui rispondo solitamente in studio.

  • Quanta pressione devo mettere durante il massaggio? – I movimenti di frizione vanno eseguiti con molta delicatezza perché vanno a ricercare lo scorrimento dei tessuti superficiali, cute e sottocute, rispetto a quelli inferiori, quindi per questo è necessaria poca pressione.
  • Quante ripetizioni devo fare? – Anche se non è una regola, posso suggerirti di eseguire 2 serie da 10 ripetizioni su ognuna delle tre zone elencate, quindi 10 movimenti per il 5° dito, 10 per la zona tra 4° e 5° dito, 10 per il 4° dito, il tutto per due volte in totale. Il successo sta nella costanza con cui si ripete l’automassaggio giorno per giorno e volendo più volte al giorno.
  • Come posso verificare l’efficacia di questo massaggio? – Cerca un esercizio o un movimento del piede/delle dita in grado di evidenziare il dolore, e usalo come test da ripetere prima e dopo il massaggio per controllare se il trattamento che hai eseguito è stato in grado di ridurre il dolore o di modificare la condizione pre-test. Se rifacendo il test senti di aver guadagnato maggiore mobilità o ti accorgi di percepire meno fastidio al dito questo massaggio è utile per la tua condizione. In questo caso potrai eseguirlo 2,3,4, volte al giorno, insomma tutte le volte che vuoi, basta avere una mano delicata per non irritare troppo i tessuti, invece, se rifacendo il test non compare alcun cambiamento, le cose sono due, o non lo hai eseguito correttamente o questo non è lo stratagemma adatto a te. Quello che ti suggerisco di fare allora è provare a modificare la tua manualità e, nel caso in cui il risultato sia uguale a prima, abbandona questo trattamento.

Allenamento muscolare

Sul Web troverete migliaia di esercizi per la caviglia e per il piede, quello che è importante capire è quali esercizi sono adatti alla vostra specifica condizione.
Per individuare i muscoli che vanno riattivati per alleviare il vostro dolore, fate riferimento allo stesso principio usato in precedenza con l’automassaggio: cercate un movimento del piede/delle dita in grado di evidenziare un dolore e usatelo come test da ripetere prima e dopo i seguenti esercizi:

  • Cammino sui talloni con dita dei piedi verso l’alto
  • Cammino sui talloni con dita dei piedi chiuse verso il basso
  • Cammino sulle punte dei piedi
  • Cammino sul lato esterno dei piedi
  • Cammino sul lato interno dei piedi

Tenete presente che queste 5 modalità di cammino attivano in maniera diversa determinati muscoli della gamba e del piede.
Dopo ogni prova del cammino che consiste in una serie di 10 passi per 4 volte, ritestate il movimento che all’inizio era doloroso. In questo modo vi verrà facile individuare quale o quali tipi di cammino sono terapeutici per voi perché vi danno un netto miglioramento dei sintomi

Ecco i dettagli dell’allenamento sotto forma di risposta alle domande dei miei pazienti.

  • Dopo aver individuato il tipo di cammino che mi allevia i sintomi, quante volte devo ripeterlo? – Eseguilo fino a quando percepisci un lieve affaticamento muscolare: a questo punto interrompi l’esercizio e ripetilo qualche ora più tardi.
  • Fino a quando devo andare avanti con l’allenamento muscolare? – Continua l’allenamento fino a quando senti che ti dà benefici al piede. Quando arrivi al punto in cui il test post esercizio non modifica più la condizione iniziale, allora significa che l’esercizio non è più utile e quindi sei arrivato al termine dell’allenamento terapeutico.
  • Se dopo l’esercizio non sento nessuna modifica dei sintomi o percepisco un loro aggravamento cosa devo fare? – In questi due casi significa che il tuo piede non è ancora pronto all’allenamento muscolare perché sono ancora presenti tracce dell’infiammazione o delle rigidità post traumatiche. Quello che ti consiglio di fare è di posticipare il rinforzo ad una fase successiva e prenderti ancora cura del tuo piede con l’acqua fresca e l’automassaggio.

PERCHE’ È UTILE RIVOLGERSI AL FISIOTERAPISTA NELLA FASE DI MASSAGGIO E DI RIEDUCAZIONE MUSCOLARE

In questa seconda fase il vostro contributo fatto di automassaggio e di rinforzo fai da te è importantissimo per alleviare i dolori e permettervi di ritornare al cammino con sicurezza…d’altra parte però questi interventi rimangono rimedi casalinghi che, seppur bene eseguiti, non sono paragonabili a quelli eseguiti da un professionista della riabilitazione.
Solo il fisioterapista sa quali specifici tessuti hanno bisogno di essere trattati e quali sono le tecniche, manuali o strumentali, più adatte per risolvere in modo efficace quelle tensioni. Anche la rieducazione motoria necessita di un professionista che sappia individuare i precisi muscoli deboli da riallenare nella maniera più corretta. Infine l’occhio attento del fisioterapista può osservare e prendersi cura delle modifiche posturali derivate dal trauma al mignolo o quelle che il vostro corpo si porta avanti da precedenti traumi, infiammazioni e interventi chirurgici.
In conclusione, spero che questo articolo vi sia stato utile per avere degli strumenti da utilizzare nel malaugurato caso in cui vi procuriate un trauma al mignolo: utilizzando tutti i consigli descritti in questa guida credetemi, il vostro piede vi ringrazierà. Allo stesso tempo il suggerimento migliore che posso darvi è quello di affidarvi alle mani giuste e competenti per tornare alla quotidianità in modo ottimale quanto prima.

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Come sapere se il mignolo del piede è rotto?

Sintomi.
Dolore forte ed immediato che crea serie difficoltà a camminare;.
Gonfiore;.
Ematoma sotto l'unghia o sotto pelle;.
Immobilità patologica del mignolo;.
Scricchiolio di frammenti con pressione;.
Formicolio;.
Malformazione dell'osso (nei casi più gravi, quando il dito appare piegato oppure se l'osso preme sulla pelle).

Cosa fare quando ci si rompe il mignolo del piede?

Frattura del mignolo del piede: cosa fare e non fare Infatti, tenere la gamba sollevata e a riposo permette al sangue di fluire e il dito guarisce più velocemente. Un'altra cosa da fare è poggiare un impacco di ghiaccio per 10 minuti ogni mezz'ora, continuando per almeno un giorno.

Quanto ci mette a guarire un mignolo rotto?

In genere la guarigione avviene in un intervallo compreso tra le 2 e le 8 settimane, a seconda della natura della frattura, dello stato di salute del paziente, …

Come faccio a capire se un dito del piede è rotto?

Con un dito del piede rotto, potreste avere uno o più dei seguenti sintomi: forte dolore e sensibilità, gonfiore, rossore o livido, difficoltà a camminare. Il dolore nell'area colpita è forte e diventa più intenso se si sposta il peso sul dito.