Si parla di tumore alla prostata metastatico quando la neoplasia si diffonde agli organi vicini con effetti sulla sopravvivenza a 5 anni dei pazienti. Show Il tumore alla prostata colpisce circa 1 uomo su 8, ma nelle forme meno aggressive la sopravvivenza a 5 anni raggiunge il
100%. Quali sono i sintomi delle metastasi del tumore alla prostata?In generale, i sintomi rilevati sono stanchezza, malessere e dimagrimento. I sintomi variano in base alla
localizzazione delle metastasi. Nel caso del fegato, i pazienti soffrono di malessere generalizzato, perdita di appetito e di peso, ascite, ittero e prurito sulla pelle; mentre nel caso della diffusione ai polmoni, sono frequenti fiato corto, tosse, versamento di liquido nella cavità pleurica e infezioni polmonari. Terapie ormonali nella cura del tumoreIn base all’uso delle terapie atte a controllare l’espansione delle metastasi, distinguiamo due tipi di tumore:
ormono-sensibile (deprivazione androgenica) e resistente alla castrazione. Esistono registri diversi di terapia ormonale, spesso usati in sequenza, che hanno condotto a ottimi risultati nel miglioramento della qualità e aspettativa di vita. La chemioterapia affianca la cura ormonale. Nel tumore prostatico resistente alla castrazione, il paziente è resistente all’eliminazione degli ormoni maschili sia tramite la chirurgia che la terapia ormonale. Conclusione:Il carcinoma prostatico è diventato, negli ultimi anni, il più diffuso tra la popolazione maschile, ma terapie personalizzate e innovative hanno portato a un decremento della mortalità e a una prognosi migliore per i malati affetti dalle forme più aggressive. Leggi
anche: Fattori ambientali e genetici nello sviluppo del cancro prostatico I tumori della prostata costituiscono oltre il 20 per cento circa di tutte le nuove diagnosi di tumore nei maschi, con un numero atteso ogni anno in Italia di circa 40 mila casi, prevalentemente in età superiore ai 65 anni. PrevenzioneNon esistono consigli specifici per ridurre lo sviluppo del tumore alla prostata, salvo la raccomandazione generale di adottare uno stile di vita sano, controllare il peso corporeo, limitare assunzione di grassi animali a favore di frutta e verdura fresche e non assumere steroidi a scopo anabolizzante. L’utilizzo del PSA come metodo di screening di massa sulla popolazione generale rimane molto controverso in quanto non esiste un valore soglia affidabile per discriminare con sicurezza gli uomini ammalati; inoltre, poiché una buona parte dei casi evolve in modo molto lento, è stato calcolato che sarebbe necessario trattare circa 30 pazienti per prevenire una singola morte per tumore della prostata. Quindi la decisione se eseguire o meno il test del PSA in uomini senza disturbi urinari deve essere presa solo dopo un’accurata discussione, con il medico di medicina generale o con lo specialista urologo, sui possibili rischi legati a tale scelta, rappresentati dall’esecuzione di biopsie inutili o di interventi chirurgici per forme poco aggressive che possono anche, semplicemente, essere tenute sotto osservazione. SintomiLa maggior parte delle neoplasie prostatiche viene diagnosticata, senza che vi siano particolari sintomi, a seguito del riscontro di valori anomali
di PSA nel sangue. DiagnosiNel sospetto di un tumore della prostata è indicata una visita dallo specialista urologo che, oltre a eseguire un’esplorazione digitale della prostata attraverso il retto, richiede il test del PSA più eventuali altri esami del sangue e delle urine ed esami radiologici quali ecografia o tomografia assiale computerizzata (TAC) o risonanza magnetica nucleare (RMN) dell’addome con mezzo di contrasto. È, però, sempre necessaria la diagnosi istologica tramite l’esecuzione delle biopsie della prostata. Il punteggio di Gleason (che va da 6 a 10) è un fondamentale parametro di valutazione dell’aggressività della malattia. CuraLa terapia del tumore della prostata in fase localizzata varia a seconda dell’estensione e dell’aggressività del tumore, ed è fortemente condizionata anche dalle condizioni generali e dalle malattie concomitanti presenti nel paziente. Le principali alternative sono:
Quando invece la malattia tumorale coinvolge altri
organi, come le ossa o i linfonodi o, più raramente, fegato e polmoni, il trattamento principale è la terapia ormonale con o senza aggiunta di chemioterapia (docetaxel). Si possono poi utilizzare altri farmaci di tipo ormonale (abiraterone ed enzalutamide) oppure chemioterapia (docetaxel, cabazitaxel) o farmaci che emettono radiazioni all’interno delle ossa malate (alfaradin-Radio 223), secondo una sequenza che varia da paziente a paziente in base alla storia clinica, aggressività del
tumore, risposta alle terapie precedenti, effetti collaterali manifestati, scelta del paziente, etc. Al fine di prevenire le fratture ossee e i crolli vertebrali, nei pazienti con metastasi ossee è fondamentale l’utilizzo di terapie che rinforzano la matrice ossea (biosfosfonati o denosumab) associate a vitamina D, oltre che ricorrere a consulenze con il radioterapista e l’ortopedico per il trattamento dei siti in cui l’osso è maggiormente indebolito. Per la migliore gestione del paziente con tumore della prostata, lo IOV utilizza un approccio multidisciplinare al fine di coordinare al meglio le attività dei diversi specialisti e garantire al paziente l’accesso a tutte le opzioni di trattamento. Follow upIl follow up oncologico rappresenta un’importante attività per coloro che, sottoposti a chirurgia e/o alle terapie oncologiche, sono liberi da malattia pur mantenendo un rischio di ricaduta variabile nel tempo. Il follow up ha lo scopo di identificare precocemente il possibile ritorno della neoplasia, anche se non sempre si traduce in un miglioramento della sopravvivenza. A tal proposito è utile programmare esami del sangue e radiologici a intervalli cadenzati, più frequentemente nei primi anni e meno assiduamente col passare del tempo. Inoltre durante le visite di controllo vengono sorvegliate le tossicità tardive dei trattamenti a cui il paziente è stato sottoposto e possono essere corretti stili di vita disfunzionali. Quanti anni si può vivere con metastasi alle ossa?I pazienti presi in considerazione in questo studio, affetti da metastasi ossee, hanno presentato nell'85% dei casi una sopravvivenza inferiore ai 21 giorni.
Quanto si vive con tumore alla prostata metastatico?Il tumore prostatico metastatico non è curabile ma, nonostante ciò, la maggior parte dei pazienti ha la stessa aspettativa di vita dei soggetti senza tumore della prostata di pari età e in condizioni generali simili. La percentuale di sopravvivenza a 5 anni è, infatti, di oltre il 99%.
Quando il tumore alla prostata arriva alle ossa?Il tumore della prostata può arrivare a coinvolgere anche le ossa, ma grazie a terapie specifiche è possibile affrontare anche questa situazione. Il tumore della prostata può arrivare a coinvolgere anche le ossa, ma grazie a terapie specifiche è possibile affrontare anche questa situazione.
Cosa fare in caso di metastasi ossee?Le opzioni di trattamento più comuni per le metastasi ossee comprendono la chirurgia per stabilizzare un osso debole o rotto, la radioterapia e alcuni farmaci per controllare il dolore e prevenire un'ulteriore diffusione della malattia.
|