Tornare a lavoro dopo la gravidanza è un momento complesso nella carriera di ogni madre lavoratrice. Al di là di tutte le fondamentali agevolazioni a cui si ha diritto, un aspetto chiave è riuscire a conciliare nuovamente sfera privata e vita lavorativa. Show
Per quanto riguarda, invece, l’aspetto meramente normativo, le disposizioni che riguardano il sostegno alla maternità sono contenute nel decreto legislativo numero 151 del 2001. Questo testo è periodicamente aggiornato, come prevede un altro decreto legislativo (80/2015), proprio allo scopo di agevolare la conciliazione tra vita privata e lavoro. Vediamo allora come funziona il congedo di maternità e quali sono le agevolazioni previste per le donne tornate al lavoro dopo la gravidanza. congedo di maternità: come funziona.La legge italiana riconosce un periodo di astensione obbligatoria dal lavoro alle lavoratrici dipendenti durante la gravidanza e il puerperio. Si tratta del cosiddetto congedo di maternità, durante il quale la norma vieta ai datori di lavoro di impiegare le donne che beneficiano di tale diritto. a chi spetta il congedo.Sul portale dell’Inps vengono elencate tutte le categorie di lavoratrici che possono beneficiare del congedo di maternità:
durata e decorrenza.Sempre il Testo Unico del 2001 indica, dagli articoli 16 e seguenti, durata e decorrenza del congedo di maternità. Il periodo di astensione dal lavoro inizia due mesi prima rispetto alla data presunta del parto. Il congedo di maternità può, in alcuni casi, iniziare anche prima, su disposizione
La durata del congedo dopo il parto dura:
rientro a lavoro dopo gravidanza: diritti e agevolazioni.Uno dei principi cardine del rapporto tra maternità e lavoro dipendente del Testo Unico è il divieto di licenziamento “dall’inizio del periodo di gravidanza fino al termine dei periodi di interdizione dal lavoro, nonché fino al compimento di un anno di età del bambino”. Se da una parte la norma prevede l’astensione dal lavoro a partire dai due mesi precedenti la data presunta del parto, la gestante può comunque, previa certificazione medica, continuare a lavorare fino a 30 giorni dal parto. Terminati i cinque mesi di congedo obbligatorio, le madri lavoratrici rientrate al lavoro hanno diritto a delle ore al giorno per l’allattamento, che possono essere una ogni sei ore o due al giorno. Nel caso in cui l’azienda disponga di un asilo nido, la madre, che deve rimanere sul posto di lavoro, ha diritto a un’ora al giorno per l’allattamento. Un’ulteriore opzione per i neo-genitori che tornano al lavoro può essere il congedo parentale facoltativo. Utilizzabile entro i 12 mesi di vita del proprio bambino, consiste in altri sei mesi di congedo, oltre a quello obbligatorio, retribuiti al 30%. Il permesso può essere esteso a 10 mesi sia per i padri sia per le madri sole. Sono, infine, richiedibili da madri e padri, in caso di malattia, tra i tre e i cinque giorni l’anno di permesso, tra i tre e gli otto anni del proprio bambino. In alternativa ai permessi indicati dal Testo Unico, la Legge di bilancio per il 2019 consente alle madri di astenersi dal lavoro esclusivamente dopo l’evento del parto, entro i cinque mesi dal parto stesso. Questo può avvenire, però, solo a condizione che “il medico specialista del Servizio Sanitario Nazionale, o con esso convenzionato, e il medico competente ai fini della prevenzione e tutela della salute nei luoghi di lavoro – scrive l’Inps - attestino che tale opzione non arrechi pregiudizio alla salute della gestante e del nascituro”. ritorno al lavoro: quando è il momento di rientrare.Al di là degli aspetti meramente normativi, però, il rientro in ufficio ha anche delle implicazioni di natura psicologica. È importante, infatti, capire quale sia il momento giusto per riprendere gradualmente la propria routine, senza vergognarsi di chiedere aiuto qualora la situazione lo richieda o si abbia la sensazione che non tutto sia sotto controllo. Ecco, allora, alcune cose da tener presente quando si riprende la propria attività professionale (leggi anche: rientro in ufficio dopo la maternità, qualche consiglio per affrontarlo al meglio).
Quanto tempo si può stare a casa dopo il parto?In linea generale, l'astensione obbligatoria inizia due mesi prima della data presunta del parto e perdura sino a tre mesi successivi a tale data.
Quanto si può prolungare la maternità?Il periodo di maternità obbligatoria della durata di cinque mesi può essere allungato fino a raggiungere un periodo di circa due anni se ai cinque mesi previsti di astensione obbligatoria dal lavoro si aggiungono ulteriori due mesi per lavoratrici considerate usuranti, congedo di maternità facoltativo e aspettativa ...
Come funziona la maternità dopo i 5 mesi?La maternità obbligatoria, che è stabilita per legge, ha una durata di 5 mesi durante i quali la donna percepisce l'80% della sua retribuzione, inizia due mesi prima della data prevista del parto e prosegue fino al compimento del terzo mese del bambino.
Quanti mesi si può stare in maternità?Il congedo di maternità prevede 5 mesi di astensione obbligatoria dal lavoro: in generale, la lavoratrice può assentarsi dal lavoro 2 mesi prima il giorno dell'evento e 3 mesi dopo il parto.
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