Come si calcola la pensione di inabilità

Requisiti

La pensione ordinaria di inabilità, reversibile ai superstiti aventi diritto, viene riconosciuta a domanda, in presenza di due condizioni: il versamento di contributi per almeno cinque anni, dei quali tre nell’ultimo quinquennio precedente la domanda di pensione, e il riconoscimento di infermità o difetto fisico o mentale, che comporti l'assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa. Requisiti indispensabili sono, oltre la cessazione di ogni attività lavorativa, anche la cancellazione dagli albi professionali e dagli elenchi degli operai agricoli e dei lavoratori autonomi.

La pensione di inabilità può essere soggetta a revisione. 

Misura e decorrenza

La misura della pensione è calcolata sulla base dei contributi versati, più una maggiorazione dell'anzianità contributiva. A partire dal 2012, la maggiorazione contributiva si calcola secondo le regole del sistema contributivo, ovvero nei limiti di un'anzianità contributiva complessiva non superiore a 40 anni e riferita al periodo mancante al raggiungimento del sessantesimo anno di età (uomini e donne).

La decorrenza è fissata al mese successivo alla presentazione della domanda, purché sia cessata l'attività lavorativa. In caso contrario, la pensione decorre dal mese successivo alla cessazione. 

La domanda

Si può presentare la domanda di pensione tramite l’Inca-Cgil, avvalendosi della collaborazione di medici legali del Patronato, che possono occuparsi della compilazione del previsto certificato.

Pensione di inabilità e rendita Inail

Per le decorrenze dal 1° settembre 1995 i trattamenti di invalidità liquidati dall' Inps (assegno ordinario e pensione di inabilità) e la rendita Inail sono incumulabili se riferiti allo stesso evento o causa. In questo caso è liquidata interamente la prestazione dell'Inail e solo per la parte eccedente il trattamento previdenziale.
Tale disposizione, introdotta con la riforma n. 335/1995, coinvolge anche le pensioni liquidate prima dell'entrata in vigore della legge ma, in tali fattispecie, continua l'erogazione della prestazione Inps cristallizzata con riassorbimento dei miglioramenti di legge.

In questo caso, viene erogata la pensione Inail, istituto pensato proprio per sostenere chi è vittima di un infortunio sul lavoro o è affetto da una malattia legata proprio all’attività lavorativa.
Ma qual è il procedimento per il calcolo della pensione d’invalidità?

Come per il calcolo della pensione Inps, abbiamo provato a redigere una breve guida, immediata e intuitiva, per orientarsi.
Calcolare la pensione di invalidità non è semplice, perché ci sono molte variabili da tenere in considerazione. Eppure, avere almeno un’idea di quanto si può percepire in caso di invalidità, è fondamentale, per poter, eventualmente, attrezzarsi per tempo, nel caso in cui l’importo non sia sufficiente a mantenere una propria indipendenza economica o a sostenere la propria famiglia.

Calcolo della pensione d’invalidità: infortuni e malattie

E’ bene partire da una distinzione tra infortuni sul lavoro e malattie.

L’infortunio sul lavoro è quell’evento ricollegabile all’attività lavorativa, che rende inabile il lavoratore per più di tre giorni. Si parla anche di infortunio in itinere quando l’evento accade mentre il lavoratore percorre l’itinerario di andata e ritorno fra abitazione e luogo di lavoro oppure dal luogo di lavoro a quello di consumazione dei pasti ovvero tra due posti di lavoro, se svolge la sua attività in sedi diverse.

Diversa dall’infortunio é la malattia professionale, ovvero una patologia che si sviluppa a causa della presenza di elementi nocivi nel luogo di lavoro. Rientrano nella copertura INAIL le malattie professionali comprese in precise nelle tabelle allegate al D.P.R. 1124 del 1965, in cui rientrano  complessivamente oltre 100 categorie di malattie, divise a seconda che si tratti di settore dell’industria o di settore agricolo. Quando il lavoratore contrae una di queste malattie, per ottenere le prestazioni dall’Inail deve solo dimostrare di essere stato adibito ad una attività connessa a quella specifica malattia.
Ci sono poi le  malattienon indicate nelle tabelle, ma causate in ogni caso da fattori di rischio presenti nel luogo di lavoro, le malattie non tabellate. Con le nuove professioni e le nuove tecnologie, infatti, è possibile che insorgano malattie difficili da prevedere in anticipo. Pensiamo, ad esempio, al tunnel carpale, che rientra tra le malattie professionali ed è legato all’utilizzo dei computer. Impensabile fino a 10 anni fa, ora è invece molto frequente. In questa ipotesi, tuttavia, dovrà essere il lavoratore a dimostrare il nesso di causa-effetto tra la malattia e le condizioni di lavoro. 

Con il decreto legislativo 38 del 2000, si è inoltre deciso di considerare nell’ambito dell’invalidità anche il danno biologico, ovvero la lesione dell’integrità psico fisica legata alla vita di relazione. 

Calcolo della pensione di invalidità: le percentuali

L’accesso alla pensione d’invalidità Inail è legato alla percentuale d’invalidità riportata dal lavoratore a seguito di un infortunio e accertata dal medico:

  • invalidità inferiore al 6%: non si percepisce nessuna pensione;
  • invalidità dal 6% al 16% (escluso): si percepisce un capitale una tantum, non una pensione;
  • invalidità dal 16% al 100%: viene erogata la pensione di invalidità Inail.

Invalidità dal 6% al 16%

Nell’ambito della forbice di invalidità dal 6% al 16%, non vien erogata una pensione, bensì una somma che l’Inail versa in un’unica soluzione che può andare, secondo una tabella, da un minimo di 2.788 euro fino a un massimo di 26.138 euro.
Con questa percentuale si presuppone infatti che non ci siano conseguenze in termini di danno patrimoniale, per cui l’indennizzo in capitale serve a coprire solamente il danno effettivo provocato alla salute del lavoratore.
L’importo varia in base all’entità del danno e all’età del lavoratore. Riuscire ad orientarsi tra le 387 menomazioni con relative percentuali di riferimento  indicate dall’Inail è cosa complicata.
Per avere un’idea, consideriamo i casi estremi, il minimo e il massimo.

La logica è che la somma versata da Inail è tanto più bassa quanto più elevata l’età anagrafica dell’infortunato. L’importo,  inoltre, è tanto più basso, quanto più bassa è la percentuale di invalidità.

Un 65enne, lavoratore a ridosso della pensione, che ha il 6%, così, riceverà il capitale minimo, ovvero 2.788 euro.
Un 18enne,che riporta il 15%, riceverà invece l’importo massimo, pari a  26.138 euro.

Per tutti gli altri casi, è bene sapere che ci si muove tra queste due cifre. Una volta percepita la somma dovuta, l’Inail non versa più nulla.

Invalidità dal 16% al 100%

Il calcolo della pensione di invalidità per percentuali dal 16% viene fatto in questo caso basandosi su due fattori: la componente biologica, che dipende dalla percentuale di invalidità, e la componente patrimoniale, ovvero il reddito percepito fino al momento dell’accertamento dell’invalidità.

La componente biologica viene misurata sulla base di una scala di valori che va da 1.161 euro l’anno netti, per un danno del 16%, fino a 16.550, se l’invalidità è del 100%.
In questo caso, non si prende in considerazione l’età, ma solo ed esclusivamente il grado di invalidità, che viene stabilito dal medico legale.

Anche per la componente patrimoniale c’è una forbice, che va da 14.600 a 27.200 euro. Ad esempio, se si percepisce un reddito di 12.000 euro, nel calcolo si ottiene un bonus e si utilizza il limite di 14.6000 euro. Al contrario, se si percepisce, ad esempio, 30.000 euro, il valore usato nel calcolo è di 27.200 euro. Se il reddito è all’interno di questo range, si considera quanto percepito dall’interessato.

Il reddito va moltiplicato per un coefficiente di menomazione stabilito in una tabella dall’Inail, sulla base della percentuale di invalidità: si va da un coefficiente dello 0,4 per un’invalidità del 16%, all’1 per un’invalidità dall’80% in su.

Sommiamo quindi la componente biologica e la componente patrimoniale. Il risultato sarà l’importo della pensione Inail.

Pensione d’invalidità: è sufficiente?

Ogni lavoratore ha una storia a sè. La pensione di invalidità Inail può essere sufficiente o meno, a seconda della situazione patrimoniale e famigliare del singolo, ma anche sulla base dei suoi progetti. Quello che è davvero importante è sapere con anticipo a cosa si va incontro in caso di infortunio. Con le indicazioni che abbiamo fornito,ognuno può calcolare, in linea di massima, cosa può percepire nel caso di gravissime invalidità e pensare di trovare soluzioni alternative nel caso non fosse soddisfatto del risultato.

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Quanto è l'importo della pensione di inabilità?

Decorrenza e durata La pensione viene corrisposta per 13 mensilità a partire dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda o, eccezionalmente, dalla data indicata dalle competenti commissioni sanitarie.

Cosa prevede la pensione di inabilità erogata dall'INPS?

La pensione di inabilità è una prestazione economica, erogata a domanda, in favore dei lavoratori per i quali viene accertata l'assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa.

Chi valuta la pensione di inabilità?

La pensione di inabilità è una prestazione economica, erogata a domanda, in favore di persone con un'infermità, difetto fisico o mentale (valutati dalla Commissione Medica Legale dell'Inps) così grave da impedirne lo svolgimento di ogni attività lavorativa.

Da quando viene pagata la pensione di inabilità?

La pensione di inabilità è soggetta a periodica revisione da parte della commissione dell'ente previdenziale (INPS), per verificare che tutti i requisiti siano ancora validi. Se hai recuperato più di un terzo della capacità lavorativa, il beneficio viene revocato1 .