Come si chiama la parte esterna del piede

Domande e risposte

Il dolore al piede – tutto o alcune sue parti, quali il dorso, la pianta sotto le dita, l’arco plantare o la caviglia - è un sintomo, e come tale che può essere provocato da cause diverse. La podalgia, infatti, questo il termine medico per definire un generico dolore al piede, può avere cause neurologiche (come accade nel caso del piede diabetico), muscolo-scheletriche, dermatologiche o vascolari. Si può avvertire dolore a un piede solo, magari a seguito di un incidente traumatico, o ad entrambi, e il dolore stesso può avere caratteristiche diverse: essere improvviso e trafittivo, accompagnato o meno da gonfiore, interessare un solo piede, o entrambi, presentarsi a riposo o dopo una camminata o una corsa.

Per scoprire cosa provoca dolore al piede e come farlo passare, è importante innanzitutto rivolgersi a uno/a specialista in ortopedia per sottoporsi ad una visita e/o agli esami necessari, al fine di giungere ad una diagnosi e quindi poter trovare la cura giusta per risolvere il problema.
Prima di approfondire l’argomento e capire che tipo di dolore al piede ci abbia colpito, e come curarlo, facciamo un bel ripasso di anatomia. Com’è fatto un piede?

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Il piede

Come si chiama la parte esterna del piede
Per definizione, il piede è l’elemento estremo dell’arto inferiore. La sua articolazione è piuttosto complessa e comprende: le cinque dita, simili a quelle della mano ma senza l’abilità prensile, il metatarso (la parte anteriore del piede), il tallone (la porzione posteriore del piede), e la caviglia, che collega il piede alla gamba. Un piede, similmente alla mano, è formato da 26 ossa divise tra: ossa del tarso (le sette ossa che sostengono caviglia e tallone), del metatarso (le cinque ossa della parte anteriore del piede) e delle falangi (le 14 ossicine delle dita del piede). 
 Una curiosità anatomica: alcune persone possono poi avere uno o due ossicini in più, chiamati ossa accessorie, e persino un dito in più. È il caso di Marilyn Monroe, la grande diva aveva infatti sei dita, anziché cinque, nel piede sinistro!

Le tante ossa del piede sono tenute assieme e coordinate tra loro da un complesso sistema di cartilagini, tendini e muscoli che completano le articolazioni del piede e ne consentono il movimento. 
Veniamo alla pianta del piede, su cui l’arto poggia e su cui camminiamo. Ha una forma triangolare caratteristica, con la punta formata dal tallone, e la base che collega le ossa metatarsali. Questa superficie non è piatta, ma si alza in una volta plantare – chiamata anche arco plantare - che non tocca il terreno e che infatti appare come una zona vuota nelle nostre orme bagnate. La volta plantare è la zona del piede più ricca di nervi e di vasi sanguigni che si diramano verso le dita, la gamba e il resto del corpo. Ora che abbiamo ben chiara l’anatomia del nostro piede, vediamo quali possono essere le più frequenti cause di dolore.

Come funziona il nostro apparato muscoloscheletrico? 

Le cause più comuni del dolore al piede

Come si chiama la parte esterna del piede
Soffrire di dolore al piede non è affatto raro. Capita, anzi, alquanto di frequente di lamentare un qualche tipo di fastidio alle nostre delicate estremità, non di rado per colpa di calzature scomode o, per le donne, di tacchi troppo alti indossati per molte ore di seguito. Una storta, una posizione maldestra, una vescica che spunta magari dopo aver camminato troppo a lungo senza riposare o un antipatico callo, nonché deformazioni comuni del piede come la classica “cipolla”, sono tutte possibili cause di mal di piedi.

Un dolore improvviso o progressivo che colpisca tutto il piede, o solo la pianta, o solo un punto della stessa, però, specie se forte tanto da diventare invalidante o che si ripeta nel tempo, va senza dubbio indagato. Il piede, infatti, è composto di molte strutture, e tutte sono suscettibili di traumi e degenerazioni: nervi, tendini, ossa, tessuto molle, pelle e unghie ecc. Tra le possibili e frequenti cause di dolore al piede quindi, si annoverano:

  • Tendinite dell’achilleo (tendine di Achille); 
  • Rottura dei tendini;
  • Frattura di una o più ossa dell’articolazione del piede o delle dita;
  • Borsite (infiammazione articolare);
  • Duroni e calli;
  • Neuropatia diabetica e piede diabetico;
  • Piede “piatto”;
  • Gotta (malattia determinata da un eccesso di acidi urici nel sangue che causa infiammazione articolare con forte dolore, gonfiore e arrossamento del piede);
  • Morbo di Haglund (malattia che causa un forte dolore al tallone a causa dell’accrescimento anomalo ma benigno di tessuto osseo in questa parte del piede);
  • Piede o dito “a martello”;
  • Alluce valgo (popolarmente definito “cipolla”, che provoca un dolore al piede diffuso con difficoltà a camminare, non solo concentrato sulla deformazione ossea);
  • Unghia incarnita (onicocriptosi);
  • Metatarsalgia (dolore alla pianta dell’avampiede);
  • Neuroma di Morton (infiammazione di uno dei nervi delle dita del piede);
  • Artrosi del piede;
  • Ostemielite (infezione alle ossa del piede);
  • Malattia di Paget (malattia metabolica dell’osso);
  • Neuropatia periferica (malattia che colpisce il sistema nervoso periferico);
  • Fascite plantare (infiammazione delle fibre della pianta del piede);
  • Vesciche e verruche plantari;
  • Artrite psoriasica (una malattia articolare cronica di origine autoimmune che può essere associata a psoriasi) e tutte le forme di artrite, in cui il dolore al piede si manifesta a riposo;
  • Sindrome di Reynaud (malattia che colpisce le arterie che portano il sangue dal cuore verso le zone periferiche dell’organismo);
  • Spina calcaneare (formazione di un osteofita, sorta di sperone osseo appuntito all’interno del calcagno);
  • Osteocondrite dell’astragalo (malattia degenerativa che colpisce la caviglia nelle sue parti ossee e cartilaginee che si manifesta con dolore progressivo e limitazione funzionale fino alla zoppia);
  • Sindrome del tunnel tarsale (un disturbo causato dalla irritazione del nervo che dal tallone arriva alla pianta del piede);
  • Tumori ossei.

Naturalmente ciascuna delle cause elencate andrebbe analizzata da sola, con la relativa sintomatologia, il grado di severità, e naturalmente le possibili cure.
Da un lato, infatti, abbiamo il dolore a ad un piede, o ad entrambi, determinato da cause accidentali, come ad un esempio un trauma, una lesione, dall’altro il dolore come sintomo di patologie vere e proprie.

Proviamo intanto a concentrarci sulle cause più comuni del “mal di piedi”, a partire dal dolore che insorge a carico della pianta.

Quando il dolore interessa la pianta del piede

Il dolore alla pianta del piede – di uno o di entrambi – è tanto diffuso quanto aspecifico. Può infatti essere una conseguenza di condizioni diversissime. Può essere superficiale e quindi essere avvertito soprattutto a livello cutaneo, oppure scaturire dall’interno del piede. Può essere bruciante o sordo, manifestarsi a riposo o solo quando camminiamo. Può dipendere da un traumatismo, o da un difetto nella camminata, persino da una anomalia anatomica congenita. Tra le cause più comuni ne abbiamo individuato quattro: la metatarsalgia, la fascite plantare, la neurite di Morton, la formazione di calli e duroni. Tutte queste condizioni patologiche provocano dolore in zone diverse della pianta del piede. Vediamole.

Metatarsalgia

Come si chiama la parte esterna del piede
Si manifesta con un dolore al piede localizzato nella regione dei metatarsi, le ossa che formano proprio l’articolazione che dal centro della pianta arriva fino alle dita e che fungono da “ammortizzatori” quando camminiamo.

Questa sindrome colpisce con più frequenza le donne e spesso ha una causa “meccanica”, ovvero è dovuta a microtraumi ripetuti a loro volta conseguenza di una cattiva distribuzione del peso del corpo. Quando si indossano spesso scarpe con tacchi molto alti, infatti, si tende a sbilanciare la postura concentrando il carico sulla zona anteriore della pianta, esattamente la regione dei metatarsi. Altre possibili cause di questo dolore al piede sono: anomalie congenite dell’anatomia dell’articolazione o del piede in generale, difetti di appoggio, ma anche malattie articolari sistemiche come l’artrite reumatoide.
Anche un allenamento troppo intenso, specie se praticato senza calzature adeguate, può contribuire alla comparsa del dolore al piede. Nella zona colpita dalla metatarsalgia possono formarsi calli, a loro volta fonte di dolore durante la camminata.

Fascite plantare

Più comune di quanto non si creda, la fascite plantare è l’infiammazione delle fibre della pianta del piede nel punto in cui si “agganciano” all’osso del tallone. La fascia plantare è una robusta striscia di tessuto connettivo che attraversa la pianta del piede e che assorbe la vibrazione che si produce quando camminiamo.

In questo caso il dolore si manifesta già appena svegli, nel momento in cui si poggia il piede a terra alzandosi dal letto al mattino, per poi intensificarsi nel corso della giornata ogni volta che si cammina. Tuttavia, una sensazione di dolore a volte si continua a percepire anche a riposo. Tra le cause più comuni all’origine di questa infiammazione si annoverano anomalie anatomiche del piede tra cui un tendine di Achille troppo corto, il piede “piatto” o “cavo”, o infine la formazione interna di uno sperone o “spina” calcaneare, ovvero un anomalo accrescimento di tessuto osseo nella zona del calcagno che preme contro le fibre della fascia plantare, irritandola.

La neurite di Morton

Si tratta dell’infiammazione di uno dei nervi che attraversano le dita del piede, in genere nell’area centrale, tra il terzo e il quarto dito.
Il dolore quindi si concentra soprattutto nella zona anteriore del piede, accentuandosi con il movimento e provocando un bruciore spesso intenso. Tra le cause più comuni l’uso continuato di calzature inadatte, scomode, con tacchi alti e/o punta troppo stretta.

Calli e duroni

Questi ispessimenti della pelle della pianta del piede possono essere talmente dolorosi da rendere ogni passo una tortura. Si formano nelle zone in cui si concentra la pressione, dove quindi aumentano sia la frizione con la scarpa, sia lo sforzo “da carico”. Ecco perché è comune che sia l’avampiede a diventare sede privilegiata di questi indurimenti che possono essere solo superficiali, oppure estendersi verso l’interno dei tessuti andando a premere contro i nervi e provocando un intenso dolore. Piccoli calli possono altresì formarsi tra le dita a causa dello sfregamento di queste con le calzature, mentre ispessimenti lungo l’area del tallone, all’esterno del piede, possono screpolarsi fino a sanguinare provocando intenso dolore.

 

Come si chiama la parte esterna del piede

Dolore al tallone

Il dolore al tallone, o tallonite, di solito è causato da sovraccarico funzionale, o da un trauma ripetuto come un atterraggio goffo sui calcagni, una corsa su superfici dure come cemento o asfalto, scarpe che non ammortizzano sufficientemente gli urti. Nel caso il trauma sia rilevante, ci può essere una frattura, di solito del calcagno.

C’è poi la tendinite d’Achille, o dell’achilleo, un’infiammazione del robusto tendine posizionato dietro la caviglia, che si collega al tallone, che provoca forte dolore soprattutto quando si cammina o nello scendere e salire le scale. Questo genere di lesioni, interessano il piede destro o sinistro a seconda di quello che si usa maggiormente come piede d’attacco o di scarico. Molto colpiti dalla tendinite dell’achilleo sono infatti gli sportivi.

Lo sperone calcaneare, è invece un’anomala crescita ossea, che proprio come una spina si forma sotto al calcagno provocando dolore al tallone, nella parte esterna del piede, quando si cammina o si sta in piedi a lungo. E’ più comune in chi abbia il problema del piede piatto, ovvero di un arco plantare poco accentuato, ma non sempre è sintomatico.

Dolore vicino alla caviglia o sul lato esterno del piede

Un dolore improvviso nella zona della caviglia, o nella parte esterna del piede, è prevalentemente causato da eventi traumatici, da una botta, una caduta, una “storta”.  In particolare dopo una distorsione, i tendini si possono infiammare. Un’altra causa potrebbe essere la frattura del quinto metatarso, comune tra gli atleti o tra chi sovraccarica il piede anche con shock ripetuti.

Una possibile causa di dolore al piede a alla caviglia è la lesione dell’astragalo, specialmente nei giovani che praticano sport. Quest’ultimo è un osso “corto” di intersezione tra il tarso (l’osso superiore del piede) e la caviglia e che permette la trasmissione del movimento tra queste due parti articolari. Questo piccolo osso è soggetto a fratture, e ad una specifica patologia degenerativa chiamata osteocondrite dell’astragalo, che si verifica quando, a seguito di traumi quali fatture, le cellule dell’osso “muoiono” e si staccano dalla porzione sana. L’osteocondrite dell’astragalo si manifesta con dolore al piede e difficoltà a muoverlo. Se si verifica in giovane età, ovvero negli under venti, di solito si supera spontaneamente, negli adulti, invece, è necessario intervenire chirurgicamente.

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Dolore al piede: quando la causa è il diabete

Come si chiama la parte esterna del piede
Un caso a sé stante è il dolore al piede causato dal diabete. Si tratta di una conseguenza purtroppo abbastanza comune – chiamata piede diabetico – che rappresenta una complicanza di natura neurologica e circolatoria determinata da questa malattia metabolica. Infatti lo scompenso glicemico che è all’origine del diabete, e che nel caso della forma più grave – il diabete mellito di tipo 1 o giovanile, che spesso insorge già durante l’infanzia – finisce per danneggiare il sistema nervoso periferico e i vasi sanguigni, rendendo deficitaria la circolazione e i segnali nervosi proprio nelle aree del corpo più distanti da cuore e cervello, come, appunti, i piedi. Cosa accade in questi casi?

  Curioso, ma il sintomo principale del piede diabetico non è il dolore al piede, ma l’assenza di esso! Infatti mancando la sensazione dolorosa (che si interrompe a causa della insufficiente ossigenazione della zona per il deficit circolatorio), non ci si accorge di piccole ferite e lesioni che possono facilmente presentarsi sotto la pianta del piede, ad esempio tra le dita, che normalmente provocherebbero dolore. Il piede diabetico, quindi, può degenerare fino alla necrosi, con “morte” dei tessuti, con conseguente cancrena.

  Per tale ragione, la prevenzione rappresenta la cura migliore in caso di diabete e salute del piede. La neuropatia cronica diabetica, condizione in cui si assiste ad una progressiva perdita della sensibilità della aree periferiche, priva chi ne soffre del sintomo principale di ferite e abrasioni, ovvero il dolore al piede, e per questo lesioni non curate possono infettarsi e trasformarsi in piaghe ulcerose.

  Occorre in questi casi ispezionare le proprie estremità con scrupolo ogni giorno in ogni loro parte: sotto e tra le dita, lungo l’arco plantare, ai lati e sul tallone. Ovunque il piede possa diventare sede di lesioni.
Inoltre, è necessario curare particolarmente l’igiene, effettuare regolarmente una buona pedicure, e idratare la cute delicata dal piede, che nei diabetici appare ancora più secca e fragile proprio a causa del deficit circolatorio.

Da ricordare: in caso di diabete il dolore al piede è assente, anche quando dovrebbe esserci, ed è questo il sintomo a cui prestare attenzione.

Dolore al piede nel bambino

Come si chiama la parte esterna del piede
I bambini sono spesso scatenati, e… disattenti! Basta una lieve trauma, un piccolo incidente, una ferita, ed ecco che un improvviso dolore al piede insorge e provoca pianti e capricci. Cosa può essere successo? Una caduta dalla bici, una corsa finita contro un ostacolo, una storta… sono tantissime le cause di un dolore al piede nel bambino, soprattutto dopo i tre anni, quando comincia a camminare e correre speditamente, più sicuro sulle sue gambette, e… finisce per ruzzolare malamente per la grande voglia di esplorare il mondo.

Non ci si deve preoccupare più di tanto per un dolore al piede nei bambini dopo una botta, a meno che, naturalmente, non sia accompagnato da altri sintomi quali gonfiore accentuato, bruciore, arrossamento o comparsa di ecchimosi, o quando il bambino non riesca più a muoverlo o appaia deformato, magari dopo un allenamento sportivo. Potrebbe infatti trattarsi di rottura dell’arto, di una lesione ai tendini, ai legamenti o all’articolazione della caviglia. In questi casi meglio portare subito il bambino al pronto soccorso per una visita e gli esami di controllo.

Un discorso a parte lo meritano i cosiddetti dolori di “crescita”, impropriamente così chiamati, visto che non hanno nulla a che vedere con lo sviluppo del bambino, ma hanno cause sconosciuto, presumibilmente di natura psicosomatica. In questo caso il dolore al piede è uno dei sintomi più frequenti nel bambino da tre a sei anni, un dolore che insorge per lo più a letto, di notte, si propaga fino al polpaccio e dietro al ginocchio e dura una decina di minuti. Può essere molto forte ma non è accompagnato da gonfiore o altri sintomi, e può comparire molto spesso, generando grande stress nel bambino e nei genitori. In questi casi la cura migliore per lenire il dolore è un massaggio al piede e… tante coccole! Si tratta di un disturbo benigno che non lascia alcuna conseguenza.

Infine, attenzione particolare quando il dolore interessi le dita del piede del bambino. In questi casi, infatti, la causa potrebbe essere un’unghia incarnita (onicocriptosi), magari provocata da una pedicure non correttamente eseguita, specialmente nei bambini molto piccoli o nei neonati. Occhio, quindi, a tagliare le unghie in modo da evitare che crescendo, possano ledere i bordi delle dita del bambino.

Dolore alle dita del piede

Come si chiama la parte esterna del piede
Anche le dita dei nostri piedi possono diventare origine di disturbi assai dolorosi. In particolare è comune avvertire dolore sotto le dita del piede, nella zona su cui scarichiamo il peso del corpo quando camminiamo. Abbiamo visto come possano farci male a causa, ad esempio, della presenza di calli, o quando, come nella neurite di Morton, uno dei nervi interdigitali si infiamma.

Ma altre cause, alcune piuttosto comuni, di dolore alle dita dei piedi sono di tipo ortopedico, e ci riferiamo a deformazioni come il piede a martello e l’alluce valgo. Vediamo meglio.

L’alluce valgo altro non è che la progressiva deviazione dell’articolazione dell’alluce, il primo dito del piede, che si protende verso l’esterno spingendo il dito verso l’interno, ovvero verso le altre dita. Questa deformazione ossea viene anche definito “cipolla” perché la parte dell’articolazione coinvolta assume proprio la forma a bulbo. L’alluce valgo come causa di dolore al piede, è soprattutto un disturbo femminile su base familiare, ma può essere favorito e accentuato dall’uso di calzature troppo strette e comunque scomode, e creare notevoli problemi nella deambulazione. La “cipolla”, infatti può andare incontro a infiammazione a causa dello sfregamento con la scarpa, mentre le altre dita dell’avampiede vengono “costrette “a deviare a loro volta con problemi nel camminare e dolore a tutto il piede. Nei casi estremi l’unica soluzione per correggere la deformazione è intervenire chirurgicamente.

Il piede a martello è ugualmente una deformazione articolare che provoca forte dolore al piede, dal momento che coinvolge tutta l’articolazione metatarsale, e che può essere, o meno, associata ad alluce valgo. Nel secondo caso la deviazione del primo dito del piede provoca lo slittamento di tutte le altre dita che tendono a incurvarsi verso il basso assumendo quindi la tipica forma a T. Il più interessato da questa anomalia e è il secondo dito, specialmente se esiste un problema di alluce valgo, ma tutte le dita possono esserne colpite. Tra le cause calzature di misura inferiore rispetto a quella del piede, tacchi alti, l’uso di collant o di calzini molto stretti.

Infine, consideriamo che le dita, e in particolare le unghie dei nostri piedi, sono soggette a malattie e infezioni come le onicomicosi (infezioni fungine) e onicocriptosi (unghia incarnita), che possono provocare anche dolore e fastidio nel camminare e nell’indossare calzature chiuse.

Quando la causa è un trauma

L’articolazione del piede, e il piede in quanto tale e per la sua funzione di sorreggerci, darci stabilità e soprattutto permetterci la deambulazione, è una struttura soggetta a lesioni e traumatismi di vario tipo. Tutte le sue componenti – ossa, legamenti, tendini e muscoli, così come pelle, le unghie e il sistema vascolare – possono lesionarsi anche in modo severo per svariati motivi, in genere, però di tipo accidentale.
Colpi, cadute, ferite e altro genere di incidenti improvvisi, quindi, possono traumatizzare un piede o entrambi, e provocarci dolore improvviso, molto intenso e limitazioni funzionali fino alla completa immobilità dell’arto.
Vediamo i traumi del piede più comuni.

Frattura

Quando il piede si “rompe”, di solito ciò accade per un incidente, come ad esempio una caduta, ma fratture spontanee possono insorgere a causa di malattie come l’osteoporosi, che rende le ossa particolarmente porose e fragili ed è causa di dolore al piede progressivo. Esistono anche fratture da stress, che si verificano a seguito di continue pressioni sull’osso (tipicamente quando si fa esercizio fisico intenso e prolungato) che procurano microtraumi.
Le fratture a loro volta possono divergere moltissimo le une delle altre. Si va da una microfrattura ai danni di un ossicino delle dita a una rottura scomposta che in pratica frantuma la struttura scheletrica del piede. Per tale ragione anche i trattamenti e le terapie saranno diversi a seconda della gravità del trauma. Per quanto riguarda i sintomi, i più importanti da riconoscere in caso di frattura sono:

  • Dolore acuto e improvviso;

  • Dolore che aumenta con il movimento e si allevia con il riposo;

  • Dolore al piede associato a edema della parte;

  • Dolore al piede con comparsa di ecchimosi o ematoma;

  • Piede che appare “scomposto”, deformato;

  • Dolore al piede e difficoltà a camminare e a sopportare il proprio stesso peso;

  • In caso di frattura di un dito del piede, esso apparirà come “sbiancato”.

Rottura dell’achilleo

Come si chiama la parte esterna del piede
Il tendine di Achille è quella struttura elastica che collega il muscolo del polpaccio con la parte posteriore del piede, ovvero con il tallone. Pertanto una sua lesione totale o parziale comporterà dolore in questa zona dell’arto.

Sebbene più comune negli atleti, in realtà questo trauma può capitare a tutti, perché la lacerazione del tendine si verifica quando viene “tirato” eccessivamente.

I sintomi di questa lesione traumatica sono tipici: si percepisce chiaramente un suono simile a quello di uno schiocco seguito da un forte dolore al piede che pervade il retro della caviglia e si propaga verso il polpaccio rendendo difficile, se non impossibile, la deambulazione. La descrizione del dolore e dei fastidi che si associano alla rottura dell’achilleo può pertanto includere:

  • Sensazione che qualcuno vi abbia dato un calcio nel polpaccio;

  • Dolore forte e gonfiore nell’area del tallone;

  • Difficoltà a piegare il piede verso il basso e a camminare poggiando il tallone;

  • Difficoltà o impossibilità a stare sulle punte del piede colpito.

La rottura del tendine di Achille può comportare le necessità di un intervento chirurgico riparatore, sebbene questo non valga per tutti i casi.

Rottura dei legamenti

I legamenti del piede, così come tutti quelli delle articolazioni del corpo umano, sono come delle “funi” di tessuto fibroso, dure e resistenti, che mantengono insieme (legate, appunto) le ossa tra di loro. È chiaro che quindi una lesione totale o parziale di uno dei legamenti non provoca solo dolore, ma rende difficile o impossibile il movimento.

Il legamento, infatti, a differenza del tendine, non ha praticamente elasticità, quindi eccessive sollecitazioni e carichi possono finire per indebolirli e spezzarli. Anche una distorsione può spezzare o lacerare un legamento, quindi non si tratta di un evento raro, ma può davvero capitare a ciascuno di noi con diversi gradi di severità. Come capirlo? Ovvero, quali sono i sintomi principali di una rottura dei legamenti del piede?
A seconda della zona del piede interessata dal trauma (mediana o anteriore), si avrà comunque:

  • Dolore nella parte colpita;

  • Dolore al piede con tumefazione, gonfiore (nel caso che il trauma interessi la zona anteriore della pianta si potrà notare anche un edema a carico di una delle dita, in particolare dell’alluce che sarà anche intensamente dolente);
    Comparsa di ecchimosi con colorazione viola o bluastra della parte;

  • Impossibilità a camminare e persino a muovere il piede se la rottura del legamento è totale.

Come anche per la rottura dell’achilleo, il primo intervento in caso di rottura dei legamenti del piede sarà il riposo (eventualmente abbinato all’uso di un tutore o di una benda elastica) e l’applicazione del ghiaccio sul piede per alleviare il dolore e ridurre il gonfiore non appena tali sintomi compaiano.

In tutti i casi di lesioni traumatiche del piede, però, è indispensabile sottoporsi quanto prima ad un controllo ortopedico o farsi accompagnare direttamente al pronto soccorso soprattutto quando vi sia il sospetto di una frattura e il dolore sia molto forte.

Altri sintomi e altre cause

Come abbiamo visto, un semplice dolore al piede può anche essere spia di un problema di salute più serio. Una delle possibilità, infatti, è che all’origine del sintomo doloroso ad un arto vi sia una malattia sistemica o comunque degenerativa di natura infiammatoria. Vediamo qualche esempio.

Artrosi del piede

L’artrosi è la più comune malattia articolare, dovuta all’invecchiamento e all’usura. Si verifica quando la cartilagine che riveste le porzioni terminali delle ossa e che serve per ridurre l’attrito fra le stesse si consuma.
Questo processo è irreversibile e può determinare, tra le conseguenze, una infiammazione delle terminazioni nervose perché le ossa di un’articolazione, in questo caso del piede, “raschiano” le une contro le altre provocando il dolore. Le zone del piede più di frequente colpite da artrosi sono l’alluce e la parte mediana.
 

Artrite reumatoide

Come si chiama la parte esterna del piede
Si tratta di una malattia reumatica infiammatoria che colpisce anche persone giovani (soprattutto donne), tra i 40 a i 50 anni, e che si manifesta sovente in modo improvviso con sintomi tipici che sono:

  • Infiammazione delle articolazioni, a partire da quelle periferiche “piccole” (mani e piedi);
  • Dolore, tumefazione e arrossamento delle parti infiammate;
  • Rigidità articolare, in questo caso difficoltà a muovere i piedi, soprattutto al mattino o dopo un periodo di riposo. La funzionalità dell’articolazione si “recupera” con il movimento, quindi nel corso della giornata il sintomo tende a migliorare;
  • Dolore simmetrico, o alternato. In alcuni casi si infiammano entrambe le articolazioni degli arti, quindi entrambi i piedi, in contemporanea, in altri prima l’una poi l’altra;

  • L’artrite reumatoide che colpisca il piede può inoltre provocare la comparsa di vesciche o duroni, e deformare l’articolazione delle dita diventando causa di “piede a martello” e/o alluce valgo.

La causa di questa malattia cronica e sistemica (significa che il processo infiammatorio può interessare anche altri organi e apparati del corpo), è di tipo autoimmune. Significa che è lo stesso sistema immunitario dell’organismo che attacca i tessuti articolari come se fossero dei “nemici” e li distrugge. Il perché ciò accade è ancora oggetto di studio, ma si ipotizzano cause genetiche e ambientali, così come il fattore stress.

Artrite giovanile

In questo caso i sintomi che abbiamo visto a proposito dell’artrite reumatoide compaiono prima dei 16 anni di età. Ci sono diverse forme di artrite giovanile e tutte comportano dolore e gonfiore dell’articolazione del piede.
 

Dolore al piede da artrite reattiva

Tipo di artrite non di origine autoimmune ma infettiva. In pratica l’infiammazione dell’articolazione colpita è una complicanza di una infezione che abbia precedentemente interessato l’apparato genito-urinario, oppure quello intestinale. Oltre al dolore e alla tumefazione del piede o di altre articolazioni, l’artrite reattiva provoca altri sintomi infiammatori a carico degli occhi, della vescica o del tratto gastroenterico. Il dolore al piede può essere accompagnato dall’insorgenza di eritemi o di noduli duri (e dolorosi) sulla pianta.
 

Dolore al piede da lupus eritematoso sistemico

Altra malattia reumatica di natura autoimmune, proprio come l’artrite reumatoide, il lupus eritematoso sistemico colpisce anche le piccole articolazioni provocandone la sindrome infiammatoria che abbiamo visto. Quando il sistema immunitario produce anticorpi contro i tessuti sani dell’organismo, purtroppo il processo infiammatorio che si innesca diventa irreversibile.
Il lupus produce sintomi a carico di altri organi tra cui pelle, cuore, polmoni e reni

Dolore al piede da sclerodermia

Letteralmente questo termine significa “pelle indurita”, ma è in realtà di tratta di una definizione generica che accorpa diverse anomalie del tessuto connettivo di natura autoimmune. Nonostante esistano, quindi, forme diverse di sclerodermia, in tutte si assiste ad un ispessimento e della pelle delle dita dei piedi che viene definita sclerodattilia e che ne provoca la deformazione. Ciò, naturalmente, è causa di dolore e di limitazione funzionale. L’ispessimento progressivo della pelle può presentarsi anche a livello di tallone.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

  • https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/d/dolore-al-piede
  • https://www.mayoclinic.org/symptoms/foot-pain/basics/causes/sym-20050792
  • https://www.healthline.com/health/foot-pain
  • https://www.hopkinsmedicine.org/health/conditions-and-diseases/foot-pain-and-problems
  • Dolore alle articolazioni (della serie “I libri della salute”, a cura di Silvia Finazzi, con la consulenza del dottor Attilio Basile medico ortopedico e traumatologo presso gli ospedali San Camillo e Casa di cura Pio XI di Roma)

Come si chiama il laterale del piede?

Il cuboide e i tre cuneiformi sono le ossa più distali del tarso. Simile a un cubo, il cuboide occupa una posizione laterale (rispetto ai tre cuneiformi) e confina con il calcagno, posteriormente, e con gli ultimi due metatarsi, anteriormente.

Perché mi fa male la parte esterna del piede?

Il dolore all'esterno del piede (vicino alla caviglia) è piuttosto frequente, in particolare dopo una distorsione “classica” si subisce un'infiammazione dei tendini peronei. Una distorsione si verifica quando i legamenti che uniscono le ossa si stirano o si strappano.

Quali sono le parti del piede?

Si possono distinguere tre sezioni principali: L'avampiede, che contiene le cinque dita (falangi) e cinque ossa chiamate metatarsi; Il mesopiede, ovvero la zona centrale del piede; Il retropiede, che forma il tallone e la caviglia.

Come si chiama l'osso al lato del piede?

Il tarso è formato da sette ossa: astragalo, calcagno, scafoide, cuboide e tre cuneiformi (mediale, intermedio e laterale); tra queste solo l'astragalo, l'osso prossimale della caviglia, si articola con la tibia e il perone e attraverso le altre ossa del piede trasferisce il peso del corpo al suolo.