Quali lavori si possono fare in smart working

Fino a quando l'accesso semplificato allo Smart Working sarà obbligatorio?

La procedura semplificata per lo Smart Working prevede la possibilità di ricorrere al lavoro agile anche in assenza di incontri individuali stipulati per iscritto. A partire dall'inizio dell'emergenza sanitaria si sono susseguite le proroghe alle procedure di accesso semplificato allo Smart Working. Il "decreto Proroghe" nell'aprile 2021 aveva esteso lo stato di emergenza fino al 31 dicembre 2021, prorogando specularmente l'obbligo di Smart Working semplificato. Il 22 dicembre 2021 è poi approdato in Gazzetta Ufficiale il decreto legge che aveva esteso lo stato di emergenza al 31 marzo 2022, portando con sé anche la proroga della normativa emergenziale sullo Smart Working. La proroga, contenuta nell’articolo 9 del provvedimento consente sia ai dipendenti pubblici sia a quelli privati, di ricorrere al lavoro da remoto, derogando ad accordi sindacali o individuali con l’azienda.

Il nuovo decreto Covid-19 del 17 marzo 2022 ha definito che le attuali regole sullo Smart Working resteranno in vigore anche dopo la fine dell’emergenza sanitaria. La possibilità di ricorrere al Lavoro Agile nel settore privato senza l'accordo individuale tra datore e lavoratore è stata dunque prorogata al 30 giugno 2022. Inoltre il Parlamento sta lavorando a un decreto legislativo volto a modificare la normativa generale sul tema e a stabilire regole più delineate rispetto ad alcuni temi, quali il diritto alla disconnessione e il pari trattamento tra lavoratori agili e lavoratori in presenza.

Con lo Smart Working semplificato l’azienda può decidere di far lavorare da remoto tutti i suoi dipendenti anche senza accordi preventivi, con turni a rotazione oppure al 100%. A prescindere dalle disposizioni delle singole amministrazioni e aziende, permane il diritto allo Smart Working per le categorie di lavoratori fragili, lavoratori con figli disabili e lavoratori che hanno figli sotto i 14 anni.

Futuro Smart Working per PA: il DPCM per il ritorno in presenza

Rispetto all'inizio della pandemia, sono cambiate alcune regole per la Pubblica Amministrazione. Più precisamente, con il decreto Proroghe, approvato il 29 aprile 2021, era caduto l'obbligo dello Smart Working nelle PA al 50%, cioè l'obbligo di far lavorare in modalità agile un dipendete pubblico su due. Saltato anche il limite del 60% indicato nei POLA (Piano Organizzativo per il Lavoro Agile).

La PA rimane al centro dall'acceso dibattito che riguarda il futuro del Lavoro Agile dopo la pandemia. L'obiettivo del ministro Renato Brunetta è quello di ripristinare il lavoro in presenza e far rientrare in ufficio gran parte dei lavoratori pubblici entro il 2022.

A partire dal 15 ottobre 2021 negli uffici pubblici è stata ripristinata una situazione pre-pandemia. Si torna in pratica alla modalità ordinaria, vale a dire all'accordo individuale per la presenza in ufficio dei dipendenti pubblici. Tali disposizioni si attuano dunque prima della fine dello stato di emergenza, previsto al 31 marzo. Sono ancora da definire le effettive modalità di rientro, le quali saranno decretate dallo stesso ministro Brunetta. Queste modalità confluiranno strutturalmente nella sezione del Piano integrato della pubblica amministrazione (PIAO) destinata ad assorbire i contenuti dei POLA.

Lo Smart Working nelle PA non cesserà del tutto, ma sarà ancora consentito fino a un massimo del 15% dei dipendenti e previa intesa individuale scritta con orari, giorni e sede remota. Le modalità di accesso al lavoro da remoto sono ancora da definire nella trattativa Aran-sindacati. Il contratto prevede 3 fasce di lavoro da remoto: operatività, contattabilità, inoperabilità.

Futuro Smart Working e imprese private: definito il protocollo nazionale

Per quanto riguarda il settore privato, molte aziende hanno già fatto accordi con sindacati e lavoratori per regolarizzare lo Smart Working anche dopo la fine della pandemia.

Il 7 dicembre 2021 è stato firmato il protocollo che traccia le linee guida per contratti nazionali, territoriali o aziendali in materia di Smart Working, con validità a partire dal 1 gennaio 2022. Il "Protocollo nazionale sul lavoro in modalità agile", promosso da Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha lo scopo di fornire a imprese e lavoratori del settore privato le linee guida con cui disciplinare, nella contrattazione collettiva, il lavoro agile.

I principi di tale iniziativa si possono riassumere in 6 grandi punti: l'adesione volontaria, l'accordo individuale, il diritto alla disconnessione, la tutela contro gli infortuni e le malattie professionali, la parità di trattamento, i luoghi e gli strumenti di lavoro, e la formazione dei lavoratori agili.

Smart Working e Green Pass

Il dibattito sullo Smart Working tocca anche il tema del green pass. Il decreto-legge del 21 settembre 2021 sul Super Green Pass del governo Draghi ha sancito l’obbligo di Certificazione Verde sul luogo di lavoro per i dipendenti pubblici e privati. L'assenza del green pass non dovrebbe comunque abilitare in automatico il diritto allo Smart Working.

Bilanciare le nuove disposizioni sul ritorno in presenza con l'obbligo del Green pass nei luoghi di lavoro sarà tra le grandi sfide per il post pandemia. In tale contesto, i Ministri Brunetta e Speranza stanno elaborando specifiche linee guida in cui saranno indicate le procedure per la gestione del personale e le strumentazioni tecnologiche necessarie all'implementazione delle piattaforme digitali per la verifica del green pass.

Quali sono i lavori che si possono fare da casa?

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Chi può continuare a lavorare in smart working?

Lo smart working può essere richiesto e deve essere concesso dall'azienda ad alcune categorie anche quando questo non sia previsto dal datore di lavoro stesso: tra queste, rientrano i lavoratori fragili, dipendenti con figli disabili o con minori di 14 anni.

Come trovare un lavoro in smart working?

Il più famoso è sicuramente Indeed (link: 1 qui, 2 qui, 3 qui, 4 qui). In questo caso abbiamo tre link, perché nel primo si inserisce nella casella "dove" lavoro in remoto, nel secondo e terzo ho inserito dove "Italia" e le parole chiave "lavoro in remoto" e "smart working" e "remote working".

Quali aziende fanno smart working?

Le prime 10 aziende con il più alto volume di offerte per lavorare in smart working da qualsiasi parte del mondo sono:.
Protocol Labs;.
Wikimedia Foundation;.
StudySmarter;.
Toptal;.
Achieve Test Prep;.
ModSquad;.
Polygon Technology;.
Superside;.