Quanto ci mette un bonsai a crescere

Indice

  • Miscela di terriccio ideale
  • Concimazione del bonsai
  • Come potare un bonsai
  • Rinvaso del bonsai
  • Bonsai da interno: le cure
  • Curare il bonsai da esterno
  • Coltivare il Bonsai Ficus
  • Malattie e problematiche
  • Come si coltiva un bonsai acquatico?
  • Coltivazione idroponica dei bonsai

Come curare un bonsai? Se è una domanda che vi siete posti ultimamente vuol dire che avete ceduto alla tentazione di acquistare un piccolo alberello e coltivarlo in casa, oppure all’aperto, a seconda del tipo di pianta che avete scelto. È bene sapere, innanzi tutto, che esistono varie tipologie di bonsai, ognuna delle quali richiede cure specifiche.

Curare un bonsai e farlo crescere bene e in salute non è un’operazione difficile, tuttavia richiede un certo impegno quotidiano e un’attenzione costante. La coltivazione del bonsai, proprio come la sua potatura, richiede pazienza e attenzione, unite al rispetto di alcune regole fondamentali.
Generalmente, ciò che fa la differenza tra una pianta di bonsai vigorosa e in salute e una poco vigorosa non è la tecnica di coltivazione o delle abilità particolari, ma le piccole (ma importanti) cure quotidiane.

Se non avete mai coltivato un bonsai e vi cimentate nell’impresa per la prima volta, è importante sapere che questi piccoli alberelli presentano delle necessità lievemente differenti rispetto a quelle delle normali piante che tenete in casa o in giardino. Anche loro hanno bisogno della giusta quantità di luce, acqua e di una corretta aerazione, ma le loro esigenze specifiche variano soprattutto in base alla temperatura e alle condizioni climatiche e, quindi, in funzione della stagione.
Pertanto, l’esposizione dei bonsai dovrebbe variare dall’estate all’inverno – in modo da consentire loro di ricevere la giusta quantità di luce. Queste piante possono essere coltivate sia all’esterno – in un giardino o in una aiuola - sia in un ambiente domestico; l’importante è che – durante la stagione più calda – siano comunque portati all’esterno (bisogna farlo però solo quando sarà passato il rischio di gelate). Occorre ricordare, inoltre, che il momento migliore per cambiare il vaso e trasferire il bonsai da un contenitore all’altro è la stagione primaverile, periodo di risveglio vegetativo, in cui è opportuno iniziare anche a concimare con regolarità, ogni 12-15 giorni, per continuare fino all’arrivo dell’estate, periodo in cui sarà opportuno sospendere le concimazioni - o almeno ridurre le quantità di concime - per poi riprenderle normalmente in autunno fino all’inizio dell’inverno.

In linea generale, dal mese di marzo ad aprile (ovvero durante la prima parte del periodo primaverile) occorrerà irrigare i bonsai 2 volte alla settimana, successivamente – da maggio a giugno – bisognerà aumentare la frequenza. Nei periodi più caldi, infatti, è fondamentale aumentare sensibilmente la frequenza delle irrigazioni: se per le normali piante si prevede una innaffiatura al giorno, per i bonsai occorre prevederne anche quattro, in base al tipo di pianta e alle necessità specifiche della pianta che abbiamo deciso di coltivare.

Per garantire alle piantine la giusta quantità di acqua e umidità, è consigliabile nebulizzare anche le foglie – una volta al giorno – nelle ore serali. Sempre nel periodo estivo, è consigliabile potare i bonsai, in modo da mantenere la forma desiderata e fare manutenzione. Irrigare correttamente un bonsai non è affatto difficile e la procedura di controllo è molto simile a quella che si effettua con le normali piante: basta toccare il terreno in cui risiede il nostro bonsai, se risulta asciutto al tatto, è indispensabile irrigare, lasciando fuoriuscire l’acqua in eccesso dal foro del vaso destinato proprio al drenaggio. È importante evitare di irrigare troppo per non far marcire le radici. Per assicurare alla pianta la giusta quantità di umidità e un corretto drenaggio, è consigliabile aggiungere dell’argilla espansa nei sottovasi.

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Quanto ci mette un bonsai a crescere

Con l’arrivo della stagione autunnale, invece, le piccole piante vanno riportate in un ambiente chiuso, al riparo da correnti d’aria e dalle temperature fredde, mentre le irrigazioni tornano ad essere meno frequenti: è sufficiente bagnarle una o due volte a settimana, accertandoci che il terriccio rimanga sempre un po’ umido. Qualora dovesse seccarsi, è opportuno innaffiare: non esiste uno schema fisso e rigido per l’irrigazione delle piante di bonsai. Questo fa capire come le cure e le attenzioni dirette e quotidiane siano fondamentali per poter far crescere in salute i bonsai.

Sistemati all’interno del vostro ambiente domestico, in un punto umido e luminoso della casa (ma lontano da fonti di calore diretta, come i termosifoni o le stufe), i vasi dei bonsai vanno girati di tanto in tanto per favorire una crescita uniforme e impedire che la luce possa indurre la pianta a svilupparsi eccessivamente solo da un lato e meno dagli altri. Durante la stagione invernale occorre mantenere le piante al chiuso, in un luogo tiepido, dando particolare importanza alla protezione delle radici. È questo il periodo ideale per effettuare delle cure preventive contro alcuni tipi di malattie, come quelle fungine, irrorare degli anticrittogamici e provvedere alla potatura drastica.  
Anche in inverno è bene continuare con le irrigazioni (con la stessa frequenza di quelle effettuate del periodo autunnale) e con le nebulizzazioni per umidificare le piante, soprattutto nelle settimane in cui vengono accesi frequentemente i condizionatori di calore o i termosifoni, apparecchi che naturalmente contribuiscono a seccare molto l’aria.

La miscela di terriccio ideale per i bonsai

Per la coltivazione dei bonsai esistono dei composti già pronti, tuttavia, i veri appassionati di bonsai preferiscono generalmente comporre e preparare da soli la miscela ideale per invasare le loro piante.
Ma come si prepara il terriccio ideale per le esigenze del bonsai?
Ecco tre soluzioni valide fai da te:
- un mix ideale per la coltivazione dei bonsai è rappresentato da un 50% di terriccio universale, 20% di ghiaia fine, 20% di pomice e 10% di humus;
- in alternativa, è possibile prevedere una parte di lapillo piccolo (ovvero piccoli frammenti solidi di lava), una parte di torba e una parte di terriccio universale disponibile comunemente in commercio.
- una terza soluzione è rappresentata da una miscela composta dal 40% di sabbia, 40% di torba e 10% di argilla, con l'aggiunta di una manciata di pietra pomice tritata.

Aumentando la quantità di terriccio, che trattiene maggiormente l’acqua, si riesce ad assicurare alle piante una maggiore umidità e per questo è ideale quando non si riesce ad annaffiare con regolarità. Se, al contrario, la zona in cui si trova la pianta dovesse essere particolarmente umida, è consigliabile aumentare la componente drenante (ghiaia) per consentire all’acqua di scolare meglio, evitando così che le radici possano marcire.

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Concimazione della pianta di bonsai

Alla base dei concimi – anche quelli del bonsai – ci sono tre elementi fondamentali, ovvero l’azoto (N), il fosforo (P) e il potassio (K). L'azoto serve per aumentare lo sviluppo di steli e foglie, il fosforo consente alle radici di fortificarsi, il potassio è, invece, il componente fondamentale per la crescita di fiori e frutti.  Ogni momento dell’anno richiede una combinazione differente di questi tre elementi.

Ad esempio, durante la primavera, quando si riprende la concimazione dopo la pausa invernale, è consigliabile utilizzare un fertilizzante con un contenuto di azoto abbastanza elevato, con la seguente combinazione di elementi NPK 12:6:6, per poter stimolare la crescita vegetativa; in l'estate – sempre che si decida di concimare – è consigliabile utilizzare un concime equilibrato, in cui tutti gli elementi siano nelle stesse quantità: NPK 10:10:10, in autunno, invece, occorre rinforzare il bonsai in vista dell’inverno e, quindi, la composizione raccomandata è la seguente: NPK 3:10:10.

In alcuni casi, però, per favorire la fioritura del bonsai, è opportuno aumentare la componente di potassio e fornire alla pianta una combinazione di questo tipo: NPK 6:6:12. Per i bonsai più adulti, invece, è consigliato un concime con una quantità leggermente inferiore di azoto, oppure – in alternativa – prevedere una dose inferiore di fertilizzante. Per evitare di commettere errori nel dosaggio, raccomandiamo di acquistare un fertilizzante specifico, in forma liquida, già pronto e attenersi alle indicazioni riportate sulla confezione del prodotto.
In linea generale, quindi, per riassumere, per la concimazione del bonsai, è consigliabile optare per un prodotto liquido e iniziare a fornirlo alla pianta – come già anticipato sopra – con l’arrivo della primavera, per proseguire con regolarità fino all’inizio dell’estate, sospenderlo nel periodo dell’anno più caldo e riprendere con le concimazioni solo nel mese di settembre, fino a quando la pianta non andrà “in letargo”, interrompendo il suo ciclo vegetativo.

Come potare un bonsai: linee guida per curarlo

L’operazione di potatura – una delle attività più appassionanti e gradevoli per chi sceglie di coltivare un bonsai -  può essere fatta in modi differenti, a seconda degli stili e delle correnti di pensiero. È bene sapere che esistono due grandi e differenti tipologie di potatura. La prima – quella più elementare – è la tecnica di manutenzione, che suggerisce di seguire poche e semplici accortezze: basterà innanzi tutto togliere i germogli in eccesso non appena si formano utilizzando un paio di forbici specifiche, ben pulite e disinfettate. Si interviene di tanto in tanto durante tutto l’arco dell’anno, in base a come cresce e si sviluppa la pianta, si accorciano i rami, lasciando solo 2 o tre foglie nuove, favorendo così lo sviluppo di nuovi germogli, che porterà nel tempo alla produzione di foglie sempre più piccole.

Quanto ci mette un bonsai a crescere

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Naturalmente, in questo tipo di potatura rientra anche l’asportazione di rami danneggiati, ma quelli che crescono e si incrociano con i rami principali o in direzioni esteticamente poco piacevoli. Nel caso dei bonsai da fiore, si effettua la potatura di correzione subito dopo il periodo della fioritura, evitando naturalmente di eliminare tutti i rami in fiore per non perdere le bacche decorative.

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L’altra tecnica di manutenzione
– che viene effettuata generalmente sugli esemplari più giovani e ancora più malleabili - è quella più incisiva, che aiuta a trasformare la pianta e modellarla secondo il proprio gusto. Questo intervento viene fatto durante il periodo invernale, quando la pianta dorme e risente, quindi, molto meno dello stress derivante dalla potatura. In questo caso, verranno tolti i rami che disturbano la forma della chioma, verrà data una direzione e un’impronta ben precisa ai rami.
Dopo aver effettuato i tagli, è sempre opportuno coprire la superficie potata con del mastice “cicatrizzante” per potature, in modo da proteggere la pianta. In alternativa, al posto del mastice è possibile creare una miscela di preparato per il verderame (in polvere) mischiato con dell’olio e passarlo sulla superficie tagliata dei rami. Questo aiuterà a proteggere le piante da eventuali funghi e parassiti.

Il rinvaso del bonsai

Il rinvaso del bonsai è un’operazione importante che deve essere effettuata – nei primi anni di vita della pianta – ogni due anni, mentre per le piante adulte può essere fatta ogni 4-5 anni. Poiché le radici del bonsai crescono molto lentamente, trasferire più spesso la pianta da un vaso all’altro comporterebbe uno stress eccessivo e il rischio di danneggiarla. In linea generale, una pianta di bonsai necessita del rinvaso nel momento in cui le radici iniziano a circondare il sistema radicale: questo significa che la pianta inizia a cercare spazio, perché quello che ha a disposizione è diventato insufficiente. Se invece, le radici sono ancora ben integrate all’interno nel terreno, è opportuno attendere ancora 12-18 mesi prima di controllare di nuovo e prevedere il rinvaso.

Il cambio periodico dei vasi è fondamentale per evitare che l’albero cresca in maniera sproporzionata e in modo eccessivo andando a riempire con le radici il fondo del contenitore in cui si trova. Se ciò accadesse, la pianta non potrebbe più ricevere le sostanze nutritive di cui ha bisogno, mentre un rinvaso effettuato con regolarità garantisce alla pianta uno sviluppo adeguato e l’opportunità di ricevere i nutrimenti di cui ha bisogno.
L’operazione di trasferimento dal vecchio vaso al nuovo deve essere prevista all’inizio della primavera, quando la pianta non si è ancora risvegliata e, pertanto, risentirà meno dello stress da rinvaso.
Inoltre, qualora – durante il passaggio al nuovo contenitore – si verificassero dei danni, con l’arrivo della primavera la pianta avrebbe modo di riparare più velocemente agli errori nel momento in cui inizierà di nuovo a crescere e sviluppare le radici.

Durante il rinvaso è importante sfoltire le radici in modo delicato, eliminando quelle più spesse e prive di capillari; è importante sapere che se le radici sono sottili, la chioma del bonsai sarà in salute e la sua crescita sarà più armonica ed energica. Al momento del travaso, è necessario versare nel nuovo contenitore del terriccio setacciato, in modo da assicurare la presenza di elementi granulosi che, da un lato, aiutano il drenaggio dell’acqua, dall’altro evitano che la terra possa fuoriuscire attraverso il setaccio favorendo così la crescita di radici sottili.

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Bonsai da interno: come curare un bonsai al chiuso

Uno dei luoghi comuni più diffusi sui bonsai è quello di credere erroneamente che queste piante debbano essere coltivate esclusivamente al chiuso. In realtà, le esigenze climatiche dei bonsai sono molto simili a quelle delle piante tradizionali e, pertanto, richiedono una coltivazione all’aperto, dove le stagioni determinano il ciclo vegetativo. La pianta entra in letargo con l’avvicinarsi e il progredire delle basse temperature e ricomincia il suo ciclo vitale in primavera, con l’arrivo dell’aria tiepida. In casa, tutto questo non potrebbe accadere, perché le temperature sarebbero costanti e tiepide tutto l’anno.
Tuttavia, c’è una eccezione rappresentata dai bonsai tropicali, che – come tutte le piante di questo genere – hanno bisogno di luce, calore e umidità e stanno meglio in un ambiente casalingo, dove le temperature restano alte e più o meno stabili nel corso di tutto l’anno.

Uno dei bonsai tropicali – e quindi da interno – particolarmente comuni e diffusi è il Ficus Bonsai, una pianta che resiste bene anche in ambienti poco umidi e - per questo - è generalmente raccomandata a chi si cimenta per la prima volta nella coltivazione casalinga di un bonsai. Altre opzioni sono rappresentate dalla Carmona, la Serissa, Sageretia, il Buxus e l’Umbrella Hawaiano. Uno degli elementi chiave per la crescita e la salute della vostra pianta di bonsai da interno è naturalmente la luce. Proprio come tutte le altre piante, anche questo tipo ha bisogno di una luce diretta e intensa, per questo è indispensabile che il vostro bonsai venga posizionato proprio di fronte ad una finestra grande, possibilmente esposta a sud. In molti casi, anche in queste condizioni, la vostra piantina potrebbe avere necessità di una quantità maggiore di luce e - per questo - è consigliabile prevedere il supporto di un sistema a lampade fluorescenti per circa 10 ore al giorno, tutti i giorni.

Altro aspetto da considerare è l’umidità, che deve essere sempre abbondante - per consentire al bonsai di crescere e vivere in salute - e i livelli di umidità generalmente presenti in un’abitazione non sono sufficienti.  Per integrare l’umidità e garantire dei livelli ottimali (specialmente quando si utilizza riscaldamento o aria condizionata), è consigliabile acquistare un sistema che possa effettuare in modo automatico e uniforme, un paio di volte al giorno, la nebulizzazione delle foglie. Per agevolare l’umidificazione, raccomandiamo di prevedere una di queste soluzioni, dalla più semplice a quella più completa e autonoma per curare correttamente un bonsai:

-un umidificatore;
-un umidificatore dotato di timer (in modo da poter programmare le nebulizzazioni);
-umidificatore dotato di igrostato (un sistema che si attiva da solo quando i livelli di umidità scendono sotto ai minimi impostati).

È possibile aumentare l'umidità dell’ambiente in cui si trova il vostro bonsai ponendolo su un vassoio riempito con acqua e nebulizzandolo un paio di volte al giorno. Inoltre, per garantire delle condizioni ottimali alla vostra pianta, è consigliabile prevedere anche un sistema di aerazione e riscaldamento, in modo che l’aria possa circolare dall’esterno verso l’interno.

Quanto ci mette un bonsai a crescere

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Come curare i bonsai da esterno

Come curare correttamente un bonsai all'esterno? Se avete un giardino, un balcone o uno spazio esterno, è preferibile scegliere un normale bonsai, tenendo presente che, se vivete in un luogo in cui si verificano frequenti gelate invernali, è opportuno prevedere delle protezioni particolari e integrative per difendere la pianta in modo adeguato. Tra le piante raccomandate, che resistono al freddo e che contemporaneamente devono essere messe al riparo dalla luce solare intensa e diretta, suggeriamo l’ulivo, il melograno, il gelso, il pino, il ginepro, il ligustro cinese e l’acero giapponese.

In linea generale, nelle zone temperate possono essere coltivate con successo tutte le specie giapponesi di importazione, mentre nelle aree caratterizzate da un clima continentale si dovrà fornire una semi-ombra in estate (ad esempio con dei teli protettivi ombreggianti) e una protezione contro le gelate in inverno. Come anticipato nei paragrafi precedenti, gli alberi di bonsai per l’esterno sono in grado di resistere in modo adeguato alle basse temperature invernali, tuttavia – nei casi in cui si verifichino delle gelate – è opportuno proteggerli riparandoli all’interno di piccole serre o con teloni di plastica trasparenti sistemati in modo da metterle al riparo dalle temperature troppo basse.  
Se avete deciso di coltivare un bonsai da esterno, ricordate che la luce – come per tutte le piante – è un elemento essenziale. La maggior porta delle piante di bonsai necessita di luce solare per almeno due ore al giorno, tutti i giorni. In mancanza di luce, le foglie delle piante cresceranno troppo e diventeranno più soggette a malattie e parassiti. Le conifere, al contrario, richiedono una esposizione prolungata e in piena luce per poter crescere in modo vigoroso.

Nei periodi particolarmente caldi, è opportuno aumentare i livelli di umidità grazie ad un sistema automatico che preveda la nebulizzazione della pianta un paio di volte al giorno. Per creare un ambiente più umido è utile bagnare anche il pavimento – o il ripiano sul quale poggia la piantina – e le pareti attorno, in modo che l’umidità sia diffusa attorno alla pianta. Ricordate di irrigare la pianta più frequentemente nelle giornate estive, ma solo se il terreno che la ospita risulta asciutto al tatto. In linea generale, per evitare brutte sorprese, è fondamentale scegliere una specie di bonsai che si adatti all’ambiente in cui desiderate coltivarla: da interno o da esterno e in base alle temperature tipiche e al clima della zona in cui vivete.

Coltivare il Bonsai Ficus: linee guida specifiche

Siete stati conquistati dalla bellezza e dall’eleganza di un bonsai ficus? Sappiate che questa pianta estremamente piacevole da vedere - e in grado di arredare i vostri ambienti - richiede alcune particolari accortezze, di non difficile applicazione. L'albero di bonsai ficus – o ficus bonsai – è una pianta da interno e non sopporta né il gelo, né le basse temperature, pertanto nel periodo invernale andrà curato all’interno dell’ambiente domestico. Naturalmente, durante la stagione estiva, quando le temperature superano i 15 °C, può essere spostato all’esterno, ricordando che questa pianta ha sempre bisogno di una grande quantità di luce, pertanto il luogo ideale è quello in cui riceve piena illuminazione. Da evitare assolutamente i luoghi ombreggiati.

Questa pianta preferisce una temperatura costante e livelli alti di umidità per poter sviluppare delle radici forti, ma – a differenza di molte altre specie di bonsai – riesce a resistere anche in condizioni di bassa umidità, grazie alle foglie cerose che creano una sorta di barriera protettiva e isolante.

Per quanto riguarda le innaffiature, il bonsai ficus presenta le stesse caratteristiche degli altri bonsai: deve essere irrigato in modo abbondante, con acqua a temperatura ambiente, ogni volta che il terreno tende ad asciugarsi: ricordate che deve essere sempre umido. Come per le altre tipologie di bonsai, è preferibile prevedere un paio di nebulizzazioni quotidiane per mantenere livelli adeguati di umidità, ma è importante tenere sotto controllo le quantità di acqua, perché un eccesso di umidità comporterebbe il pericolo di funghi e muffe.

 Naturalmente, come è possibile immaginare, se l’ambiente in cui si trova il bonsai è particolarmente caldo, le innaffiature dovranno essere più abbondanti. Per quanto riguarda la concimazione, è raccomandabile impiegare un concime liquido (più comodo e pratico da dosare e utilizzare) che andrà somministrato ogni due settimane, in estate, e ogni quattro settimane in inverno, solo se la pianta non arresta la sua crescita.

La potatura è ovviamente indispensabile per poter mantenere e curare la forma dell’albero e definire nel dettaglio le dimensioni della chioma. Questo particolare tipo di bonsai ha la caratteristica di unire in un unico blocco - con una pressione notevole -  le parti delle piante che si toccano; pertanto, i tronchi e i rami di piante differenti si fondono facilmente in un unico esemplare formando così composizioni naturali di grande interesse.

Il rinvaso di questa particolare famiglia di bonsai è consigliato - sempre nel periodo primaverile, quando la pianta si riattiva e ricomincia il suo ciclo vitale – ogni due anni (invece che 4-5 come gli altri tipi di bonsai).
Per effettuare il rinvaso dal vecchio contenitore al nuovo sarà sufficiente utilizzare del terriccio universale.

Malattie e problematiche del bonsai Ficus: come curarlo

Le piante di ficus bonsai sono piuttosto resistenti nei confronti di parassiti e malattie, tuttavia – proprio come tutte le altre piante – possono essere aggrediti da insetti e patologie di vario tipo.
Ad esempio, la mancanza di umidità e di luce indebolisce la pianta e – in molti casi – determinano la graduale perdita delle foglie. In questi casi, il bonsai ficus è spesso aggredito dagli acari.
Per risolvere il problema sull’immediato, è opportuno trattare gli esemplari affetti con un acaricida in formato spray, da nebulizzare sulla pianta secondo le indicazioni riportate sulla confezione. Tuttavia, il modo per risolvere il problema in modo definitivo – ed evitare quindi che possa ripresentarsi – è curare la criticità alla base: è possibile aumentare l’intensità e le ore di luce ricorrendo a delle lampade specifiche (che dovranno restare accese per circa 12-14 ore). A questo dovrà aggiungersi anche una frequente nebulizzazione, meglio se con un piccolo impianto automatico programmato per nebulizzare dell’acqua un paio di volte al giorno, in modo da garantire livelli ottimali di umidità.

Ora che abbiamo approfondito la conoscenza generale dei normai bonsai, occorre sapere anche che alcune specie possono vivere tranquillamente in acqua (ad esempio pini e aceri): seguendo piccoli e semplici ma fondamentali accorgimenti, potranno crescere in salute all’interno di un ambiente casalingo. Si tratta dei bonsai acquatici (conosciuti anche con il termine “aqua bonsai”) che rappresentano una delle nuove tendenze degli ultimi anni nel campo della coltivazione di queste piante in miniatura. Coltivare un bonsai in acqua non è molto differente rispetto alle tecniche di coltivazione idroponica che si adottano per altre specie vegetali: si utilizza una soluzione a base di acqua e soluzioni nutritive, senza l’impiego della terra.

Quanto ci mette un bonsai a crescere

Come si coltiva un bonsai acquatico?

Innanzi tutto, occorre scegliere un vaso di vetro adeguato e proporzionato alle dimensioni del vostro bonsai; per l’irrigazione continua occorre prevedere un composto di acqua e qualche goccia di fertilizzante che la rende lievemente acida, in grado di favorire la crescita. L’impiego di acqua normale, infatti, farebbe appassire la pianta in poco tempo, perché non sarebbe in grado di fornire i giusti nutrimenti per farla crescere in salute. Per un corretto nutrimento, è opportuno prevedere 4 gocce di fertilizzante ogni 500 ml di acqua: il liquido così ottenuto dovrà bagnare costantemente le radici della pianta e dovrà essere sostituito una volta a settimana. Il bonsai – per vivere in salute - deve essere sistemato su una finestra in un punto ben illuminato, meglio se orientato a sud. In questo modo, le piante di bonsai hanno la possibilità di crescere rapidamente e riescono a sviluppare radici nuove e forti.

Coltivazione idroponica dei bonsai: qualche considerazione

Il problema di coltivare le piante legnose con sistemi idroponici è – a differenza degli altri tipi di piante - la necessità di sostenere l’albero, che tenderà - per sua natura - ad assumere una dimensione importante e, se non trattato e curato in modo adeguato, tenderà a ribaltarsi. Pertanto, il sistema migliore per iniziare la coltivazione idroponica di un bonsai – o di altre piante legnose – è inserire l’albero in un piccolo contenitore su un substrato inerte, che darà alla pianta il giusto sostegno. Nel caso specifico, le dimensioni del contenitore determineranno le dimensioni dell’albero di bonsai, più grande sarà il vaso, più grande sarà l’albero.
Uno dei metodi di coltivazione idroponica più efficaci, pratici e indicati per il bonsai è quello della DWC – Deep Water Culture, che consente di dimezzare i tempi di crescita di questo tipo di piante, consentendo di risolvere la principale criticità tipica della coltivazione dei bonsai: i tempi di crescita vegetativa.

Scopri anche ila guida che illustra tutte le tecniche per la coltivazione idroponica!

Questo metodo – oltre ad essere efficace – è anche piuttosto semplice, perché prevede l’acquisto di un contenitore per l’irrigazione e una pompa d’aria per poter irrorare la soluzione nutritiva a tutte le radici.
In questo sistema, infatti, le radici delle piante di bonsai sono immerse direttamente nell’acqua e la soluzione nutritiva viene irrorata grazie ad una speciale pompa ad aria e a due pietre porose, che consentono – da un lato – l’ossigenazione continua del liquido nutritivo e – dall’altro – di mescolare in modo uniforme il mix di elementi fertilizzanti. È proprio questo sistema che consente di accorciare drasticamente i tempi di crescita delle piante di bonsai, tenendo bassi i costi di gestione e manutenzione: con questo metodo, infatti, non sono previste pompe ad immersione e, quindi, il consumo elettrico è sensibilmente più basso.

Hai ancora dei dubbi? Contatta lo Staff di Idroponica.it

Quanto dura la vita di un bonsai?

Oltre a questo, però, la pianta ha bisogno di ricevere le cure adeguate per crescere bene e con le dovute accortezze: se trattato correttamente e con il dovuto riguardo il bonsai vive anche centinaia di anni, mantenendosi integro e perfetto molto a lungo.

Perché i bonsai rimangono piccoli?

Il Bonsai deve essere fertilizzato I bonsai sono più piccoli perché sono potati e cresciuti per avere tali dimensioni. Proprio come ogni altra pianta, i bonsai devono essere fertilizzati. Senza le sostanze nutrienti adeguate, il bonsai non cresce e può anche morire.

Come si fa a vedere l'età di un bonsai?

l'unico modo certo che si ha per controllare la vera età di un bonsai, consiste nel tagliare il fusto, e contare gli anelli di legno che vi si sono formati; chiaro che questo metodo, oltre a distruggere il tuo bonsai, non è poi così semplice, visto che gli anelli di accrescimento di un bonsai sono assai sottili, e ...

Quante volte a settimana si annaffia il bonsai?

Quante volte occorre annaffiare un Bonsai? Questo significa che non devi innaffiare il tuo albero quando il terreno è ancora bagnato, ma solo quando è un po' asciutto; utilizza le dita per controllare il terreno a circa un centimetro di profondità.

Come far aumentare la crescita di foglie del bonsai?

Per ottenere delle foglie piccole, proporzionate alla misura del bonsai, il sistema più rapido ed efficace è quello della defogliazione; tecnica consistente nell'asportazione di tutte le foglie, in modo da indurre l'albero a produrre una nuova chioma, con foglioline più fitte e minute.