Come sciogliere i cristalli di acido urico dalle articolazioni

  1. Che cos’è l’acido urico
  2. Perché è un antiossidante
  3. Quali sono gli organi in pericolo
    1. Reni e vescica: i disturbi
    2. Cuore e acidi: i pericoli da non sottovalutare
    3. Sangue e disturbi
    4. Ossa e cartilagini le infiammazioni
    5. I disturbi della pelle
    6. Gli effetti su fegato, digestivo e intestino
  4. Patologie da deposito di cristalli di acido urico (ums: cristalli di urato monosodico)
  5. Patologie da demineralizzazione
  6. Le soluzioni olistiche più efficaci per gli acidi urici 
  7. Uno strumento di prevenzione
  8. Quando il problema è gia presente
  9. La desensibilizzazione con l'apparecchiatura scio/ gioiabertha
  10. I campi e le sindromi dove viene prevalentemente usata
  11. Un alleato prezioso che utilizziamo è la nutripuntura (l'agopuntura senza aghi) 

Aritmie, gonfiori, stanchezza, gastriti e dolori diffusi possono essere spesso la spia di un surplus di acidi urici nell’organismo. Pochi lo conoscono e quasi nessuno lo controlla. In realtà, sono 13 milioni gli italiani che ne soffrono, mettendo in pericolo cuore, reni, circolo e cervello. Gli acidi urici sono scorie metaboliche che aumentano il rischio di ictus, ischemie, disturbi cardiocircolatori e possono favorire artriti e cistiti. L’alimentazione giusta per togliere l’acidità, il check up di biorisonanza quantistica che può aiutarti… In questo articolo trovi informazioni approfondite e inedite.

Che cos’è l’acido urico

L’acido urico è un solido bianco e cristallino, inodore e insapore, che si scioglie difficilmente nell’acqua: per questo è più facile che s’infiltri in profondità nei tessuti quando il corpo non riesce a eliminarlo in modo adeguato. A livello biochimico, è il prodotto finale del metabolismo delle purine e degli aminoacidi all’interno delle cellule, e la sua presenza nell’organismo si misura verificandone la concentrazione nelle urine ma soprattutto nel sangue (uricemia): in un soggetto sano i livelli corretti di acido urico nel plasma, che si misurano con un esame del sangue devono essere di: 2,5-7 mg/dl nell’uomo – 1,5-6 mg/dl nella donna.

Queste tossine pesanti e aggressive, prodotte a seguito dell’assunzione di cibi grassi e salati, zuccheri, alcolici e farmaci di cui di solito si abusa in inverno, si concentrano nei reni, nella vescica, nelle arterie, nelle ossa, e recenti studi confermano che possono provocare anche seri danni al cuore e al cervello.

Perché è un antiossidante

La moderna ricerca medica oggi conferma che, nelle giuste dosi, l’acido urico svolge un’importante azione antiossidante e contribuirebbe anche a migliorare la risposta immunitaria. I problemi iniziano quando gli acidi urici nel sangue e nelle urine sono in eccesso e, affaticando i reni, innescano uno stato di intossicazione generale che va sotto il nome di “acidosi” e che poco per volta indebolisce gli organi vitali, rendendoci più stanchi e vulnerabili.

Quali sono gli organi in pericolo

L’acido urico, che si deposita nell’organismo sotto forma di microscopici cristalli bianchi, oggi è considerato un subdolo nemico della salute al pari del colesterolo “cattivo” (o LDL). Sono questi acidi che fanno invecchiare i tessuti e compromettono le normali funzioni degli organi nobili, come cuore e reni: E, accumulandosi nelle giunture, favoriscono anche dolori e difficoltà di movimento.

Reni e vescica: i disturbi

L’eccesso di acido urico intasa il filtro renale, si deposita sotto forma di renella e calcoli e rende più dense le urine. In un ambiente acido anche la vescica s’infiamma, e compaiono bruciori e cistiti; l’infiammazione renale può manifestarsi con stanchezza persistente, gambe gonfie e ristagni.

Cuore e acidi: i pericoli da non sottovalutare

Le arterie indurite danneggiano il cuore, attraverso il flusso sanguigno, l’acido urico viene trasportato attraverso i vasi: se però è in eccesso, si accumula nei vasi e li indurisce, facendo aumentare la pressione e sfiancando il cuore. Una recente ricerca ha rilevato che livelli elevati di acido urico (iper uricemia) aumenterebbero di molto il rischio cardiovascolare e sarebbero la concausa di 4 infarti su 10. Per ogni miligrammo di acido urico in più, si alza fino al 26% il pericolo di patologie cardiache e circolatorie e l’incidenza di ictus.

Sangue e disturbi

Il sangue è molto provato dagli abusi alimentari e ha ancora dentro di sé acidi urici prodotti dallo stress dei meccanismi biochimici cellulari.Così diventano più frequenti stasi circolatoria, gonfiori e cali immunitari.

Ossa e cartilagini le infiammazioni

Le tossine acide e gli urati, che sono i cristalli aghiformi dell’acido urico, hanno una notevole densità: per questo non si diluiscono facilmente in acqua e col tempo tendono a precipitare e a inquinare i tessuti articolari, rendendo doloroso il movimento e favorendo artrite, artrosi, nevriti, reumatismi, gotta e osteoporosi. In Italia, nella scala di morbosità di tutte le malattie quelle reumatiche occupano il secondo posto dopo quelle del sistema cardiocircolatorio e il primo tra le malattie croniche degenerative (fonte Istat).

Sempre in Italia, cinque milioni e mezzo di persone (cioè circa il 10% della popolazione) sono colpite da una malattia reumatica.

A questo punto comincerete a chiedervi cosa centrano le malattie reumatiche con l’acido urico… Ebbene l’acidificazione dell’organismo assieme all’accumulo di cristalli di acido urico sono due delle cause che spalancano le porte alle malattie osteoarticolari.

I disturbi della pelle

L’acido urico migra negli strati profondi del derma, attiva i focolai di infiammazione e favorisce sfoghi, pruriti, macchie e un generale rallentamento del processo di ricambio cutaneo. Il surplus di acido urico è causa di invecchiamento precoce.

Gli effetti su fegato, digestivo e intestino

Ne và di mezzo anche la digestione, l’acido urico affatica il fegato e infiamma l’apparato gastrointestinale. Non bisogna dimenticare che gran parte dell’acido urico si crea nel fegato, dove avviene la metabolizzazione dei grassi e delle proteine e dove vengono eliminate le cellule ormai invecchiate. Quando si assumono troppi cibi ricchi di purine, che sono “ l’anticamera” degli acidi urici, il fegato si acidifica troppo e iniziano a manifestarsi disturbi digestivi. L’eccesso di acido urico d’origine epatica si riversa nella bile e da qui passa nell’intestino, scatenando putrefazioni, colite e dissenteria.

Patologie da deposito di cristalli di acido urico (ums: cristalli di urato monosodico)

Tra i tessuti in cui tendono ad accumularsi gli UMS, citiamo quelli avascolari (per es., le cartilagini), quelli poco vascolarizzati (per es., tendini e legamenti) e quelli che si trovano intorno alle articolazioni periferiche distali o ai tessuti più freddi (per es., l’orecchio). Il deposito di acido nelle articolazioni porta al loro deterioramento con conseguente comparsa di osteoartrite ed altre malattie osteoarticolari.

Anche l’acido urico, che arriva nell’urina, può precipitare creando delle piccole formazioni di cristallo che, nel tempo, possono aggregarsi per formare dei granelli o addirittura dei calcoli. Nella gotta cronica grave, i cristalli di UMS possono depositarsi nelle articolazioni centrali più grandi e nei tessuti degli organi, reni compresi.

Patologie da demineralizzazione

Quando il sangue diventa troppo acido l’organismo preleva i minerali alcalinizzanti (calcio, potassio, sodio e magnesio) dalle ossa, dai denti e dalle cellule di tutti i tessuti. Appare evidente che questa situazione, se protratta nel tempo, può causare varie patologie, tra esse la più frequente è l’osteoporosi.

La prima colpevole è l’alimentazione troppo ricca di purine: sostanze che una volta metabolizzate, producono ceneri acide ricchissime di cloro, zolfo, fosforo e acidi organici che favoriscono l’infiammazione dei tessuti e che bisogna smaltire. Ma quali sono gli alimenti che producono ceneri acide: crostacei, in particolare le ostriche, lenticchie, sardine, carni sotto sale, arachidi, ragù di carne, carni rosse, germe di grano, salumi (soprattutto se affumicati), dadi da cucina, zucchero, caffè, latte vaccino, formaggi, ma anche i cereali sono acidi.

La maggior parte degli alimenti acidificanti è rappresentata da alimenti basilari: non è dunque possibile eliminarli totalmente, la regola migliore consiste nel limitarne il consumo.

Ma come possiamo prevenire le malattie? Come mantenersi in salute? Qual è il carburante migliore per il nostro metabolismo? Come valutare il nostro stato di salute? Con quali strumenti?

Le soluzioni olistiche più efficaci per gli acidi urici 

La soluzione più innovativa è senza alcun dubbio il Check Up di biorisonanza quantistica che rileva soprattutto se siamo in acidosi, quindi il pH, ma anche l’ossigenazione, l’energia dell’organismo, i nostri punti deboli, le intolleranze alimentari, e quant’altro.

Uno strumento di prevenzione

Con Gioia Bertha, l’apparecchiatura SCIO, è possibile intervenire sul problema prima che questo faccia insorgere i sintomi veri e propri. In fase di riequilibrio è in grado di ripristinare e correggere le frequenze distorte prima ancora che il disagio sia stato in grado di modificare la struttura.

Quando il problema è gia presente

E’ un potente alleato della medicina allopatica (la medicina tradizionale) intervenendo sulle cause del disagio, ma soprattutto per evitare degenerazioni e migliorare la salute.

La Medicina Quantistica interpreta la persona nel suo insieme di corpo, mente e spirito; lo specialista in Medicina Quantistica, attraverso una corretta interpretazione dei dati raccolti utilizzando sofisticati strumenti di rilevazione frequenziali-quantistici, è in grado di delineare un’“analisi olistica” dello stato di salute della persona esaminata.

Con questo quadro generale può accertare le vere origini dei malesseri e degli stati di malattia e pianificare una specifica strategia di intervento basata sull’utilizzo di metodiche, pratiche “dolci” usando sostanze naturali quali la Nutripuntura, i fiori per la floriterapia o la fitoterapia.

Tra le altre cose rileva: allergie, intolleranze alimentari, funghi, batteri; geopatie; il livello di minerali e vitamine; intossicazioni di vario genere; lo stato di salute degli organi e dei sistemi (nervoso, linfatico, etc.).

La desensibilizzazione con l'apparecchiatura scio/ gioiabertha

Individuato in quale organo sia presente lo squilibrio e quale ne sia la causa, è possibile impostare il riequilibrio più adeguato.

La valutazione energetica viene così modulata e personalizzata in un programma che tiene conto sia del problema sia della tipologia costituzionale del paziente.

I campi e le sindromi dove viene prevalentemente usata

  • squilibri del sistema neurovegetativo e stress con le sue manifestazioni e “somatizzazioni”;
  • sistema digestivo (meteorismo, gastriti, cervicalgie muscolo-tensive…), e cutaneo;
  • patologie croniche recidivanti;
  • candidosi e cistite;
  • sinusite, problemi da intossicazione da farmaci, fumo, alcool;
  • problemi di invecchiamento e deterioramento psico-fisico;
  • patologie degenerative, in particolare dell’apparato osteoarticolare, artrosi;
  • squilibri funzionali endocrini; dismenorrea, distiroidismi;
  • intolleranze alimentari e allergie e molto altro.

Un alleato prezioso che utilizziamo è la nutripuntura (l'agopuntura senza aghi) 

La Nutripuntura è una tecnica relativamente recente ed unica che può essere associata ad altre metodiche nella prevenzione e cura di moltissime alterazioni funzionali, (sia di tipo metabolico, neurotrasmettitoriale, ormonale, immunitario) e delle loro ripercussioni sull’equilibrio psicofisico dell’individuo durante il suo percorso evolutivo.

La Nutripuntura non è una terapia, bensì una tecnica per rinforzare il terreno sul quale possono emergere disturbi funzionali, biologici o lesioni vere e proprie. Infatti la malattia compare quando l’abbassamento del potenziale vitale di un dato sistema prepara il terreno che indurrà il suo malfunzionamento.

Esistono due tipi di terreni: l’uno innato (costituzionale) e l’altro acquisito (individuale), frutto dell’esperienza e del modo personale di gestire il proprio comportamento. Ristabilendo la circolazione delle correnti vitali, la Nutripuntura si rileva uno strumento molto efficace per risanare i diversi terreni e favorire il ritorno a un equilibrio naturale.

Bibliografia e altre fonti
  1. Il miracolo del pH alcalino, Robert O. Young, PhD Shelley Redford Young, Bisedizioni, 2010
  2. Medicina Naturale”, Volume 2, Prof. Ivo Bianchi, Ed. Mos Maiorum 2°, 2011
  3. Manuale del Ben-essere, Dr. Francesco Oliviero, Nuova IPSA Editore, 2013
  4. Manuale di Nutripuntura Fisiologia e informazione cellulare, Patrick Vèret, Yvonne Parquer, Ed. Tecniche Nuove, 2007
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Come eliminare velocemente l'acido urico in modo naturale?

Sarebbe utile impostare una dieta ricca di carboidrati (amido) che aiuta l'escrezione di acido urico e ridurre l'apporto di lipidi e fruttosio (presente soprattutto nei dolci e nella frutta zuccherina ed essiccata come cachi, fichi, uva e banane) che ne favorisce la ritenzione.

Come si espelle l'acido urico?

Normalmente, l'acido urico viene eliminato con la filtrazione renale e, in minima parte, attraverso le secrezioni digestive. L'organismo delle persone affette da iperuricemia e gotta tende ad accumulare molte più purine e acido urico del normale.

Come viene espulso l'acido urico?

L'acido urico, prodotto dal nostro corpo grazie alla decomposizione delle purine, è un vero e proprio antiossidante che si prende cura dei nostri vasi sanguigni e che viene eliminato mediante i reni tramite l'urina.

Quale acqua bere per eliminare l'acido urico?

Le acque più adatte per abbassare l'acido urico sono le oligominerali leggermente alcaline (dunque con un pH compreso tra 6.6 e 7.5). Se non sono è disponibile un'acqua di questo tipo si può eventualmente ricorrere all'aggiunta di sostanze alcalinizzanti, come il bicarbonato.