Tfr in azienda quando si può richiedere

LA DESTINAZIONE DEL TFR

I lavoratori dipendenti del settore privato possono scegliere tra due opzioni di destinazione del loro TFR maturando (ossia quello futuro):


1. Lasciarlo sotto forma di liquidazione in Azienda (o presso il Fondo di Tesoreria gestito dall’INPS per i dipendenti di aziende con almeno 50 dipendenti);


2. Versarlo ad un fondo pensione.
 

Le cose da sapere sul TFR

Cos'è il TFR

Il TFR o liquidazione è una somma calcolata annualmente sulla retribuzione lorda di ciascun dipendente e accantonata dal datore di lavoro.

Il TFR corrisponde a circa una mensilità dello stipendio ed è pari al 6,91% della retribuzione lorda annua. Ad esempio, su una retribuzione annua lorda di  € 25.000, la quota annua del TFR è di ca. € 1.750.

Quanto viene tassato il TFR

C’è un diverso trattamento fiscale, a seconda della scelta di destinazione del TFR, che privilegia il versamento ad un Fondo Pensione:

  • TFR in Azienda: non viene tassato subito, ma quando il lavoratore lo riceverà come liquidazione al termine del rapporto di lavoro. Sarà sottoposto a tassazione separata ad aliquota media degli ultimi 5 anni: la tassazione minima sarà del 23%.
     
  • TFR nel Fondo Pensione: non viene tassato subito, ma quando il lavoratore lo riceverà come prestazione (rendita pensionistica o, nei limiti previsti, capitale). La tassazione varia da un massimo del 15% a un minimo del 9% (in base al numero di anni di iscrizione alla previdenza integrativa).

Quando si può disporre del proprio TFR

A seconda della scelta, il lavoratore può avere il TFR:

  • in Azienda: al termine del rapporto di lavoro o come anticipazione nei casi previsti.
  • nel Fondo Pensione: al pensionamento o nei casi previsti dalla normativa (leggi l'articolo sulle anticipazioni e i riscatti)

Quanto rende il TFR

Il  rendimento del TFR in:

  • Azienda è pari al tasso costituito dall' 1,5% fisso + il 75% dell'inflazione annua.
  • Fondo Pensione  Per chi ha aderito ai fondi pensione, invece, si rivaluta in base ai risultati della gestione finanziaria in cui si è scelto di investire i propri versamenti.

Esigenza di liquidità per far fronte a spese inattese, conseguente domanda di fruire del proprio Trattamento di Fine Rapporto: ma il datore di lavoro è sempre obbligato ad accogliere la richiesta? E in quale misura?

Tra normativa di legge, contrattualistica del lavoro, giurisprudenza e perfino accordi con il singolo dipendente, vediamo i casi in cui il datore può essere esonerato dall’accoglimento della richiesta di anticipo TFR o quando si possono addirittura pattuire condizioni di miglior favore rispetto alla norma.

Cos’è il Trattamento di Fine Rapporto?

È un istituto di diritto con lo scopo di garantire al lavoratore dipendente una somma di liquidità da corrispondersi in sede di cessazione del rapporto di lavoro per far fronte ad esigenze future.
Chiedere un’anticipazione sul proprio Trattamento di Fine Rapporto accantonato è un diritto del lavoratore dipendente ma, come vedremo, il datore di lavoro non è sempre tenuto ad accogliere tale richiesta.
Le norme che ne regolano le modalità di corresponsione hanno il duplice compito di consentire un modo per venire incontro a necessità improvvise ma, al contempo, limitarne le richieste sia in termini di quantità che di frequenza.

La richiesta

Per cosa si può chiedere?

Tfr in azienda quando si può richiedere

L'anticipazione sul TFR può essere ottenuta una sola volta nel corso del rapporto di lavoro, salvo nei casi di:

  • aggravarsi di malattie
  • acquisto della casa del figlio dopo aver usato il primo anticipo per la propria o viceversa

I limiti

Quali sono i limiti che tutelano il datore di lavoro?

Prima di tutto i limiti soggettivi con riferimento al lavoratore richiedente:

  • sono necessari almeno 8 anni di anzianità di servizio
  • può essere chiesto al massimo il 70% del TFR maturato

Appurate queste prime due condizioni, si procede con i limiti annui definiti dal già citato art. 2120 c.c., cioè che:

  • “…le richieste da soddisfarsi annualmente siano entro i limiti del 10 % degli aventi titolo…”
  • “…e comunque del 4 % del numero totale dei dipendenti”
Quindi, ad esempio, un’azienda con 100 dipendenti che rispettino i sopraindicati limiti soggettivi, potrà prendere in considerazione al massimo 10 richieste di TFR in un anno ma sarebbe obbligata ad accettarne solamente fino a 4.
Il limite del 4% è un punto fondamentale poiché deriva che le aziende con meno di 25 dipendenti sono escluse dall’obbligo di anticipazione del TFR, dato che, banalmente, il risultato dell’applicazione del 4% ad un numero più piccolo di 25 risulterebbe un valore inferiore all’unità.

Inoltre, non sono tenute all’anticipo sul TFR le aziende:

  • dichiarate in crisi, in fallimento o liquidazione
  • in cassa integrazione guadagni straordinaria

L’accoglimento

Si possono accogliere richieste di anticipo TFR anche se non obbligati a farlo?

Per riportare ancora l’art. 2120 c.c.: “condizioni di miglior favore possono essere previste dai contratti collettivi o da patti individuali”.
Quindi se il datore di lavoro lo ritiene, può:

  • accogliere richieste di anticipo TFR anche se non sarebbe obbligato a farlo
  • accettare motivazioni non specificate dalla norma
  • corrispondere oltre al 70% del TFR maturato
  • concedere più di un anticipo sul Trattamento di Fine Rapporto al medesimo lavoratore.

Il tutto solo se concordato tramite patto scritto.

Se si ricevono più richieste di anticipo TFR da diversi dipendenti, qual è il criterio di precedenza?

I contratti collettivi possono stabilire dei criteri attraverso i quali definire la priorità con cui soddisfare le richieste di anticipo TFR accolte.
In assenza di specifiche indicazioni nel CCNL, il criterio dell’ordine cronologico di ricezione è sicuramente preferibile.

Se viene accolta una richiesta ma il dipendente non ne aveva diritto?

Se il dipendente non ne aveva diritto o non fornisce opportuna documentazione, oppure viene scoperto ad utilizzare la somma ricevuta per motivazioni diverse rispetto a quelle dichiarate, è prevista la sola restituzione delle somme indebitamente ricevute senza ulteriori riflessi sul rapporto di lavoro.


Hai ricevuto una o più richieste di anticipo sul TFR e vuoi sapere cosa fare? Chiedi consiglio ai nostri esperti.

Quali sono i motivi per richiedere il TFR?

Nel corso del tempo, la giurisprudenza ha riconosciuto il diritto all'anticipo pure per: acquisto del suolo su cui edificare l'abitazione; acquisto della casa per il figlio, quando l'onere è sostenuto dal figlio stesso; ristrutturazione di quella che sarà la prima casa; costruzione in proprio della casa.

Come richiedere anticipo TFR senza motivazione?

Non esiste alcuna norma di legge che impedisca al dipendente di chiedere (e all'azienda di erogare) un anticipo Tfr senza motivazione. L'aspetto da tenere in considerazione è tuttavia che in circostanze come questa manca uno dei requisiti che qualificano l'anticipazione stessa: il motivo.

Come richiedere il TFR in azienda?

Il prestatore di lavoro, con almeno otto anni di servizio presso lo stesso datore di lavoro, puo' chiedere, in costanza di rapporto di lavoro, una anticipazione non superiore al 70 per cento sul trattamento cui avrebbe diritto nel caso di cessazione del rapporto alla data della richiesta.